MOTO VACANZA IN SICILIA – by Max214


Un gruppo di amici che si sono trovati grazie alla passione per la moto.
Con le vacanze alle porte,ci si trova con un gruppo di Amici,mentre si partecipava ad una delle tante gite domenicali organizzate dalla Tribu’. Si cerca di decidere che fare per queste tanto attese ferie,dopo una stagione di duro lavoro. 
Siamo in DODICI persone con sette motociclette,ognuno dice la sua,ed alla fine si decide di andare in Sicilia in Motocicletta,sacco a pelo e tenda. Il gruppo e’ molto unito,ognuno si dà da fare x la bella riuscita della vacanza.
Max214 si occupa dell’ itinerario,tappe da affrontare,campeggi dove alloggiare, dell’ officina ambulante(non si sa mai!!) e di prenotare i biglietti della nave ( Civitavecchia-Palermo e ritorno. Fare la Salerno Reggio Calabria non era molto salutare.) Giandark si occupava dell’ materiale da portare in campeggio,luce portatile ,fornello da campo e il suo amato TOM,TOM per gli Autovelox ecc ecc. Mentre gli altri si davano da fare per cercare di far portare pochi vestiti alle proprie ragazze visto che sulle moto il posto e’ limitato e poi in vacanza basta un costume due magliette e un paio di pantaloni e uno di pantaloncini.

Arriva il tanto ATTESO giorno il 15 Agosto 2007… Il giorno della partenza. Appuntamento ad Anguillara Sabazia alle 16:00 (alle 13:00 erano gia tutti pronti x partire)chiaramente non tutti.. Massimo e Claudia alle 13:00 ancora dovevano preparare la valigia,con conseguente ritardo… Ma tanto si sapeva nessuno si meravigliava,anzi si sarebbero preoccupati del contrari. Sui volti c’era molto entusiasmo,sulle labbra dei sorrisi bellissimi ,occhi che luccicano di gioia e felicita,insomma tutti entusiasti di partire.. Via si parte clacson che suonano,rombo delle marmitte che deliziano i timpani… Che musica ragazzi per le mie orecchie..
Ora Civitavecchia ci aspetta. Per molti di noi e’ la prima vacanza in moto e allora affiora un po’ di tensione,ad ogni sosta,incroci e semafori si controlla se le borse laterali si muovono,se la propria compagna sta bene o sente troppo il peso dello zaino e che la Moto non faccia stani rumori. Finalmente siamo arrivati a Civitavecchia 70 km che sembravano non finire mai,entriamo nel porto ed ecco la nostra nave. Una volta saliti a bordo si controlla che le moto siano legate bene,ed è per questo che si discute un po’ con gli addetti all’ancoraggio delle Moto(le avevano legate nel punto più debole della Moto le pedane in alluminio che come le guardi si rompono) al quel punto via si parte direzione Palermo. Sistemiamo i bagagli nei posti delle poltrone a noi riservati,a quel punto ci giriamo la nave,andiamo tutti sul ponte di poppa per gustarci la partenza e il tramonto. Lo stomaco brontola e la fame si fa sentire,a quel punto si va a mangiare al ristorante della nave,mamma mia che mazzata neanche avessimo mangiato al Gambero Rosso,il prezzo decisamente altissimo per pochissimo cibo. Finito di mangiare andiamo a rilassarci sul ponte. Ci impadroniamo di tutte le sdraie e formiamo un circolo,si ride,si scherza,ci prendiamo in giro,mentre Luca tenta invano di spiegare il gioco della briscola a Dorina,tentativo fallito. Luca a buttato le carte dal ponte e si e’ preso un ansiolitico… Esclama Dorina il gioco delle carte non fa per te!! Il bel Simone a subito rimorchiato una ragazza di nome Stefania ( per noi CARMELA) una dipendente della nave,dove per tutta la notte e’ sparito con lei (ancora non ci ha rivelato dov’è stato) Il viaggio è lungo dodici ore di navigazione e le poltrone sono scomodissime,allora Massimo (Spiderman) e Claudia vanno in perlustrazione sulla nave, scoprono che una porta del salone di prua è aperto al quel punto chiamano tutto il resto della truppa e via tutti giù nel salone dove ci sono dei comodissimi divani. La notte e’ passata e alle prime luci del giorno si vede terra tutti gridano Sicilia,Sicilia invece no e’ Lampedusa. Un po’ attristati ci rimettiamo a dormire. E alla fine quando ci risvegliamo ci troviamo a Palermo. Uno sbarco rapido,foto di gruppo al porto di Palermo e via tutti frenetici si parte da li alla volta di Trascina di Selinunte; questo speravamo!! Invece no il tanto AMATO TOM,TOM di Giandark come fosse impazzito (forze non capiva il dialetto siculo dei satelliti siciliani o non capiva la lingua) ci ha fatto fare 4-5 volte il giro dello stesso isolato.. 

A quel punto tutti ci siamo guardati Giandark ed in coro ma silenziosamente lo abbiamo mandare a cagare lui e il suo TOM, TOM. Finalmente siamo arrivati leggendo i cartelli e seguendo il nostro istinto (mentre Giandark cazziava il Tom, Tom per avergli fatto fare una pessima figura). Un piccolissimo Campeggio in riva al mare gestito a conduzione famigliare (Camping Hawaii). A mala pena ci entrano 7-8 camper e una quindicina di tende e solo noi siamo 6 tende. Si inizia a montare l’accampamento ogni coppia si prende uno spazio e formiamo un cerchio con le tende Claudia cerca di stare il più lontano possibile da Marco e Alessandra,perché dice che Marco RUSSA e non la fa dormire. Spiderman va subito dalla Sig. Francesca per chiedere cosa si può mangiare(e te pare!! Comunque ci ha fatto mangiare tutte specialità siciliane,Pasta con le melanzane,Caponata,Sarde,Polipo con patate ecc,ecc ad una cifra di 10 euro. ) Simone e Luca si sistemano la loro tenda, Ivana telefona ai PISELLINI (i propri figli),Mimmo e Dorina giocano e ridono in continuazione mentre Elisabetta,Marco ed Alessandra sono gia a mollo nella bellissima e splendente acqua BLU della Sicilia. La sera si va a mangiare su consiglio della Sig. Francesca in una pizzeria del luogo. Li c’e un ragazzo il proprietario di nome Diego,appena ci ha visto arriva ci ha accolto come fossimo dei marziani,lui un fanatico del Motocross ma comunque un grande appassionato di moto. Ci fa parcheggiare le moto dentro il ristorante,neanche fossimo delle star.. Tutti ci guardano incuriositi e affascinati,ogni tanto dai tavoli affianco si alza qualcuno e va a vedere le moto. Nell’attesa che arriva la pizza scattano le sfide a bigliardino con conseguente bevuta. Diego ci fa mangiare e gustare pizza a sazietà non finiva più di portarla… Per un prezzo di 8 euro.

Il 1° giorno si va ad Erice in provincia di Trapani. Paesino bellissimo e molto caratteristico per i suoi numerosi vicoli,negozietti con prodotti tipici,vista panoramica mozzafiato(siamo quasi a 850 Mt di altezza dal livello del mare) con il promontorio sottostante di San Vito lo Capo e le bellissime Isole Egadi. Si scattano un numero impressionanti di foto,Ivana sembrava una Giapponese impazzita clik ,clik foto a volontà fino a che non gli abbiamo tolto le batterie della macchinetta fotografica. Si va a mangiare in un ristorante tipico dove mangiamo molto ma molto bene con un prezzo ragionevole. Per arrivare abbiamo costeggiato tutta la costa Nord Ovest della Sicilia,attraversando numerosi paesini e belle cittadine come Castelvetrano,Marzara del Vallo,Marsala e Trapani. 

Il 2° giorno ci concediamo un po’ di riposo e andiamo a visitare vicino al nostro campeggio una Riserva Naturale Foce del Fiume Platani. Tutto il giorno mare,sole(anche troppo,si muore dal caldo tanto e’ vero che stiamo più a mollo in acqua che sulla spiaggia),spiaggia,bagni, passeggiate chi a piedi,chi in canoa e chi prende il pedalò. Che bellezza si inizia ad assaporare la vacanza. 
Il pomeriggio andiamo a visitare l’acropoli con le sue rovine,una vera e propria meraviglia,il tempo e’ poco perché siamo arrivati quasi a chiusura ma con passo felino ci visitiamo tutto senza tralasciare nulla. E ARIECCOLA!! E’ partita Ivana clik,clik e giù foto a volontà che insieme a Simone e Giandark non si fermano un attimo di scattare foto. Max214,Eliducati ,Marco e Sandra si allontanano del resto del gruppo (non c’e la fanno più a posare per le foto) e vanno avanti nella visita. Dopo molte ma molte foto vengono raggiunti degli altri e si fa ritorno in campeggio. Una volta arrivati si inizia a preparare un po’ di bagagli lasciando fuori dalle valigie lo stretto necessario per lavarsi, visto che il giorno dopo ci aspetta un alzataccia con lo smontaggio del campo tende e il viaggio con tappa ad Agrigento dove abbiamo intenzione di visitare la Valle dei Tempi e rimanere due giorni.

Da qui lascio la parola a DORINA..

Esiste una vacanza…La mia vacanza…
La vacanza di una milanese che concepisce le sue ferie come un momento,il più lungo possibile,per non fare assolutamente nulla,niente programmi o regole da seguire,doveri o lavoro. Dormire e dormire tanto e anche comodamente,tuffando il viso in un cuscino morbido grande e tutto mio.
Una milanese che per concetto di vacanza non ritiene opportuno parlare di campeggio,scomodità e fatica.
Spiaggia,mare,sabbia,sole,ore e ore a far niente per poi abbandonarmi in un frenetico shopping… Belle cene a lume di candela e notti di passione… In un vero letto.. Con bagno tutto nostro.. Ed un armadio anche piccolo! E invece dopo anni e anni di vacanze oziose,arriva lui! Romano,Siciliano,ancora non mi è ben chiara la sua origine,per me Domenico,per altri Mimmo,chi Mimmuzzo,anche sul suo nome esiste molta confusione.. Dolce,bello,simpatico,tranquillo (pensavo io)… E dopo cinque mesi insieme mi ritrovo con lui e altri dieci “pazzi” in vacanza,in moto,in campeggio,in tenda e per giorni e giorni tutti quanti insieme senza privasi ….Io? Oggi è Ottobre e mi chiedono di scrivere un pezzo sulla nostra vacanza… Sono passati due mesi dalla partenza di quel avventura. Oggi,dopo tutto questo tempo ancora riguardo le foto e a chi mi chiede com’è andata semplicemente rispondo” LA VACANZA PIU EMOZIONANTE DELLA MIA VITA”.


Nella mia quotidianità milanese cosi ripetuta,a volte noiosa perché scontata,rimpiango quei giorni ,ogni momento era imprevedibile,ogni situazione dava emozione e ogni problema era sfida con noi stessi,collaborazione e sostegno nel gruppo. Sette Moto,sette Ragazze,cinque Ragazzi,dodici persone,che ce ne fosse stata una uguale all’altra!! Caratteri forti e decisi,con qualità,ma anche difetti,fragilità,timidezze (poche) abitudini e vizi. Tutto nello zaino e via si parte. Poco avrei scommesso sulla riuscita di quella vacanza,non non credo molto nella condizione di spazi e ritmi fra persone che poi così tanto non si conoscevano,ma incredibile a dirsi,con lo stesso entusiasmo con qui siamo partiti così siamo tornati.
Allora ci si chiede qual è stato il segreto di un risultato così positivo? E’ forse la voglia di stare insieme,il rispetto e la forza di accettare scelte di gruppo? E nonostante i desideri di alcuni venissero sacrificati,dimostrando così capacità di compromesso e maturità che ci hanno permesso di costruire,vivere per poi ricordare…
“Ora parlo della vacanza:” Credo che fosse il 19 Agosto,per la mia felicità,anche questa mattina vuoi o non vuoi la sveglia è sempre molto anticipata rispetto alla mia voglia di alzarmi. Apro la tenda e a mia sorpresa mi entra Max214 che si accoccola a me ed a Mimmo (chiaramente per gioco). Finite le coccole ci alziamo e do uno sguardo alle altre tende e noto una tenda chiusa,sigillata e immobile e così sarà per ogni mattina di questa vacanza: Claudia e Massimo,ma come se la dormono,indifferenti al rumore,al caldo e ai doveri. Osservo la loro tenda piccola dimora e ancora in dolce riposo con una sorta di invidia!! Sono però tanto felice,sto bene e mi sto divertendo,e proprio la sera prima ho trascorso uno dei momenti più belli che mi piace ricordare e conservare gelosamente nella mia memoria. Sono stata in spiaggia,da mezzanotte alle quattro,accartocciata nel mio sacco a pelo, ma non da sola,il motociclista della moto gialla ara li insieme a me,Ascoltando il mare cosi nero che vive e si muove per ogni secondo di vita,guardando per la prima volta le stelle cadenti ,ma non sapendo bene cosa esprimere,perché ciò che più desideravo al mondo in quel momento,io già l’avevo accanto a me.. Dopo questo breve ricordo ad occhi aperti e’ il momento di svegliarsi e darsi una mossa. Sono già tutti in piedi,attivi e frenetici per la nuova partenza. Pero c’è solo una tenda ancora chiusa indovinate quale? Mi sto lavando i denti,in questo lavandino comune a tutti i villeggianti e chi trovo davanti a me con tutto il dentifricio in bocca e con gli occhi ancora chiusi dal sonno? Che tutto sembra tranne una persona normale! Si è lui max214! Ma dico non puoi sputare più in la il tuo dentifricio? Proprio davanti a me ti devi mettere.. e lui mi risponde “dobbiamo stare vicino,vicino”..


