MONTEFALCO SCACCIADIAVOLI – by GIGASS

Ho 50 anni…
la prima “moto” a 4 anni, le minimoto non esistevano, ma la MV Agusta faceva una replica di quella di Agostini in miniatura, poi 50, 125, 350, 600, 600, 1000, 600 e adesso 1200, giornate passate a girare in tondo a Vallelunga, e scorribande a Tolfa quando la strada era un biliardo, ma mai un motoclub, più che un lupo solitario, vista la stazza, un orso solitario, però quando mi sono trovato con altri amici a fare dei viaggi, ho sempre condotto il gruppo, perché mi perdo raramente e ricordo tutti e dico tutti gli autovelox del centro Italia.

Lo scorso anno per la prima volta mi iscrivo ad un motoclub (il vostro), mi si prospetta la possibilità di organizzare un’uscita.
Penso subito a Montefalco, il presidente mi dice di prendere accordi per la fine di giugno, mando richieste di preventivi per visita guidata e degustazione alle varie cantine che conosco in zona, accetto la proposta della cantina di Scacciadiavoli, la più antica di Montefalco, ci accordiamo per fine giugno, anche se mi fanno notare che apriranno in esclusiva solo per noi perché di domenica sono chiusi.

Fin qui tutto ok, fino a quando arriva il momento di stilare il calendario 2019. D’ufficio Toga mi appioppa il 28 aprile, sono nuovo del club, quindi non faccio una piega (cosa impossibile per me), accetto, richiamo la cantina dopo una sobria discussione accettano. E qui arriva il bello, l’ultimo weekend di marzo, Toga mi scrive dicendomi che la data del 28 aprile non è più disponibile, che se voglio la posso organizzare domenica 7 aprile!!!!  Come prima risposta dico che è impossibile, mi lascio convincere, richiamo per l’ennesima volta la Sig.ra Francesca (ci fosse stato un altro cambio di data, l’avrei dovuta invitare a cena), mi dice che è impossibile, perché oltre ad essere domenica quel giorno a Verona c’è Vinitaly e loro saranno tutti lì.

Ci pensa mi richiama, mi dice che sono costretti a pagare degli straordinari alle persone che ci accoglieranno, ma che almeno ci sia un congruo numero di partecipanti. Il tempo promette acqua, il congruo gruppo di partecipanti, non si forma, Toga mi informa che Turan ha avuto un’idea, dare la possibilità a chi volesse partecipare di scegliere se venire in moto o in macchina. Per me va bene, anche perché richiamare la signora Francesca della cantina Scacciadiavoli per annullare l’evento mi rammaricava parecchio. Toga mi informa che siamo arrivati a 24, prendo accordi anche per il pranzo, il ristorante a menù fisso a 25 euro mi viene bocciato, mi si chiede di trovare un pub nelle vicinanze. Ok trovato, prendo accordi anche col pub.