Qui già tutti operativi,bisogna togliere le tende,ma nel vero senso della parola,si parte da Selinunte e prossima tappa ad Agrigento.
Il viaggio è abbastanza lungo,abbandoniamo quel campeggio,così piccolo ma così accogliente e sarà quello che fra tutti i campeggi provati ci ruberà il cuore. Siamo pronti,moto accese,tutti in fila,imbracati come degli astronauti,i bambini esaltati dal rombo delle marmitte e dai colori così brillanti delle moto e dei caschi,ci salutano,come rappresentassimo un loro desiderio che si allontana e se ne và. Nella mia memoria non è rimasto molto degli spostamenti,ricordo molto bene il piacere che avevo guardando a destra e a sinistra della strada,perché la Sicilia e’ una terra bellissima,in ogni suo tratto va guardata,un panorama,una città vista da lontano,un vasto prato,il cielo azzurro e questo mi distraeva dallo zaino che pesava sulle spalle,sempre di più per ogni ora di moto che si faceva. Le mani sul serbatoio erano indolenzite e si improvvisava un po’ di streching. Per non restare del tutto bloccate! Claudia in questo era una vara atleta!! Ad un certo punto da lontano vedo Agrigento e anche qualcosa della Valle dei Tempi. La città non l’abbiamo visitata per motivi di tempo,ma vista da così lontano sembra una metropoli in miniatura. Arriviamo ad Agrigento in tarda mattinata,il campeggio è molto grande,ma visto la scarsa pulizia dei servizi igienici,sarà il campeggio peggiore che visiteremo. Ci danno la piazzola,io sorrido ma già sto pensando che bisogna rimontare la tenda,gonfiare il materassino e vestirsi in tenda,che tutto è da ridere anche li! Dover cercare in una borsa microscopica,ciò che non ricordi neanche di aver portato e se l’hai portato,moh! Dov’è? Come al solito ci dividiamo lo spazio per montare la tenda e tutto un tratto si avvicina una famiglia di terroni puro sangue,grossi,bassi e pelosi! Ci guardano,ingrugnano e ci sfidano sul diritto della piazzola.. “qui c’eravamo noi!” dice uno di loro, e noi replichiamo coraggiosamente,”il gestore del campeggio ci ha detto di meterci qui!” ed inizia la polemica fra donne romane e quelle siciliane. Io scelgo di stare zitta,che se solo scoprono che sono di Milano mi fanno la festa e mi danno fuoco!! Alla fine come in ogni bella storia vincono sempre i buoni,belli,simpatici e quelli senza peli cioè noi… Oggi bisogna affrettarsi a montare e sistemare,alle 14:00 c’e il GP delle Moto e dato che al bar c’e la TV non c’e mare o spiaggia che tenga e allora mi aggrego ben volentieri ma non per la gara ma dove c’e un bar c’e cibo! E io ho fame già da due ore andiamo a mangiare? 


Il campeggio comunque non è brutto la spiaggia è carina e anche il mare è pulito anche se l’acqua è sempre molto fredda come del resto in tutta la Sicilia. In questa tappa ad Agrigento c’e stata la mitica serata della PASTA.. La favolosa e indimenticabile pasta al pomodoro cucinata da Eliducati che ha dato fondo a tutta la sua pazienza quella sera per accontentare quel rompino del marito che senza pasta iniziava a dare di matto. Calcolando che non avevamo nulla per cucinare solo fornello piccolo,piccolo e una pentola che messa sul fornello era grande,grande ma anche tanto vuota. Infatti si doveva e così abbiamo fatto comprare tutto,dalla salsa di pomodoro,ai condimenti e infine il detersivo per poi lavare il tutto. In attesa che la cena fosse pronta,si stava tutti insieme a chiacchierare,chi stendeva i panni (Sandra ha consumato tutto il detersivo della Sicilia,soprannominata LA BELLA LAVANDERINA), chi si faceva bella tra spazzola e trucco (vedi Ivana una vera e propria maestra nell’arte di arrangiarsi in campeggio) e chi bevevo,ma non era acqua…. Era vino .. Il loro… E si Domenico per gli amici Mimmo giungeva con questo bicchiere sempre pieno di vino rosso ed era anche buono (un Nero d’Avola) e bevevo,finiva spariva,ritornava e il bicchiere era di nuovo pieno e ribeveva, sempre in attesa che la pasta cocesse, di conseguenza sempre a stomaco vuoto. E la domanda giunge spontanea.. Scusa tesoro dove prendi il vino? Lui con la tranquillità che lo rappresenta sempre mi indica i nostri vicini di tenda un gruppo di ragazzi molto gentili e disponibili visto che ci avevano ceduto un po’ di olio e altre cose. E continua Domenico,dicendomi me lo stanno offrendo loro, io guardo non vedo nessuno e gli rispondo ma loro chi? I ragazzi sono usciti non c’e nessuno !! E lui ridendo perché già mezzo brillami dice ” si ma il vino e’ li sicuramente l’hanno lasciato per noi”. Sono allibita ! Ma come se non fosse successo nulla Domenico si alza,ma io non gli chiedo dove va’,già lo so, il bicchiere è vuoto tocca riempirlo!!


Non ricordo quando la pasta sia stata sul fuoco ma per non ricordarlo è perché di tempo nell’attesa ne è trascorso tanto,parliamo di ore e ore in qui qualche neurone e su dodici persone affamate si è attivato e abbiamo ritenuto opportuno che un fornello così piccolo non poteva bastare e di conseguenza altra puntatina al supermercato e oltre a tutto quello che già avevamo comprato per questa benedetta pasta,anche un fornello più grande,che comunque ha risolto molto il problema della cottura. Tirando le somme questa cena c’e costata fame , pazienza e cosa lo dico a fare Money , Money , Money con il risultato che Domenico era ubriaco!! Dopo la cena, inizio preparazione ore 18:00 e se non ricordo male servita alle ore 23:00, si hanno diverse reazioni fisiche, io mi accascio in un sonno profondo quasi eterno , metà del gruppo mi segue e l’altra metà invece drogati di stanchezza o per rivendicare quella serata, decidono di uscire in cerca di una gelateria ” che non troveranno MAI “. Il mattino dopo meta intelligente : LA VALLE DEI TEMPI.
Arriviamo,parcheggiamo le moto con dovute coccole e attenzioni per questo breve abbandono. A tal proposito desidero aprire una parentesi molto breve.. Tante cose mi hanno dato da pensare durante questo viaggio,fra queste rientra il dialogo che si istaura fra il motociclista e la sua Moto,parlandoci e accarezzandola dandogli nomi o vezzeggiativi “vedi una certa Rosina che ho capito solo più tardi che non faceva parte del gruppo ma era solo il nome della moto si Simone” ! Chiusa parentesi.


Cosa vedono i miei occhi!! No non sto parlando della Valle dei Tempi ma ci sono le bancarelle,lascio libero sfogo al mio shopping castigato comunque per problemi di spazio e peso, allora mi limito all’acquisto di infinite cartoline,mentre Ivana ha un attacco di macchinetta fotografica e inizia ad immortalare anche il proprietario della bancarella. Il resto del gruppo organizza un agguato ad un banchetto ambulante di frutta in particolare di UVA.. Uva.. Quanti danni poche ore dopo.. Finalmente entriamo nella Valle,fotografiamo tutto in verticale, in orizzontale foto di gruppo e da soli a coppie ed autoscatto.. sempre degustando quella buonissima uva che ognuno di noi aveva in un sacchetto di plastica con una bottiglia di acqua fresca dentro per non far riscaldare l’uva. Ascoltiamo ciò che le guide di altre comitive spiegano e anche se lo facevano in lingua Giapponese,noi lo ascoltavamo lo stesso tanto per dare un senso culturale a quella visita.
C’e una giornata caldissima e da visitare c’e tanto e ci soffermiamo su molti dettagli,commentandone i materiali,le grandezze,gli anni di vita,la diversità di colore e di ristrutturazione ma ad un certo punto accade qualcosa ai rudi motociclisti WC, WC, WC ore ed ore nel bagno della Valle dei Tempi per cause improvvise incentivate da infiniti chicchi di uva ingurgitati a stomaco vuoto sotto il sole. Siamo dei grandi! Si dei grandi STR…I!! Finiamo il nostro giro nel tardo pomeriggio,siamo stanchi ma contenti,culturalmente arricchiti e a livello intestinale molto vuoti. Moh! Che famo stasera da magna? Che se magnano? con un accento romano la voce del gruppo si fa sentire. Aggiudicato carne alla brace, per rivendicarci della pasta al pomodoro vogliamo ancora tentare di cucinare in campeggio senza ricorrere al ristorante o affini. Usciamo dalla valle e con palpitazione e ansia ritroviamo le nostre ” donnine ” a due ruote. Tutte e sette più belle che mai.. Mah !! Sarà.. Cerchiamo un supermercato da saccheggiare che abbia carne buona e una volta trovato come pazzi affamati prendiamo un carrello e mica ci mettiamo la spesa come tutte le persone normali! Noi no! Noi ci mettiamo i dodici caschi e la spesa? Un po’ in mano e un po’ in un cestino ” era troppo facile prendere un altro carrello ” . Breve consulto prima di arrivare in cassa e li chi diceva che era troppo ,chi diceva che era troppo poco (Massimo e Gianni ) chi quello no non serve e chi quello si prendiamolo, lascia, prendi lascia,prendi non si finiva più per la disperazione di Luca,ma alla fine c’e l’abbiamo fatta. E stata dura ma alla fine usciamo da quel benedetto negozio,spesa in moto e via al campeggio,anche perché pioviggina e non è bello. Massimo,Marco e Luca si dedicano alla cottura della carne mentre noi prepariamo un po’ di insalata.

La carne alla brace è buonissima,salsiccia,petto di pollo,wurstel,braciola,vino rosso pane fresco e insalata. Seduti in cerchio su appoggi di fortuna,con il fuoco che illumina occhi e sorrisi,trascorriamo la cena che più ricordo con piacere. In questa occasione io e Domenico abbiamo brindato tante,tante ma tante volte,ma questa volta il vino era il nostro!! A fine cena barattiamo con dei villeggianti che sono appena arrivati,cedendo parte della nostra cena cioè gli avanzi,ricevendo in cambio una tazzina di caffè. non contenti si va al bar del campeggio,ci ritroviamo a bere chi un amaro,chi un dolce e chi fa il bis di amaro. Siamo sereni contenti e felici di stare insieme e quando stai così bene non ti importa più di nulla,ti scordi di tutte le comodità e belle abitudini che avevi lasciato a casa,qui ti trovi a fare la fila per una doccia calda,o per lavare i piatti o panni,di sera,all’aperto diventa più divertente e più gratificante di qualsiasi altro lusso,perché stai bene dentro con te stessa,stai bene sempre,stai bene ovunque e soprattutto stai bene con gli altri.
Da Agrigento il mattino dopo ci spostiamo e quanto ancora ci sarebbe da raccontare,perché anche se il tempo è stato poco di cose ne abbiamo fatte tante e tanto abbiamo visitato.
Allora potrei raccontare di Taormina e del suo lusso,della piazza dove abbiamo mangiato con la musica che ci faceva compagnia,grazie a personaggi del posto,che con costumi e strumenti locali,dando grande spettacolo,ci facevano divertire. E potrei raccontare di Castel Mola,un paesino poco sopra Taormina,conosciuto per un locale molto particolare e per il vino alla mandorla,per il panorama e per tutte le curve che bisogna fare per arrivarci,per l’adrenalina di lui.. Per la stizza di lei cioè me la zavorrino!! E ancora potrei scrivere di Rocca Lumera,della cena a base di pesce dalla mamma di Domenico e del mio grande imbarazzo nell’ incontrarla (la suocera). Del caldo torrido che ci buttava sempre in acqua,del mare mosso che ci trascinava sulla riva in balia dei cavalloni e ancora delle Gole di Alcantara,di Isola Bella,dell’Etna per me un posto fantastico ed emblematico. Delle squisitezze di granite di caffè con panna montata,sopra,sotto e intorno con brioche del peso di un panettone.


E potrei raccontare pagine e pagine di vacanza,ma l’emozione di questa esperienza,per me del tutto nuova è difficile da poter concretizzare in parole,perché quando ti prepari ad una partenza puoi prevedere tante cose,se farà freddo o farà caldo se ti muoverai tanto e dove e quanto,se ti divertirai,quanto spenderai,ma di certo non puoi prevedere come starai in quel contesto e cosa proverai.
Ed era questo che per ogni giorno non è mai mancato,chiederci sempre “come stai?” Perché c’era l’interesse nel stare bene tutti insieme e allora esisteva che se avevi finito di smontare la tua tenda e sistemare la moto,si aiutava chi era più indietro e esisteva che si discuteva insieme se c’erano dei malcontenti sulle tappe previste e sui posti da visitare,cercando nel limite del possibile di accontentare tutti.. E esisteva l’altruismo di chi era meno carico e si prendeva pesi e bagagli di altri.. E esisteva di fermarsi tutti tempestivamente se c’era qualcuno in difficoltà,con borse che cedevano perché non legate bene,con Api che entravano all’ interno del casco,con elastici che servivano per sostenere il carico sulla moto che si sfilacciavano e si ingarbugliavano ai passeggeri stessi creando una matassa di comicità.. Tutto ciò esisteva perché non era la vacanza di ogni singola persona o coppia,era la nostra vacanza,di un gruppo compatto e affiatato. Ma ciò che trovo ancora più bello e significante è il fatto che tutto quello che ho visto ed è esistito in quei quindici giorni fra di noi,oggi esiste ancora.. Ed io che in punta di piedi entro a far parte di questo gruppo,un po’ intimorita un po’ dubbiosa al termine di questa vacanza prendo il mio solito treno,che mi porta nella mia solita città che da un po’ di tempo mi sta stretta e ritorno a quella quotidianità fatta di lavoro,problemi e soluzioni e arriva la sera,la giornata si conclude e nel silenzio che mi circonda ripenso a quei momenti,alle battute a raffica di Gianni,ai dispetti di Maximiliano,alla dolcezza delle ragazze,a Marco che dice sempre.. “sto immezzo a un mere de guai e c’ho rimesso anche stavolta!” Alla presenza di Domenico e tutto manca e mi accorgo che non è stata solo una vacanza,ma un pezzetto di vita nel quale ho costruito qualcosa di buono,perché tanto ho ricevuto,con la speranza di essere stata capace di contraccambiare allo stesso modo.. Con lo stesso AFFETTO.

Ora passa la penna ad IVANA
…bè era ora di togliere di nuovo le “tende” come si suol dire …CAMBIOOO!! Dopo aver smontato, piegato, sgonfiato ognuno la propria tenda in una sorta di “tacita gara” si procede alla ” ricarica” delle nostre povere moto sotto quei pini ombreggianti grondanti di resina. Ognuno di noi si è sporcato almeno per una volta toccando accidentalmente qualcosa di appiccicoso qua e là…ma con il sapone miracoloso che ha portato Gianni nulla è rimasto sulla pelle e sulle mani se non quel lieve profumo un po’ aspro che fa molto “Pino Silvestre”. Diverso è invece per le gocce cadute sulle moto che qualcuno dice lasceranno purtroppo inesorabilmente il segno. Scorgo negli occhi dei centauri una smorfia di rassegnazione…forse perché, tutto sommato, si sarebbe trattato di un pezzo di Sicilia che ci saremo riportati a casa con noi. Anche se ormai siamo pronti per la partenza si và ancora a “spiluccare” a quello che era stato il nostro “tavolo” e “gas” da cucina dove ancora possiamo trovare biscottini , caffè e la nostra insostituibile “NUTELLA” della serie “ma dove vai se la nutella non ce l’hai!!” Ci guardiamo un po’ perplessi ma come.. abbiamo regalato pentole e scolapasta e invece di essere più leggeri…qui.. siamo sempre più voluminosi?!? Abbiamo conservato anche olio, sale,detersivi per panni e piatti, ma soprattutto.. la polvere per fare il caffè, che serve sempre. Però al momento della partenza penso e dico: – Ragazzi ma perché non regaliamo anche questo pacchetto di caffè a qualche persona qui al campeggio così viaggiamo più leggeri? Qualcuno mi risponde:-Tranquilla…tutto a posto…c’è spazio…li porteranno Massimo e Claudia!!…-.-Che strano…penso…ma ci sono già Luca e Simone che viaggiando senza zavorrine si sono offerti di portare la loro tenda, più sgabelli e altre cose non sò neanche di chi…MAH! Chissà dove riusciranno ad infilare queste cose…e meno male che abbiamo solo “due ruote!!”. Siamo veramente armati fino ai denti. Formiamo proprio un bel gruppo noi…ognuno porta qualcosa dell’altro…e tutto SENZA LAMENTI…che chiedere di più dalla vita? Ci sentiamo un po’ più nervosi del solito forse perché sappiamo quello che ci aspetta…questo sarà il PERCORSO Più LUNGO…e sarà dura…ma a noi chi ci ferma? In questo campeggio non ci abbiamo lasciato il cuore…non ci è piaciuto molto, aveva qualcosa di “poco famigliare” e me lo ricorda di nuovo Betta che lo ripete a noi tutti ancora una volta prima di saltare in sella. Per quanto mi riguarda io sono comunque triste…sono una sentimentale…e ogni volta che saluto una persona o un posto mi viene un nodo alla gola e l’occhio lucido. Gianni ormai mi ha capito, sà quello che provo…mi si avvicina, mi dà un buffetto alla guancia, un soffice bacio sulla fronte e poi mi fà un sorriso che dice tutto…e già mi sento meglio. Mentre si sale per quella ripida salita che ci conduce fuori dal campeggio si “strombazza”un po’ per salutare. Qualcuno è davanti alla ringhiera del ristorante e risponde sorridente al saluto. Spesso anche signore anziane e bambini, che agitano le loro mani e io rispondo sempre volentieri al saluto e a volte lo anticipo anche perché mi dà una BELLA EMOZIONE rendermi conto che il bimbo può pensare:-Che bello, il motociclista mi ha salutato…!! E viaaa!! Si sfreccia incolonnandoci uno dietro l’altro. Max è quasi sempre la locomotiva, si alterna con Gianni, che con il loro Tom Tom le strade le sanno tutte!!! Peccato che a volte le loro rispettive “indicazioni” non coincidono e allora lì si fa ad intuito e poche volte in effetti ci si sbaglia. Gianni decide di lanciare in corsa la sua DUCHESSA. Mentre ci sorpassiamo a vicenda giocando anche un po’ a far finta di litigare tra noi scalciando qua e là con i piedi. Osservo il resto del gruppo mentre gli sfrecciamo a fianco. Betta abbraccia suo marito Max con tenero trasporto…ora è lui che la porta e lei anche se un po’scomoda ha un’aria compiaciuta; il suo uomo ora la guida all’avventura e la protegge con le sue spalle forti…e che spalle!!! Alessandra, che invece con la sua “FIAMMETTA” ormai ha stretto un patto…MARCO se l’è meritata questa guida da TITOLARE e con i loro caschetti aperti sono un po’stravolti per quel aria calda e pungente che vi entra, ma in compenso riusciamo sempre a vedere bene i loro “denti” quando ci fanno quel sorriso felice a volte anche un po’sofferente per via di quel “megazaino” che si portano dietro. Simone e Luca, invece, ci fanno da jolly, nel senso che essendo più liberi di noi si possono muovere più agilmente e anche se non hanno le “zavorrine”, di BAGAGLIO ne hanno sicuramente “nà cifra”. Quindi ci fanno da scorta e con il loro “self control” ci fanno dei “gesti convenzionali” della serie:- Ok è tutto a posto- o :- Attenzione carico sporgente- oppure – C’è qualcuno che è rimasto indietro!- e noi – Accostiamo ed aspettiamoli! Mimmo e Dorina con la loro Ducati gialla sono come una zanzara dispettosa…ora sono lì…ora sono là…ma sicuramente non passano mai inosservati…quel puntino giallo lo vedi sempre anche se è lontano…ma…che succede? Non si vedono più “l’Uomo Ragno” e Claudia…che fine avranno fatto? I”body guard” Luca e Simone ci fanno un cenno :- Si sono fermati- dicono :- Si stanno perdendo i bagagli!- io penso :- Questa scena non mi è nuova…mi sembra di averla già vissuta…in effetti non è la prima volta. Accostiamo per aiutarli visto che ci troviamo nelle immediate vicinanze e la scena è bizzarra. Lo scarico della moto con il suo calore ha RECISO un tirante dei bagagli ormai pronti a rovesciarsi. Nessun dubbio…Gianni sa già quello che bisogna fare…visto che si tratta del “reperto mangiatoia”…e cioè si BUTTA TUTTO in un campo lì di fronte…olio, caffè e sapone per piatti…viaaa!! Era prevedibile che succedesse…erano pieni di bagagli, armati fino alle orecchie. Doveva succedere, era sicuramente questione di tempo…risalgono in sella. Massimo scuote la testa, è un po’dispiaciuto…ma pazienza. Claudia si sistema. Ormai le sue posizioni da “zavorrina” non hanno più niente di UMANO, tutte lei le trova…addirittura riesce anche a dormire seduta in sella ormai…mah! Ci rimettiamo in corsa. Proseguiamo per la superstrada ENNA per poi seguire le indicazioni PALERMO-CATANIA ed infine direzione MESSINA. Sfrecciamo stanchi sorpassandoci di tanto in tanto l’un l’altro e già che non c’è traffico si và spediti. Non sono esperta io…sono appena entrata in questo mondo di DUE RUOTE ma anche se ho il casco che mi protegge dai rumori esterni, comincio a riconoscere e distinguere il rombo di una Ducati e chi la guida dalle altre non altrettanto “moto italiane” ma comunque pur sempre rumorosa da poter definire a chi appartiene: tipo l’Honda di Simone e la Yamaha di Luca. Si fa un’altra piccola sosta e si mangia qualcosa all’ombra. Il caldo è sempre tanto. Qualcuno saluta una coppia che è di passaggio e che proviene delle nostre parti. Si fà rifornimento. Gianni ride…lui spende sempre pochissimo…la sua “Duchessa” è proprio a basso consumo…gli altri mica ridono tanto…! Finalmente si vede la luce e cioè il cartello dell’uscita per “ROCCALUMERA”.