Arriva il sabato, non ho sonno, vado a dormire tardi l’appuntamento è per le 8.15 al Gabbiano; all’una mi decido di andare a dormire le previsioni non sono male dormo sereno come il cielo che immagino per l’indomani. Ore 5:45 fragore di tuono, “caxxo!” sogno che sembra vero, sogno talmente forte che il tuono è vero! Guardo fuori, visibilità 50m! Porcazozza, (o porcammerda come direbbe qualcuna) apro whattsapp, prime defezioni, ormai non dormo più, rimetto nell’armadio la giacca di pelle e tiro fuori goretex e passo grasso di foca su stivali. Faccio colazione, mi vesto, esco di casa con addosso già la tuta antipioggia, guanti invernali e sotto quelli per lavare i piatti!!! Scendo in garage metto in moto la Chianina, che muggisce più incazzata di quando entra il limitatore. Percorro i primi 1000 metri, da una collina, per deformazione professionale, butto l’occhio verso il mare, è libero, mi rincuoro, volgo lo sguardo verso l’interno, è nero come la pece!!! Scendo verso Anguillara piove ancor di più, provo ad aprire il gas per capire quanto grip c’è, si intraversa (no traction control) ricordandomi che il posteriore ha già 7000 e passa km, arrivo al molo c’è già qualcuno arrivato in macchina, arriva qualche moto, Toga fa l’appello attendiamo gli ultimi e alle 8:45 finalmente si parte, sotto la pioggia, ma si parte, alcuni in moto altri in macchina. La pioggia ci accompagna fino al Tevere sulla Flaminia, prima di Magliano Sabina, segnalo tutti gli autovelox, anche quelli finti, anche quelli che so che hanno rimosso, onde evitare inutili inchiodate e conseguenti tamponamenti. Tra Otricoli e Narni Scalo aumento il ritmo quel tanto che basta per non farla sembrare un funerale. Sangemini e le colline umbre assumono il loro aspetto classico, ogni volta che sono in Umbria, come in pochissimi altri luoghi in Italia mi sento a casa. Piccolo tratto di E45, il Compare mi ha già segnalato benza, prima di Acquasparta c’è un autogrill, incontriamo alcuni dei nostri in auto che subito ripartono per essere puntuali alle 11:00 in cantina.

Ripartiamo anche noi in moto, usciamo dalla E45, uscita Massa Martana, posto di blocco in cooperazione Guardia di finanza & Carabinieri, passiamo indenni, perché sapevano che non avevamo ancora bevuto. Della splendida strada per Bastardo c’è rimasto solo il ricordo, di bastarde solo tante buche. Qualche pezzo è buono, la faccio viaggiare per quella dose giornaliera di adrenalina di cui non posso fare a meno, qualche perdita di aderenza in accelerazione e già sto meglio, ma le buche sono troppe, rallento. All’ingresso di Bastardo in fondo alla discesa sulla sinistra vedo un gatto nero, che si appresta ad attraversare la strada, comincia a camminare, spalanco il gas, mi sposto tutto sulla destra per anticiparlo, questo gatto di Bastardo, che è un gatto bastardo inizia a correre, ormai non faccio più in tempo, rischio di tagliare a metà lui e la rotonda in fondo alla discesa… Desisto, faccio i dovuti scongiuri tra le risate a squarcia gola di Capitan Uncino che ha assistito alla tutta la scena. Mi dico speriamo non sia una giornata di M. Arriviamo in cantina ci sono già i nostri arrivati in macchina. Entriamo ad accoglierci ci sono due donne e tre bei tavoli apparecchiati e nei piatti salumi e formaggi, iniziamo la visita della cantina, che vista la particolarità spero vivamente sia piaciuta a tutti i partecipanti, rientriamo nella sala accoglienza ed inizia la degustazione, erano stati pattuiti 7 vini, ma viste alcune facce da beoni, hanno aggiunto un altro rosso. Unico neo non ci hanno fatto assaggiare la loro grappa di Sagrantino. (mannaggia) Intanto è anche uscito il sole, sembra un cielo di marzo.

Ci rimettiamo in “motauto” in questo mix di 2 e 4 ruote, ci rechiamo in paese, dove ci attende il birrificio artigianale Perugini, altra bevuta, c’è chi continua a ritmo di Sagrantino e chi non contento assaggia anche la birra. Giro per i vicoli della ”ringhiera umbra”, così viene chiamato Montefalco per il suo splendido affaccio sulla valle umbra. Saluti di rito al parcheggio, si riparte le moto scendono verso Trevi per poi proseguire verso Spoleto e passo della Somma, Narni scalo, Otricoli, Monterosi, piazza del molo. Sono le 17:50 devo scappare a casa per impegni di famiglia, saluto gli ultimi rimasti con me, Compare e Ira fu. Arrivo a casa e già c’è Lei ad attendermi, si quella che per ogni padre è la sua Lei con la L maiuscola.

Gigasss