Siamo arrivati. Dobbiamo solo cercare il campeggio in località LETOYANNI chiamato Paradise. Si fa un po’ di avanti e indietro:- No non è qui…no non è neanche qua. Poi un passaggio a livello e al di là l’obbiettivo finale. C’è un po’ di nervosismo. Io con quel megazaino sulle spalle che tutte le volte che risalivo in sella LUCA e SIMONE a turno mi issavano e agganciavano alle spalle…non ce la facevo più, era davvero pesantissimo…e meno male che avevamo tolto anche quella “grossissima” catena!! Ci si metteva pure il treno che non passava mai e sotto quei caschi e quelle giacche, ormai c’era un fiume di sudore che ci bagnava e ci toglieva il respiro. Vedo anche gli altri stanchi e accaldati e anche se personalmente tollero bene il caldo in quel momento sembra veramente che siamo tutti all’esalazione dell’ ultimo respiro. Dorina intima a qualcuno di smetterla di prenderla in giro per quello che sarebbe stato il suo primo incontro con “la di lei suocera” visto che Mimmo è proprio di quelle parti e quindi qualche giorno l’avrebbe passato a casa con la mamma e gli altri parenti. Già era preoccupata di suo…e noi evidentemente a furia di scherzare per sdrammatizzare “si era sdrammatizzato troppo”. Appena si apre il passaggio a livello si riparte spediti ed ecco ci, di lì a poco arrivati. Si consegnano i soliti documenti. Squilla il telefono, qualcuno da ROMA mi vuole salutare. Salutiamo Mimmo e Dorina per poi rincontrarli nuovamente la sera a cena a casa della mamma di lui. Ci fanno scegliere la piazzola. Ne scegliamo una con qualche albero. Il proprietario ci spiega che lì avremo l’ombra fino alle DIECI del mattino e che però…AIMé…ogni tanto sarebbe passato IL TRENO un po’ lì vicino:- Vabbè, poco male ci diciamo…tanto mica si stà sempre in tenda! Passa un ragazzo con il motorino che ci allaccia la corrente. I ragazzi piazzano la solita “lampadina” che illuminerà il nostro accampamento esterno. Stavolta non possiamo issare Mimmo…di solito era lui quello che si arrampicava. Attacchiamo i soliti fili per stendere il bucato e l’immancabile AMACA. Poi si procede al rimontaggio di tutte le tende. Gianni è un “perfezionista” e quindi dopo aver sistemato tutti i dettagli difficilmente siamo i primi a finire. Anche perchè il suo armamentario da viaggio viene spesso prestato prima a qualche “bisognoso” collega. Lui è di carattere generoso e quindi il suo “martelletto” con “l’uncino” togli e metti picchetti e il “funzionalissimo compressore” per materassini che gonfia e sgonfia in una MANCIATA di secondi è sempre impegnato dal più veloce del gruppo. Anche i picchetti con questa terra brulla hanno preso delle forme che ormai non hanno più niente a che vedere con lo stato iniziale. Sono davvero deformati…alcuni addirittura sono stati gettati via perché inservibili. Massimo e Simone aiutano me e Gianni a riparare il materassino con il tip top e il mastice che al campeggio di Agrigento si era stranamente bucato. Lo lasciamo riposare un po’ e poi lo “testiamo”…è ancora gonfio…EVVIVA! L’idea di dormire sull’erba secca e il terreno rigido non mi piaceva molto. Scorgiamo Marco, che tutto soddisfatto, con un coltellino, si è arrampicato sù di un muretto per raggiungere ed assaggiare un “fico d’india”. Si và a fare una piccola ricognizione…BAR, MARE e BAGNI che sono pieni di bei MOSAICI e puliti. Purtroppo però i MASCHI non ci potranno fare da scorta visto che siamo “inesorabilmente” divisi… MASCHI a monte e FEMMINE a valle. Domanda: già è complicato co’ stà “carta igienica” che per trovarla è sempre una “caccia al TESORO”…è il caso di dire:- Chi l’ha vista? E con il fortunato di turno che riesce a trovarla per “primo” si instaura una specie di STAFFETTA, avanti e indietro, ora la PRENDO IO, ora la PRENDI TU…mi presti la tua che non trovo la mia…ora sarà peggio che mai. Oltretutto ci si mette anche lo spaccio che non c’è mai niente, sono lenti, non capiscono mai quello che chiedi e soprattutto…non hanno mai la “carta igienica…!” è già tardi, dopo aver fatto una doccia veloce ci si prepara ad uscire per cena.

All’uscita il proprietario ci spiega che dopo le 23:00 non si può rientrare perché le moto ovviamente fanno troppo rumore. Ma anche qui riusciamo a strappare un “Và bè RAGAZZI…” potete rientrare anche dopo, però a motori SPENTI! Quando ci troviamo davanti l’indicazione con il cartello”ROCCALUMERA” ci facciamo dei gesti perché qualcuno vorrebbe fermarsi e farsi una foto ricordo. Ma siamo ormai tutti d’accordo, è un po’ tardi, è maleducazione farsi aspettare…e poi ne avremo “occasione” visto che questa sarà la campeggiata più lunga. Su consiglio di Gianni che lui è già stato lì in quei posti e conosce i luoghi più belli e le cose più BUONE passiamo a comperare le paste “siciliane” da mangiarci dopo cena, che poi nella confusione ce le saremmo dimenticate in quel BAR ritrovandole poi per fortuna poco dopo. Fortuna si fà per dire perché avrebbero fatto parte dei kg che avremmo scoperto di esserci guadagnati alla fine della vacanza…nessun escluso. Me compresa che neanche in un anno ho mai messo 3 kg…e ora in 15 giorni…incredibile! Ma è evidente, la Sicilia è la Sicilia…e chi ci è stato lo sà…e chi no lo scoprirà. Quando con la nostra moto dal rumore “possente” siamo entrati in quei piccoli vicoli di quel delizioso paesino,abbiamo colto i soliti sguardi di ammirazione e stupore della gente del luogo,parcheggiandole in una piccola piazza proprio davanti casa di Mimmo. Subito lui e la mamma ci vennero incontro per salutarci tutti. Qualcuno già conosciuto in precedenza e qualcuno no,ma gli amici di Mimmo sono per loro come una grande “famiglia” Ci sono anche le sorelle con la nipotina appena nata di cui si sarebbe celebrato il battesimo dopo qualche giorno. Dentro c’è Dorina che si stà cimentando nella cottura di fritture varie. La mamma,e cioè la signora Antonietta ci invita ad accomodarci all’ interno dove ci aspettava una profumatissima cena a base di arancini e carne con vari antipastini…il tutto accompagnato da birra fresca addirittura della “zona”; la indimenticabile BIRRA MESSINA e altre bibite. Sembriamo i “cavalieri” della TAVOLA ROTONDA. Ad un angolo c’è un ventilatore che ci manda una vampata di ossigeno di tanto in tanto. Qualcuno stà cenando fuori perché il caldo è davvero troppo…ma anche fuori non si scherza mica. A questo punto della serata ci rendiamo conto di aver dimenticato il DOLCE acquistato poco prima; quindi qualcuno salta sulla sua moto per andarle a recuperare. Io e Marco riceviamo telefonate da Roma…anche lì fa tanto caldo…è il caso di dire “paese che vai caldo che trovi”. Arrivano i dolci…uno basta per TRE persone…mamma mia che buone…sono enormi.

Dopo cena ci facciamo un giro a piedi. È incredibile come anche solo l’aria pura e semplice sia piena di profumi TIPICI e non solo “culinari” ma parlo della “terra in generale”. Ci sono dei fiori e frutti che emanano odori…indimenticabili. Chiedo incuriosita a Mimmo di cosa si tratta, e lui orgoglioso mi spiega che sono Zagare, Mandorle e Gelsomini…che spettacolo…! Arriviamo al bar dello stabilimento dove Gianni e Mimmo avevano trascorso le loro vacanze l’anno prima. Il proprietario li saluta calorosamente. Anche la moglie, che ha qualche dubbio su Gianni visto che l’anno passato lo ricordava con i capelli lunghissimi e ora non più …è molto diverso così dice. Bè anche Mimmo li ha tagliati ma non c’è molta differenza rispetto a quando li aveva lunghi…hi! Hi! La donna commenta anche sul fatto che siamo un bel gruppo. Ci prendiamo qualcosa con sottofondo musicale anni “80” che si diffonde sulla spiaggia deserta senza sabbia ma con dei ciottoli molto consistenti. Ammiriamo stupefatti le luci che sembrano provenire dal mare ma Gianni e Mimmo ci informano che si tratta delle macchine che stanno percorrendo la strada addirittura a “Reggio Calabria”… è Bellissimo e Incredibile… si vede proprio bene,come se fosse qui. Serena, la nipotina di Mimmo ci fa un defilè di “ballo” modello “velina” con Alessandra che le fà da FANS e Spettatrice. Cominciamo a sentire la stanchezza, quindi salutiamo e ci avviamo verso casa…em cioè le “tende”. Salutiamo Dorina e Domenico (così come lo chiama lei) che ci avrebbero raggiunto la mattina dopo. Al rientro appena varcato il “cancello” spegniamo subito le moto e proseguiamo a piedi a spinta ma correndo con le moto. Ci scappano delle risate soffocate…non riusciamo a trattenerci,siamo proprio buffi… il pensiero che abbiamo le “moto” e le dobbiamo spingere e per giunta pure di corsa, altrimenti la salitina del viottolo non si superava…era proprio da ridere. Ci sono dei piccoli lampioncini che ci danno il benvenuto all’accampamento “tendopoli”. Le ragazze si mettono d’accordo per darsi compagnia per andare in bagno. Claudia che di campeggi ne ha visti,dice che la notte c’è “il maniaco”… Io dico – “quale maniaco?” e lei -“ma si sà che in ogni campeggio ce ne è uno!” è come una leggenda…non si sà chi sia ma c’è un dato di fatto…è così. A me non convince molto questa storia…forse perché per carattere sono piuttosto ottimista…e fiduciosa del prossimo. Comunque non si sa mai …terrò gli occhi aperti… Mi addormento poi stanchissima nel silenzio più assoluto.

Non è passato molto tempo quando un improvviso rumore “meccanico” sconvolge il “muro del suono”… è il nostro “treno” quel treno che a detta del proprietario del campeggio sarebbe passato appena lì vicino…ma non è “lì vicino” alle tende…porca miseria… è “dentro le nostre tende”. Ma come è possibile…siamo nel cuore della notte…chi vuoi che prenda un treno in Sicilia a questa ora!! Trema addirittura il suolo e il frastuono mi resta nelle orecchie per un po’…che smaltita..!! Dopo un sonno propiziatore vengo di nuovo svegliata di soprassalto da un altro treno…stavo quasi pensando di aver sognato ma no…AIMé!!! Purtroppo è la reatà…è proprio ancora lui…”il treno”… Sono appena le 7,30 e questo treno di…ma che ne so di quanti vagoni,,,! UN INFINITà…mi sconvolge di nuovo il sistema nervoso…è un salto unico. Anche Gianni balza seduto in un istante…e lì echeggia quel piccolo CIGOLIO dato dall’ apertura delle cerniere delle tende. “GNIIIIii…” Tutti insieme all’ unisono apriamo il varco e sbucando con la testa fuori,gli occhi allucinati e i capelli dritti con una espressione mista tra il sorriso e la disperazione dirci -“Buooongiooornooo…!” ma l’avete sentito anche voi “sto treno?” questo non è un sogno…è un INCUBO…l’abbiamo sentito tutti…anche stanotte…che fine faremo…ci auguriamo che forse non saranno poi così puntuali…sti treni…Per poi scoprire purtroppo che i treni in Sicilia funzionano bene…troppo bene…puntualissimi. Mentre gli altri sono ancora lì a commentare “il treno” decido velocissima di avvantaggiarmi a prepararmi in modo che poi possiamo fare colazione tutti insieme e quindi vado di corsa in bagno da sola incurante del “MANIACO” confidando nel fatto che ormai stanco di aver piantonato i bagni tutta la notte fosse ormai rientrato finalmente nella sua “dimora diurna”… considerato il fatto che il sole arriva puntualissimo e “pungente” non alle 10,00 ma aimè alle 7,00,purtroppo, necessita urgente anche una doccia veloce indossando poi subito costume e pantaloncini perché oltretutto anche la notte ha fatto un caldo bestiale. Mentre sono sotto la doccia sento MAX chiamare ad alta voce Betta… – “Bene” penso -” allora non sono sola,eventualmente c’è anche lei con me nei bagni deserti”. La cosa mi dà coraggio… esco finalmente e torno in tenda, ma lì scopro “il deserto più ASSOLUTO. Ma…che fine hanno fatto tutti? Booo? Penso -“Forse sono andati a prendere il latte e caffè allo spaccetto e tra poco arriveranno…” aspetto, ma invano…nessuna notizia…non ci sono tracce.

“Mica il maniaco li avrà sterminati tutti e nascosto il corpo del reato” ma nooo!!… Formulo l’ ipotesi che sicuramente sono andati tutti al BAR che tra l’ altro non sò neanche dov’è visto che io non ero andata in avanscoperta la sera prima con i ragazzi… -“Però ” penso “Non può essere,mi avrebbero aspettato,se non tutti almeno uno di loro… ma niente. Comincio a spazientirmi e innervosirmi, penso di andare a cercarli ma da sola non ne ho voglia. Aspetto che torni qualcuno,magari sono ancora tutti ai bagni. Fin quanto arriva Marco tutto fischiettante al quale chiedo che fine abbiano fatto e lui mi dice che sono TUTTI al Bar a fare colazione comodamente seduti ai tavoli… CI resto malissimo… si sono dimenticati di me…ormai loro avranno finito e io devo ancora iniziare. Li raggiungo anch’io. Arrivo seria,dispiaciuta e un po’ nervosa. Gianni si accorge del mio malumore e si scusa dicendo che credeva che sù con me ci fosse qualcun altro… Consumo la mia colazione in silenzio mentre ascolto gli altri raccontarsi l’itinerario della mattinata. Qualcuno decide di andare da Mimmo e Dorina alla loro spiaggia Ghiaiosa…ma io sono solo una “Lucertola da spiaggia” e non un “Pesce d’acqua” così decido di godermi la sabbia con la calma e il sole del campeggio per qualche ora visto che poi poche ore dopo ci saremmo ritrovati tutti qui. I ragazzi invece dovevano fare diversi giri.. Gianni doveva controllare la sua GOMMA che si sgonfiava spesso e a quanto pare il motivo era un piccolo “buchino” e inoltre un amico di Mimmo aveva una bella moto da proporgli (una Ducati Monster S 4 ). Poi ne avrebbero anche approfittato per scegliere il regalo per il Battesimo che tutti insieme avevamo deciso di regalare alla piccola DIANA e cioè un bel “seggiolone”. Tutti vanno per la loro strada. Io mi sdraio al sole e mi ungo di olio. Anche Marco e Alessandra sono lì con me però loro passeggiano sulla riva. Dopo aver fatto un “bucato interminabile” anche Luca ci raggiunge. Si fà una chiacchierata dei tempi passati,delle nostre vite e dei rispettivi “esordi lavorativi. Anche di un suo amico che abita là vicino che gli sarebbe piaciuto rivedere. Mi faccio scattare qualche foto soprattutto con il monte alle mie spalle e “TAORMINA” sù di esso… Bellissima… non sò perché ma era una città che immaginavo costeggiasse “il mare” e scoprire invece che “troneggia dall’alto” mi ha largamente stupito. Non passa molto tempo che i ragazzi sono di ritorno e ci chiamano dal Bar Ristorante facendoci cenno di raggiungerli. C’è del vino bianco sul tavolo e “gradisco” un bel bicchiere.

Loro hanno ordinato” spaghetti e frittura”. Faccio aggiungere un’altra porzione e intanto DEGUSTO ancora quel buon vino…fresco…sotto gli occhi un po’ stupefatti degli altri; visto che di solito non mi vedono bere così di gusto. In genere sono molto contenuta,ma il mare oggi mi ha messo sete… Non ci vuole molto a capire che a stomaco vuoto e senza mangiare comincia a girarmi un poco “la testa” e mi scappa da ridere…me la rido proprio bene,ma ci stò con la testa “contrariamente” come qualcuno dopo cerca di farmi intendere. Fatto stà che quando finisce quel bel pranzetto, Gianni che non ci vede chiaro mi “convince e obbliga” a tornare all’ ombra della tenda,perché secondo lui se torno al sole “ciò la botta finale”. Quindi mi intima carinamente di seguirlo in tenda dopo aver pagato il conto…ma che conto… La ragazza del ristorante…forse aveva bevuto anche lei…perché ci ha fatto un conto.. diciamo “ridotto”… e , convinta lei…noi non l’abbiamo smentita… Commentiamo… è bella la SICILIA, si mangia tanto e si spende veramente POCO. IO lucertola incallita dentro quella tenda in pieno giorno proprio non ci sò stare, ma cerco di resistere…magari mi conviene…mi riposo un po’… ma è una questione di un attimo… Appena arriva l’interminabile treno delle TRE faccio come i bimbi piccoli quando li obblighi a dormire e loro non vogliono…e cioè … Scappo via… Velocissima. Gianni se la dorme e io … VIAAA!!! Me ne torno in spiaggia con gli altri. Dopo un po’ ci raggiungono anche Mimmo e Dorina. Si ride un po’; effettivamente si sente la loro “assenza”…sono proprio simpaticissimi. Al tramonto con un occhio chiuso e uno aperto arriva Gianni con una smorfia di rimprovero nei miei confronti…ma ormai rassegnato. Lui sà che a me il sole piace troppo,mi ricarica le batterie per l’inverno che sarà lungo e freddo. Ci si fà tutti una doccia veloce per poi ritrovarci e proseguire a cena a Taormina. Anche stasera dobbiamo fare i turni perché Gianni si è dimenticato il nostro bagnoschiuma per l’ennesima volta in bagno per scoprire ormai subito dopo che qualcuno se lo era rubato…ancora. Dopo una serie di curve e stradine appena arrivati io e Claudia si fà una telefonata di auguri ad un nostro zio che compie gli anni ,mentre i nostri centauri parcheggiano a spina tutte le moto insieme ad altre di cui alcune con bellissimi disegni e carenature molto particolari. Scorgiamo un ristorantino che ci piace molto, ma la proprietaria scuote la testa alla nostra richiesta di stare ovviamente tutti e 12 insieme allo stesso tavolo. Quindi procediamo oltre “borbottando”. Mentre ci inoltriamo tra queste viuzze intime e particolari ma piene di vita,Gianni e Mimmo ci fanno strada per un localino a detta di loro dove si mangia bene e si spende POCO.

Una volta localizzato il proprietario,ci fa accomodare “finalmente” tutti e “12” ad un tavolo… sempre sù nostra richiesta OVVIAMENTE…e poi ci porta il menù. Sempre loro due che sono di casa fanno domande interessate sui vari componenti della famiglia del proprietario che però stasera in parte non è presente e ci spiega che comunque anche lui ha obbiettivi futuri diversi e cioè CHIUDERE e vendere quel locale per poi acquistarne un altro in un’altra zona. Gianni e gli altri commentano i prezzi e l’eventualità di trasferirsi lì… Per quanto mi riguarda non è certo il mio sogno questo… A me piace ancora tanto Roma e il lavoro che faccio…”la parrucchiera” e anche se è vero che mi piace tanto mangiare non ho di certo la passione della cucina. Quindi il ristorante non fà per me. Sentiamo una musica propagarsi per le viuzze,poco più tardi scopriamo che si tratta di 4 ragazzi sicuramente della zona che armati di piccoli strumenti cantano e suonano “stornelli” in un modo tipicamente “Siciliano”. Ognuno ne suona una diversa. C’è l’ocarina o fischietto fatto in bambù,la fisarmonica, il tamburello e il bummulu che ha l’aspetto di un’anfora in terracotta che lanciata in aria e poi ripresa fà un suono molto particolare. Battiamo le mani…sono bravi e ci hanno dato una bella emozione. Ovviamente gli scattiamo delle foto. Ormai ci cominceranno ad additare come i “Romani fotografisti”…ogni cosa che ci piace decidiamo di immortalare l’immagine…CLIK CLIK e catturato un povero malcapitato passante “lo costringiamo” con un sorriso a farci 1-2-3-4-5…foto…ognuno di noi con la propria macchinetta qualcuno addirittura con il telefonino. Il criterio di scelta del “malcapitato”veniva eseguito in base al fatto che non avesse un aspetto AGILE in modo che non potesse eventualmente scappare con tutte le nostre macchinette…sai che “affare”!Riuscivamo a strappargli anche un bel sorriso…siamo proprio matti…ma sicuramente “simpatici”…Dopo il solito caffè salutiamo e proseguiamo la nostra passeggiata. Il nostro fiuto ci porta dopo una ripida scalinata,dove incontriamo di nuovo i nostri simpatici stornelli ,ad una pasticceria che và al di là dell’effetto calamitante che aveva il “pifferaio magico” quello famoso della fiaba…perché ad 1 ad 1,nessuno di noi ha rinunciato a quei dolcetti profumatissimi e buoni che davano sfoggio di sé su di un bancone di cristallo. Oltre al gusto di simili leccornie anche la vista aveva la sua importanza e cioè un bella signora che mangiava pesce seduta ad un tavolo là di fronte con un decoltè da “paura”.

Un seno bellissimo…anche se sono una donna dico sempre che le cose belle in ogni caso vanno “ammirate”. I ragazzi hanno l’occhio da triglia. Simone è in prima linea e anche gli altri …scattano addirittura una foto ricordo, commentando però sempre sul fatto se possono essere vere o rifatte…Certo è lecito pensarlo,ormai di veramente naturale c’è veramente poco…ma questa volta credo che sia tutta come “mamma l’ ha fatta”. Max poco dopo trova un negozio dove si possono scaricare le foto digitali su PC e ne approfitta. Il negoziante fà un bel lavoro,addirittura sul dischetto dove le inserisce c’è una bella foto di TAORMINA. Gianni impazzisce, anche a lui piacerebbe moltissimo fare la stessa cosa,ma ancora le foto non sono un numero così elevato…”però ci tornerà al più presto” commenta. Questa fermata ha fatto in modo che qualcuno degli altri involontariamente proseguisse per poi rendersi conto che non ci trovava più…per fortuna sti santi telefoni. Per aspettarli ci piazziamo sopra la scalinata di una chiesa antica per avere una visuale che sovrasta la folla che passeggia. Commentiamo insieme a Simone la bellezza di una mora alta in minigonna che cammina ancheggiando vicino “forse al suo uomo”.. brutto,grasso pelato e sudaticcio. Simone è esterefatto…”come è possibile che una così bella ragazza stia con un simile BANBASCIONE? In effetti non ci sono dubbi perché questo tizio la fà accomodare ad un tavolo,le offre una rosa e qualcosa da bere,il tutto contornato da una specie di serenata…quindi da qui e molte altre volte che avremmo assistito a scene più o meno simili sempre con donne belle e uomini non altrettanto,questa frase è stata più detta più volte da Simone diventando il suo “tormentone” estivo,che detto e ripetuto non sò ormai quante volte,simpaticamente lo avremmo collegato come “Simone il bambacione”. Luca invece ha altri gusti e ci spiega che per lui il massimo è una bella moretta riccia che ci passa davanti con tanto di gonna,ma non certo corta,e una semplice camicetta,che ha un aria meno da velina ma molto chic…e hai suoi occhi è il “massimo”. Mentre comodi comodi ci si riposa su di un muretto,Simone ha un’altra delle sue ispirazioni fotografiche o per meglio dire “telefonografiche”perché lui con il suo telefono ci fa tutto; filmini,foto con tutte le opzioni,vicine, lontane…ha una sola difficoltà… Telefonarci e mandarci messaggi perché ha i tasti talmente piccoli che diventa un problema premere il tasto giusto,e infatti lui spesso mi chiede la mia penna portata da me per prendere appunti su messaggi telefonici e “urgenze varie”. Quando mi si avvicina per fare anche una foto con me, Gianni lo rimprovera “simpaticamente” con un : “ancora lì tu… Mò te pio e te spezzo tutto…!” Questa frase è ascoltata da una signora bionda davanti a noi a cui non sfugge il nostro accento e tutta orgogliosa inizia a raccontarci delle sue 2 bellissime figlie che ora vivono a ROMA perché sposate con 2 romani e afferma naturalmente che a Roma è bellissima. Le diamo spago…ha voglia di ascoltarci parlare per sentirsi più vicina alle figlie. Ma si stà facendo tardi ,decidiamo di riavvicinarsi alle moto. Facciamo un giro sotto Giardini Naxsos che è bellissima e c’è vita, e tutto quel movimento e l’aria ci risveglia l’appetito. Un bel gelato ci stà proprio… “la gelateria è nostra”. Casualmente poco dopo passa di lì proprio la moto che tutti ammiravano poco prima al parcheggio di Taormina.

Una sorta di cartina geografica,sella compresa. Amichevolmente fermano il giovane guidatore e si fanno dare dei consigli e indirizzi sù come farsi fare una cosa così a Roma. Qualcuno di noi cominci a brontolare dalla stanchezza. Ormai anche l’idea di una serata danzante è diventata un miraggio… Siamo tanti e ogni sera qualcuno di noi è a pezzi e “non jelà po’ fa”…Anche se ci siamo giurati che ognuno può fare quello che vuole al di là del “gruppo” l’idea di separarci non ci piace…ormai siamo una squadra e come tale SI PROCEDE. E vaiii si rientra al campeggio con l’ennesimo silenzio…Ogni sera con la moto accesa Strappiamo sempre 3 metri in più e le risate sono sempre tante… Appena arrivati mi distraggo un attimo e sento un tonfo e vedo tutti ridere come pazzi. Hanno tutti lo sguardo rivolto a terra…ma che succede? Ora tutto è chiaro… Claudia in una sorta di salto con rimbalzo più giro della morte ha cercato di salire sull’ amaca,”ovvio ben fissata” per rubare veloce il posto a qualcun altro e invece c’è rimasta fregata proprio lei… La vedo tutta dolorante che cercando di rialzarsi si toglie l’erba secca di dosso…e per fortuna che si era tolta il casco…sennò la botta che comunque accusava al collo all’altezza della cervicale sarebbe stata deleteria…e già lei di dolori ne ha tanti; EMATOMI da posizioni malsane sulle moto, CAVIGLIE slogate, POLSI doloranti e ora pure il COLLO…mahh speriamo bene per domani. Ora tutti a nanna.

Quella notte oltre che per Claudia che il dolore le aumentava non è stata bella per nessuno di noi. Si è fatti i turni per il caldo, abbiamo smaniato; chi usciva dalla tenda, chi dormiva sul pratino, io e qualcun altro per un po’ anche sull amaca ma poggiando bene i piedi a terra…non si sà mai…dovessi fare la fine di Claudia. La mattina alle 7,00 mi sveglio. Stavolta anche prima del treno perché il caldo era davvero troppo…Appena fatta colazione tutti al mare in costume a rinfrescarci le idee. È fichissimo…io odio le onde perché ho paura ma oggi sono magnifiche…con quella schiuma bianca che si infrange a riva…è uno spettacolo rotolarsi sul brecciolino e le foto non hanno sosta. I più coraggiosi si tuffano dentro incuranti di possibili meduse. E avremmo scoperto poi che ce ne erano,e pure tante…meno male non hanno osato avvicinarsi…forse per…paura…?? Non gli conveniva sicuramente alla “medusa”… Anche Gianni e Max agitando il loro “di dietro bianco” senza costume fuori dalle onde gridare..”Attenti…ecco la medusa..!” poi quasi tutti cedono in un sonno ristoratore. Io mi godo questo momento e questo mare. Cerco i sassolini più belli chiacchierando con Simone sulla riva mentre le onde ci riempiono il costume di sabbia mista a piccoli sassolini e ghiaia. Poco prima dell’ ora di pranzo ci attrezziamo di nuovo da motociclisti per andare a visitare un altro posto nella nostra lista delle “cose che vale la pena vedere”. Le GOLE DI ALCANTARA. A nulla valgono le lamentele di me e Betta vorremmo stare le ore più calde a goderci il refrigerio del mare e proponiamo quindi di muoverci non all’ ora di punta in giro come “cammelli nel deserto” ma appena dopo pranzo. Che poi fondamentalmente è un po’ il pensiero di tutti… “ma noooo..!” ci dicono…oggi si và via prima e non con il caldo…macchè …per quanto si fà veloci, l ora è sempre quella. Se poi abbiamo la sfortuna di doverci fermare per qualcosa tipo “fare benzina” allora lì tutti fermi sotto il sole. Si fà schiuma come i cavalli anche se ci si organizza all’ unisono della serie: via,rivestiamoci,si riparte!!.. il caldo è sempre toppo e quindi si sbuffa un po’. Mentre si percorre la strada designata come una bimba curiosa mi guardo intorno e scorgo il panorama notando le varie segnaletiche e a volte ridacchio da sola per via dei nomi molto strani tipo “Ospedale cervello”.. Oppure mi rendo conto per esempio che il famoso liquore “Marsala” e i buonissimi pomodori “Pachino” si chiamano così per il luogo da dove provengono. Appena arrivati  parcheggiamo facendo ancora la collana con i nostri caschi annodati alle moto. Anche se ormai lo facciamo ad occhi chiusi purtroppo il casco di Max prima che lui riesce a bloccarlo finisce per terra con un tonfo. Un attimo di silenzio collettivo e poi l interessato comincia a “smadonnare”, si può dire? Questa non ci voleva;non si capacita di come sia potuto succedere. Noi si cerca di calmarlo…ma è troppo arrabbiato e per un po’ ci fà il muso. Cerchiamo di distrarlo andando in uno spaccetto dove ci sono “souvenir”. Personalmente impazzisco  di fronte ad una spazzola per capelli con una figura di un pesce…niente …pure se non lavoro buon sangue non mente e anche se sono in ferie il “richiamo” c è sempre. 
Ci mangeremo anche qualcosa;arancini e pizze. Non si sà come…ma con una minima spesa e un piccolo scontrino riusciamo a pranzarci “tutti e 12”!!Ora a pancia piena siamo tutti più rilassati compreso Max che ora abbraccia tenero Elisabetta alla quale ha “preso” delle ciabattine tipo subacquee e già che c era se ne “prende” anche un paio per lui così potranno godersi la passeggiata nel ruscello del acqua gelata. Anche Simone e Gianni hanno quest idea e quindi tutti soddisfatti per questi ACQUISTI andiamo al banco informazioni per prenotarci la visita guidata. Lì ci rendiamo conto che ci sono vari percorsi e scegliamo quello che ci sembra più adatto. Ci avvisano che il nostro gruppo parte da lì tra pochi minuti. Ne approfittiamo per andare in bagno…qualcuno è un po’ preoccupato perché anche dopo aver preso medicinali vari sarà forse anche il cambiamento dell’ aria o la lontananza da casa non hanno  ritrovato l equilibrio naturale fisiologico e sono un po’ preoccupati oltre ad avere un evidente malessere. Non sò se è una cosa famigliare o lo stress della vita moderna,ma purtroppo notiamo che è un problema quasi interamente collettivo tranne pochi fortunati (tipo io, Mimmo, Massimo…) che invece siamo puntuali come un orologio…Qualcuno commenta con Massimo:”e te credo con tutto quello che te magni..!” In effetti non ho mai visto nessuno mangiare tanto come lui ed essere così magro…e non sono solo io a pensarlo… Quindi all’ ora prestabilita  la guida chiama  e tutti come pulcini dietro alla chioccia la seguiamo…qualcuno ancora trangugiando il pranzo. 
È una bella ricciolina simpatica che con il suo dialetto con calata “siciliana” ci spiega man mano che ci inoltriamo in piccoli sentieri tra alberi antichi e particolari soprattutto di frutta. Poco più avanti con l espressione che hanno le persone che vedono acqua nel deserto,scorgiamo  una fontanella dove ci bagniamo tutti completamente…testa compresa. Ora và meglio. La ascoltiamo tutti  con interesse anche se il caldo non ci dà pace. Non ci vuole molto, soprattutto i ragazzi per rendersi conto che loro avrebbero preferito fare il percorso  A  e non il  B perché per loro era più interessante in quanto vissuto da dentro. Innanzi tutto avrebbero dovuto indossare delle  mute e sarebbero potuti entrare  tra le rocce e negli anfratti più belli compresa la discesa nella sorgente…però la voglia di stare tutti insieme era stata più forte. Arriviamo in un punto più ripido dove la guida ci fà scendere pochi alla volta e lì ci spiega dei vari strati di roccia presenti nella “gola” che non sono altro che diverse e differenziate “colate laviche” che hanno avuto luogo in precisi e distanti periodi tra loro e si distinguono dalla forma e dal disegno visto che anche dei probabili terremoti ne hanno cambiato il disegno, l aspetto e la consistenza. Qualcuno di noi più temerario tipo “Luca e Gianni”si arrampicano più sù per fotografare meglio nei dettagli e lì non possono non accorgersi di uno scorcio bellissimo ma situato in un punto non facilmente raggiungibile; c è uno sfondo di lava ma liscio probabilmente causato dal “ruscello” che timido e tranquillo scorre lì per inoltrarsi nel punto dove la gola è più profonda. Ci sono anche dei massi più grandi e persino un po’ di vegetazione. Insomma un piccolo paradiso. I ragazzi chiedono come si fà ad andare laggiù…ma purtroppo la guida con un sorriso lieve ci spiega che essendo troppo ripido non hanno ancora reso accessibile al pubblico quel piccolo spettacolo e che lo si può solo ammirare dall’ alto. Naturalmente non soddisfatto della risposta Gianni ,”che lui ci sà fare”,con il suo sorriso ammiccante e paraculo non smette di tormentare la “poveraccia”in modo che gli dia il suo permesso per scendere e fare una foto da vicino. 
Ovviamente dopo qualche tentativo di fronte alle sue loquaci e insistenti “richieste” riesce a stappargli un: Vabbè però torna subito e stai attento,che se mi vedono mi licenziano perché può essere molto pericoloso. Di lì a poco senza dire niente lei guarda gli altri  e se ne esce con un :”dai ragazzi ,a sto punto non ha senso che scende solo lui…se volete potete andare anche voi,ma mi raccomando ,fate molta attenzione! Noi donne si rimane sù e ci accontentiamo di fare foto dall’ alto. È uno spettacolo vederli laggiù…sono come dei bambini che giocano con l acqua per la prima volta…si schizzano,ridono.. dei simpatici selvaggi. La guida sorride complice e soddisfatta di essere stata proprio lei a dargli questa emozione. Poco dopo però comincia a preoccuparsi perché vede che come si fà per i pupi,non si riesce a farli uscire dall’ acqua…anche noi li chiamiamo e poco dopo ci raggiungono asciutti,compiaciuti e visibilmente”rinfrescati”. Continuiamo a scendere e arriviamo sulla riva di questa acqua indimenticabile. È bellissima. Decidiamo anche per questo di passare all’ altra sponda dove c’è una spiaggetta su cui stendersi. Appena messo il primo piede ci guardiamo tutti in faccia e raggeliamo trattenendo il respiro e con un filo di voce sussurrare”mamma mia ..è ghiacciata!” io faccio come i gatti quando attraversano la strada…e cioè faccio pochi passi e torno subito indietro…e non sono l’unica. Pensavo che non sarei Mai riuscita a farcela…con quel acqua GELIDA si perde proprio la sensibilità dei piedi…sembra che la circolazione si blocchi e si congeli all’ istante…ma decido che devo riprovare anche perché c’è gente che ci stà comodamente sdraiata dentro. Una signora ci spiega che è questione di abitudine e che dobbiamo provarci poco alla volta. 
Ha ragione…infatti poco dopo svariati e veloci tentativi il nostro fisico si abitua alla bassa temperatura e riusciamo ad arrivare alla sponda opposta. Ormai non ci ferma più nessuno. Ci sediamo sulle rocce con le gambe nell’ acqua. Claudia se la dorme proprio profondamente e a nulla valgono i tentativi di me e Dorina che cerchiamo di svegliarla chiamandola. I ragazzi che sono ormai pionieri vanno addirittura nel punto più alto a nuotare in quel acqua gelida dove c’è altra gente che però stà indossando la muta. Loro sò tosti. Tornano tutti soddisfatti di  averlo fatto,soprattutto Gianni che mi racconta con aria sognante che quando nuotava in quel acqua ha provato sensazioni uniche visto che non sentiva più il suo corpo che era come “addormentato”e ci credo…con quel clima! Mentre sono li al sole con l’acqua che mi rinfresca penso che si,oggi ne è valsa la pena di soffrire un po’ il caldo. Che pacchia!! Scattiamo delle foto ricordo l’occhio cade su di una ragazza sdraiata a prendere il sole con un seno che ha dell’ ESAGERATO è talmente enorme che quasi tutti concordiamo che è sicuramente “rifatto”…Vediamo in cima alla gola qualcuno che sbraccia e ci saluta…ma chi è? Ah!…si è Alessandra…ma.. Come mai è così esuberante..? incrocio lo sguardo con Mimmo e commentiamo:”Forse è andata in bagno?…Scoppiamo a ridere. Sicuramente è così!! E infatti scende tutta esultante e ci dà la conferma spiegandoci che quel acqua fredda ha fatto miracoli. Max e Mimmo ci richiamano sull’ attenti…ci conviene avviarci in modo che andiamo a visitare anche “Isola bella”!ci lamentiamo un po’,ma tutto sommato ci và bene. Così in un giorno ci vediamo più cose visto che ormai la permanenza lì in quel campeggio alle Toyanni era quasi giunto al termine. Mentre ripercorriamo una parte del piccolo sentiero assaggiamo  dagli alberi del frutteto qualche limone e piccoli “fichi d’india” che ci spiega la guida non si chiamano così perché vengono dall’ India ma che vengono dall’ America. Mah! Chissà perché allora li avranno chiamati così.. Gianni di nascosto ruba anche una rosa per me con la faccia incredula di Max che chiestami chi me l’aveva data continuava a ripetere: “noooo non può essere…non ci credo…mentre io lo guardavo con un espressione sorridente e imbambolata. Saliamo un piccolo pezzo in ascensore. Gianni è silenzioso, a lui danno un po’ fastidio gli spazi chiusi. Mentre salutiamo calorosamente la nostra guida passiamo davanti ad una sfilza  di mute e stivaloni messi lì ad asciugare su di una rete al sole. Poco dopo siamo già ad Isolabella. SI tratta a prima vista di un isolotto roccioso dove all’ interno di esso è stata scavata e costruita una bellissima dimora. Attraversiamo la spiaggetta che precede tale “spettacolo”. 
Claudia è esausta e sceglie di riposarsi un po’ e aspettarci lì. Noi con passo attento e ponderato per non scivolare nell’acqua,attraversiamo parte del mare a piedi,tra le rocce viscide e l’acqua per raggiungere la guida che ci aspetta. Si tratta di un amico di Mimmo e Gianni che gli aveva fatto conoscere tale meraviglia proprio l’anno prima. Lo seguiamo e ascoltiamo. E’ bellissimo. Sembra un fortino. C’è addirittura una porta formata da grandi massi. In pratica quando è chiusa ad occhio nudo non esiste “porta” ma un muro unico. In un insenatura c’è addirittura uno sportellino con un telefono…mi ricorda un po’ tanto i “Fliston”. Sempre in pietra ci sono anche parecchie cucce per i cani… domanda: Ma quanti cani c’erano?…Passiamo all’ interno. Scatto 1 foto da una finestra tipo “oblò” dalla quale si vede la spiaggia. È la parte migliore come panorama dal paese lì di fronte “CapoTaormina”.Passa in secondo piano un piccolo Yacht.. che spettacolo!! E che sogno… Ti immagini abitare lì? Visitiamo più di un bagno…sono bellissimi,con tanto di mosaico,colorati e luminosissimi,per non dire di altre stanze molto caratteristiche. C’è anche una camera da letto con uno specchio enorme anche se ormai un po’ rovinato. Non riusciamo più ad essere così tutti insieme come una scia  perché ognuno di noi è attratto da qualcosa di particolare e Dorina è sicuramente una tra quelle…con la sua macchinetta…foto in mano. Gliela rubo un attimo per farle qualche foto con lo sfondo come ricordo facendole assumere pose a lei un po’ estranee ma dal risultato spontaneo e divertente come lo è lei. Vedo sù di una roccia una piantina a foglie verdi e lì la nostra guida mi spiega che è una piantina di “capperi”…ficooooo!! E chi pensava fossero così. Dopo una bella birra ringraziamo e usciamo da quella dimora di altri tempi per raggiungere Claudia che naturalmente riposandosi un po’ era caduta in un sonno profondo e ristoratore…con Massimo che dopo le aveva dato compagnia…non a caso loro 2 insieme si sono guadagnati da noi il soprannome ” Nanna,pappa e cacca”… Gianni mi dà l idea di approfittare per sentire telefonicamente dei miei amici Siciliani per vedere se saremmo riusciti ad incontrarli,magari anche a metà strada. Si trattava di una famiglia che aveva vissuto nel mio stabile a Roma x qualche anno,ai quali ero rimasta molto legata. Avremmo potuto incontrarli quando avremmo dovuto  fare la tappa “Pachino” visto che loro sono di quelle parti,e anche se prima di partire faceva parte della nostra tabella di marcia,poi per una serie di motivi che  hanno creato contrattempi,avevamo subito un ritardo con i tempi prestabiliti,quindi avevamo saltato quella fermata x proseguire direttamente a ” Rocccalumera” dove c’era comunque un mare bellissimo e ci saremmo riposati e così anche Mimmo avrebbe potuto passare un po’ di tempo in più con la sua famiglia. Ma purtroppo niente più incontro perché ormai nei 2 giorni che ci erano rimasti da passare lì prima di andare a Cefalù i miei amici per motivi di lavoro non riuscivano proprio a raggiungerci. Va bè pazienza. Sarà per la prossima volta…tanto abbiamo già deciso…in Sicilia ci torniamo… Naturalmente e a questo punto non poteva mancare un tuffo nel mare. Io ne approfitto per fare loro delle riprese visto che non nuoto. Non passa molto tempo che vedo Gianni cambiare faccia e uscire dall’ acqua. Purtroppo è stato sfiorato da una “Medusa” e il dolore comincia a sentirsi… Ha addirittura stampato sulla gamba la sua forma. Una signora che stà prendendo il sole gli consiglia di metterci sopra una foglia di “aloè” che si trova sù di una roccia e Gianni si tuffa a prenderla con un coltellino. Esce dall’ acqua con un dolore in più. Purtroppo è scivolato… e diciamo che anche se non si è fatto male…stava meglio prima. Appoggia questa foglia tagliata in due sulla parte dolorante. Intanto ammiriamo un piccolo cane batuffoloso che è lì vicino e noi sotto l’ombrellone. Rientriamo al campeggio,sgassiamo un po’ a lungo al semaforo dell’ incrocio delle Letoyanni dove facciamo sempre tutti i giorni una lunga attesa e intanto giochiamo sempre a spegnerci le moto a vicenda,sfilandoci addirittura le chiavi dal quadro,e poi al verde,viaaaa..!!!! è ancora giorno e quindi al campeggio non dobbiamo spegnere le moto…evviva!!! Appena arrivati il proprietario ci dice che forse “corriamo un po’ perché anche da lì e cioè dal campeggio,lui ci sente arrivare addirittura dal semaforo,che dista da lì qualche km. Ci guardiamo stupiti e scoppiamo a ridere…ma mica poi tanto quando ci dice anche che lì ci sono dei segnalatori di velocità a distanza e che di multe là ne fanno a bizzeffe…mahh…speriamo bene…che non ci arriverà niente… Al campeggio ci si accostano delle persone per ammirare le moto. Un signore ci offre del vino e chiede ai ragazzi se poi l’avrebbero aiutato a scaricare un motorino dalla sua roulotte. Anche una bella signora fà delle avance alla moto “rosa” di Simone,o a lui,non si capisce bene e gli chiede anche se ci può salire un attimo. Simone è contentissimo e le fà anche delle foto..capirai…lui è particolarmente sensibile al fascino femminile. Naturalmente anche gli altri non sono da meno.. Infatti qualcuno sostiene addirittura che la bella signora MORA era già da un po’ che faceva avanti e indietro per essere notata e che addirittura…”sotto il vestito non ci fosse niente…!” Siamo di nuovo nei bagni a farci le solite docce. La ragazza che pulisce i bagni è bacchettona e spesso rimprovera le persone che accedono per sbaglio nell’ala dei bagni che lei  in quel momento chiude al pubblico per ripulirlo. Anch’io spesso resto disorientata dal suo “chiudere lì” e riaprire “di là”… Ogni tanto perdevo per un attimo il senso dell’orientamento. Incontro Alessandra che tutta esultante mi dice che ha trovato un rotolo di carta igienica abbandonato…che colpo …e che fortuna…mamma mia come siamo ridotti…neanche fosse oro… Stasera si cena al ristorante con la famiglia di Mimmo per anticipare quello che sarà il battesimo della piccola Diana,visto che noi quella sera non saremo potuti essere presenti in quanto la tabella di marcia ci avrebbe portato a Cefalù come prestabilito e che poi ci avrebbero raggiunto Dorina e Mimmo  un paio di giorni dopo. C’ erano naturalmente oltre alla mamma e le sorelle anche il fratello di Mimmo e un amico di famiglia che noi simpaticamente avremmo soprannominato “Babbo Natale” al quale la somiglianza era molto simile. Appena arrivati lui era già lì pronto scalpitante con quello sguardo di profonda ammirazione per le moto e i motociclisti e con la sua macchinetta non la finiva più di farci tante “foto”. Entrati nel ristorante abbiamo subito trovato dei buonissimi antipasti e soprattutto i miei preferiti.. Tanti pomodorini secchi sott’olio…mhhh..che buoni…! Come resistergli…Dopo una bella mangiata e tante risate scopriamo che anche il proprietario di questo ristorante vuole vendere… commentiamo:”Aoo..! ma che è un epidemia…!” Dopo aver consegnato il famoso seggiolone per la piccola Diana salutiamo e ringraziamo. Ad un bar facciamo scorta di acqua per la notte,gassata per noi e liscia per altri. IO la infilo nella mia piccola borsetta dove ormai accolgo tutto per tutti…portafogli, chiavi telefonini, anche la tavoletta di legno da piazzare sotto il cavalletto della moto parcheggiata in caso di pavimento poco assestato. Anche Claudia nel suo zaino ha un po’ di tutto che però per via della caduta dell’ amaca con il peso che influisce accusa più del dovuto. Facciamo però un giro al lungomare”Letoyanni” dove c’è una festa di paese con una cantante e qualche bancarella…io e Claudia curiosiamo un po’ per bancarelle trascinando a stento le gambe per la stanchezza…ma valeva la pena di vedere queste cose…Rientriamo chi prima chi dopo scegliendo anche percorsi diversi per poi ritrovarci tutti “esausti” alle tende. Ormai i giorni erano alla fine e dopo la gita all’ Etna saremmo ripartiti anche da lì…purtroppo….

Da qui arriviamo al presente per tornare al passato.. Interrompiamo per un attimo il racconto di Ivana per ripassare alla penna di Dorina..

Oggi è il 22 dicembre 2008, solo tre giorni a Natale…e mentre ci vestiamo con maglioni e paltò come dicono a Milano, con la città invasa da luci colorate e musiche che sanno di buono, mi viene chiesto dal nostro “ILLUSTRISSIMO PRESIDENTE” di ritornare in dietro di un anno, 4 mesi e 7 giorni, esattamente ad un ferragosto del 2007, giorno della partenza di dodici di noi con destinazione Sicilia.
Allora mi tolgo il cappello rosso da babba natale e indosso un bel costume da bagno, con il mio telo mare usato per quella vacanza, sdraiata sul balcone di casa con tanto di occhiali da sole e crema abbronzante, con la speranza che questo mi aiuti a tornare in dietro con i ricordi prima che i vicini chiamino il 118!!
Sarà il 20 o 22 di agosto, obiettivo Etna, personalmente la giornata che più mi ha affascinato. Un posto emblematico, circondati da un silenzio rotto solo dalla nostra presenza.
In quei giorni in Sicilia il caldo ci sta facendo morire, di notte peggio che di giorno. Sia io che Domenico alloggiati A Roccalumera da sua madre, sia il resto del gruppo al campeggio  di Letoyanni, ci svegliamo la mattina già alla ricerca di un pezzetto d’ombra o di una doccia fredda. Solo il pensiero di dover infilare un casco con questo sole che sembra che guardi solo te ci fa piangere e nuovamente Marco ribadisce il suo concetto: e anche oggi ci ho rimesso! Ma la giornata deve ancora iniziare!!
Domenico, invece quando si trova in Sicilia, rifiorisce in lui il suo essere trasgressivo e si rifiuta categoricamente di mettere il giubbotto per andare in moto. Da parte mia, l’uomo siciliano non va contraddetto mai, (ma solo se siamo in Sicilia…s’intende!), e non rimane altro che assecondarlo e anzi appoggio a pieno questa decisione.!!
Che storia! In moto a maniche corte, con il sole che ti scalda senza farti morire perché non ce la fa a raggiungerci, è certo, quella moto gialla ai tempi d’oro ha dato filo da torcere anche al pianeta sole!!! Raggiungiamo gli altri al campeggio, sbalorditivo!!! 
Sono già pronti!
Ci avviamo verso un ennesimo punto d’incontro, dove dovremmo trovare altri due motociclisti, amici di Massimo. Le nostre partenze le ho sempre adorate, perché se già una moto fa grande scena da sola, la partenza di sette moto diventa un vero spettacolo, con le persone che incuriosite e anche forse affascinate si fermano a guardare e noi che con i caschi sembriamo tutti dei gran gnocchi! Al casello ci raggiungono questi due ragazzi, entrambi imbragati con quelle tute che sembra che sei appena sceso dalla luna e non da una moto! Vederli cosi vestiti mi ha un po’ preoccupato, vedere poi Luca che ridendo dice: Ah! Allora si fa sul serio! Anche lui prima in maniche corte, ora tutto carico si allaccia il giubbotto, io mi avvicino e gli chiedo: in che senso si fa sul serio? Perché ti sei messo il giubbotto, mica fa freddo? Che ridi Luca? Rispondi no? Allora vado da Domenico e gli chiedo: perché quelli sono vestiti così? Mica corriamo vero? Perché oggi nessuno mi risponde?? Uffa! Che pizze!!
Dopo 10 minuti di chiacchiere ci avviamo per la nostra meta e in quel giorno faccio una grande scoperta…mai e poi mai in autostrada senza giubbotto. Che male! Sembra che qualcuno ti lanci secchiate di spilli e te li prendi tutti!!
Prima di raggiungere l’Etna facciamo un po’ di soste…sosta caffè, brioche, pizzette, cannoli…e cosa vedono i miei occhi!! Un chiosco di frutta, pesche, uva, fichi d’india!! Gnam! Gnam! Compro qualche pesca e chiedo al venditore siculo quanto è. Gentilmente mi risponde che non gli devo nulla. Io ringrazio felice come un gatto che ha acchiappato un topo ed esco subito dal negozio prima che ci ripensi. E’ la seconda volta che prendo e non mi fanno pagare…adoro questa terra!!!
Seconda sosta…ci fermiamo in attesa che ci raggiunga parte del gruppo, perso all’improvviso in un attimo. Ci preoccupiamo un po’, poi si scoprirà che un ape era entrata nel casco di Massimo…povero Massimo o povera ape? Mah!
Manca poco per l’Etna, manca proprio il pezzetto finale e iniziano le prime curve…prima a sinistra…poi a destra…e poi eccola di nuovo a sinistra…e di nuovo a destra…e curva dopo curva si inizia a salire e le moto, o meglio i motociclisti e i passeggeri per forza iniziano a piegare per ogni volta che vai a sinistra e per ogni volta che vai a destra!! Ora capisco le tute di quei due ragazzi che sfrecciano e ci superano, insieme a Massimo e poi Simone e Maximiliano carico a mille con Elisabetta che l’unico commento espresso è stato: lui piegava ed io raccoglievo le margherite! Io manco quelle, tenevo gli occhi chiusi!
La strada è nuovissima, l’asfalto sembrava stato appena fatto, ai lati poca vegetazione e solo pietra lavica. Un silenzio ed una desolazione suggestiva. Arriviamo sino alla fine della strada, circa 1800 metri…che spettacolo! Tutto sembrava inesplorato, avevo la sensazione che quella pietra lavica solo il giorno prima avesse percorso le pareti del vulcano, inondando con il suo fuoco tutta la zona, alberi sdradicati diventano quasi una conferma che quello che sai ma che non hai mai visto è realmente accaduto.
Quando ti vesti nei panni del turista e ti rechi a visitare dei luoghi famosi per la loro storia e importanti per la loro evoluzione tutto è comunque ben curato dalla mano dell’uomo, nulla è lasciato al caso e nulla puoi toccare. Andare a visitare l’Etna non significa nulla di tutto questo, perché la natura ha fatto il suo corso e nel rispetto di essa non è stato modificato alcunché, infatti in realtà a primo impatto ti sembra di vedere solo una montagna di massi grigi con un unico bar aperto strategicamente per i turisti affamati di cibo e souvenir. Eppure è stato impressionante essere circondati da quella che al tempo era lava, un pericolo per l’uomo, noi invece l’abbiamo toccata, ci siamo addentrati per fare fotografie e chi come me oggi ce l’ha in casa come ricordo e per l’orgoglio di dimostrare che io lì ci sono stata per davvero. La maggior parte del gruppo decide di fermarsi, mentre Luca sceglie di proseguire e tramite una visita guidata vedrà uno scenario ancora più spettacolare, cosi particolare da fare fatica a raccontarlo a parole. Noi invece ci rigeneriamo nell’unico punto di ristoro che c’è, dando fondo alle riserve alimentari di quel piccolo bar! Noi ragazze più che altro veniamo attirate dai braccialetti, collane e oggetti vari ricavati con la pietra lavica, io escogito il mio affare della giornata, ed invece di comprare la pietra lavorata per darle una forma appetibile per essere venduta, mi riempio lo zaino di lava ormai solida e con la fantasia gli do tutte le forme che voglio!!! Le so tutte!!! Così, ho fatto una marea di regali!!!
Il pomeriggio si sta concludendo, aspettiamo Luca, raccogliamo le nostre cose e le nostre pietre e torniamo giù. No! Ancora tutte quelle curve, che in discesa sono ancora peggio!! Non c’è una strada che dritto per dritto ci porta a casa? Ma tanto anche se ci fosse, chi mai si sognerebbe di privarsi di un asfalto così liscio e immacolato??? Arriviamo ai piedi dell’Etna Max e Domenico si guardano,sorridono ed esclamano!! Perché non ritorniamo su? Perché non rifacciamo un altro giro dell’Etna? L’idea non è male ma ormai è tardi allora salutiamo gli amici di Massimo, ragazzi sicuramente molto simpatici che però preferirei poterli rivedere in occasione di una bella gita in tandem!!
La sera ci ritroviamo tutti a Roccalumera, cena a base di pesce per tutti, un ristorante sul lungo mare. Pepata di cozze, misto mare, grigliate di pesce, vino non manca mai. Bella giornata anche oggi sicuramente, quante posti stiamo visitando, quante emozioni in moto, e nell’osservare questa lunga tavolata caciarona con i visi abbronzati, divertiti e rilassati, mi perdo fra le battute di Gianni e i dispetti di Maximiliano, e getto uno sguardo sul mare che rumoreggia con le sue onde alle nostre spalle, scatenando così il desiderio di rallentare quel tempo che scorre troppo velocemente quando stai così bene.

Ora torniamo al passato col racconto e la penna di IVANA

Claudia e Massimo sarebbero ripartiti qualche ora prima di noi per raggiungere un amico storico di Massimo che vive poco lontano da lì e passarci qualche ora a raccontarsi cose vecchie e nuove. Il giorno dopo li avremmo raggiunti tutto il resto del gruppo visto che aveva insistito per ospitarci in modo che avremmo spezzato il prossimo tragitto per Cefalù. Quindi per l’ultima sera si stava tutti insieme negli ultimi e carinissimi posti. Si và a cenare da bei romanticoni di nuovo a Taormina e questa volta nel ristorante dove la prima volta volevamo fermarci senza esservi riusciti. Mentre ordiniamo pizza ascoltiamo  la canzone di “Antonacci” dal contenuto particolarmente”significativo”. Il cameriere non è un gran ché simpatico e neanche la pizza un po’ in miniatura e poco caratteristica,sarà sicuramente difficile digerirla ma la fame è fame. 
Beviamo CocaCola e gassosa. Qui non c’é non c’è il famoso “sgorgante” della signora Francesca…con quello si che ci “stappava tutto”!! Facciamo un giro anche per le vie di Taormina. Siamo però un po’ più tristi perché lì poi ci saremmo cominciati a separare…in quanto qualcuno avrebbe anticipato la partenza come Claudia e Massimo e altri sarebbero rimasti lì. Parlo di Mimmo e Dorina naturalmente. Purtroppo era un momento difficile per loro,ma anche per noi perché lì entrava in merito l’affetto e la vicinanza con la famiglia e i parenti sempre lontani che li avrebbero voluti qualche giorno più vicini a loro,e quello degli amici e la ragazza che invece faceva parte di un intero anno lavorativo…di passare bellissimi giorni indimenticabili divertendosi insieme. Naturalmente in questi casi è naturale…vince la famiglia come è giusto che sia visto che il tempo da passarci insieme era veramente poco e il risultato era un po’ di tristezza e silenzio tra noi quella sera… Soprattutto lo leggevo negli occhi di Dorina che era dispiaciuta di lasciarci per qualche giorno,ma ben contenta di stare vicina al suo Mimmo e vederlo felice. Anche per questo più di qualcuno di noi aveva “Herpes labiali” veramente fastidiosi che erano il risultato di tutto lo stress accumulato. Cercavamo piccoli Souvenir e belle cartoline e io specialmente ho fatto di nuovo man bassa di granite e bombe con ricette che mi venivano consigliate da pasticceri “ammiccanti” ben felici di vedere la mia espressione un po’ scettica per poi rendermi conto che “quei dolci” erano davvero INSUPERABILI. Come la granita di mandorle e le brioches con dentro la granita al limone…tanto di cappello…! Ci siamo sdraiati su di un muretto a picco sul mare e col rumore delle onde qualcuno si è addormentato sdraiato beatamente. Luca e Simone mettono alla prova la loro macchina fotografica facendo diversi scatti per vedere la loro abilità usando me momentaneamente come soggetto e una scala buia e lunga a chi riusciva a renderla più visibile ad occhio nudo sul display. Come ultima tappa Mimmo e Dorina ci consigliano di visitare un piccolo paesino su in cima alla montagna dal nome “Castelmola” dove c’è tanta intimità e un BAR proprio STRANO. Appena parcheggiato dopo aver piazzato la solita tavoletta (custodita gelosamente) sotto il cavalletto entriamo in questo bar e ci rendiamo conto che la sua caratteristica era avere tutto in un’unica forma e cioè…”IL MEMBRO MASCHILE”. Bicchieri,bottiglie con tanto di “tappo”,quadri, maniglie delle porte,attaccapanni,sedie e addirittura ci sono souvenir. Mi colpisce particolarmente una DAMA,con tanto di pedine sempre a forma di ……. Magnifiche…!!! Ridendo esclamo a Gianni: “Certo che se dovessi portare un regalo così…a qualcuno non mi potrebbe certo dire la classica frase…NON MI HAI PORTATO UN C….o…!!! perché guarda quanti ce ne sono…hi! Hi! Consumiamo delle bibite arsi dalla sete seduti sparsi un po’ qua un po’ là.. Perché il bar è veramente piccolino ed il tutto naturalmente “offerto gentilmente dalla casa”… Rientriamo a dormire. Mentre la mattina dopo Claudia e Massimo fanno le valigie…si fà per dire, Claudia è alla ricerca di ancora di qualcosa che non trova,ovviamente. Si tratta del pezzo sopra del suo costume…mah che fine avrà fatto…ed un paio di scarpe che però gliele ha nascosto Simone. È proprio stressante fare i bagagli così spesso…e ogni volta qualcosa non entra più. Prima o poi abbandoniamo sempre qualcosa. Gianni il suo sapone miracoloso sciogli tutto,io le mie mitiche infradito comodissime durate però solo 15 giorni…ma ne hanno fatta però di strada,e varie creme e prodotti eccezionali,tutto il necessario da igiene personale MIA e non solo “tutto al servizio di tutti” e poi alla fine volutamente abbandonati e regalati per fare il posto a saporiti dolcetti. Vado con il pensiero al nostro presidente del motoclub MAURO che prima della nostra partenza  ci consigliava di portarci biancheria e cose vecchie…e anziché lavare…abbandonare…via viaaaa!!!! Si ora terrò in serbo per la prossima volta questo consiglio… Le telefonate dei nostri parenti e amici Romani ci alimentavano il dubbio che la prossima e ultima meta “Cefalù”fosse veramente andata a fuoco,e quindi preoccupati incaricavamo di indagare Enrico il fratello di Max da Roma tramite internet e il fratello di Massimo telefonicamente invece, che già si trovava lì a Cefalù da 2-3 giorni e ambedue ci confermavano di stare tranquilli che anche se al telegiornale dicevano che Cefalù era tutto un fuoco, quella zona era misteriosamente sopravvissuta…miii che fortuna!! Eravamo un po’ più tranquilli. Almeno quello perché intanto Gianni non faceva altro che ricevere purtroppo telefonate provenienti da Roma che avevano come tema il lavoro lasciato al cantiere,ed eseguito in parte da gente assenteista e il resto da non competenti i quali richiedevano continuamente sua supervisione con tanto di nervosismo generale. Alla fine anche noi ci preparavamo ormai a rifare i bagagli facendo tesoro delle esperienza acquisita. Per esempio la nostra valigetta “OFFICINA” con il tutto per la moto ecc. Gli avevamo piano piano dato la collocazione più giusta e comoda e cioè nella nostra veranda che abbiamo cambiato nominativo in “GARAGE” e cioè abbiamo trasformato l’entrata del retro della tenda in “entrata principale”,così la veranda è diventata un comodo chiamasi  GARAGE,dove avevamo ormai collocato la “valigetta officina”, il “pronto soccorso”,la carta igienica, le ricariche elettriche per i telefonini e soprattutto scarpe ,caschi e giacche. Saldiamo l’ ennesimo conto e ce andiamo”purtroppo anche da lì”. Mi rimetto in tenuta da moto con i miei ormai collaudatissimi e comodi codini e saltando in sella rivolgo ancora lo sguardo a quel “camper stranissimo” di forma inusuale al quale passavamo davanti ogni volta che entravamo e uscivamo dal campeggio. Sfrecciando carichi come sempre noto ancora l’indicazione memorabile dell’ ospedale CERVELLO e del supermercato Qui CONVIENE. Ora avemmo raggiunto Claudia e Massimo dai loro amici in un luogo di montagna dove avremmo passato la notte per poi dirigerci a CEFALù……. BACI…..by IVANA.

Ad ora la parola a  FIAMETTA SANDRA..

Lunedì 27 Agosto  
La nostra ultima meta prima del ritorno è la bellissima Cefalù.
E si decidiamo di ripartire anche se a malincuore per aver rifiutato il pranzetto che ci avrebbe preparato la moglie di Giulio, ma anche quella mattina faceva molto caldo nonostante le montagne che ci circondavano, optiamo per la partenza.
Ennesima brioche al gelato e riprendiamo l’autostrada Messina-Palermo.In strada solo noi in moto e la desolazione di km e km di vegetazione andati in fumo dalla perversa follia umana. Una tappa in autogrill per mangiare e fare benzina, poi dritti al campeggio. Combattiamo, anzi Max combatte come al solito con il proprietario, un vecchietto che sembrava un po’ rinco, a cui invece non sfuggiva nulla. Ore 14:00 circa ci assegna la piazzola e decidiamo di montare le tende, ormai grandi esperti, e poi di corsa in spiaggia. Il mare era un brodo in confronto a quello di Letojanne ma sempre spiagge pulite e tranquille, così tra un bagno un gelato e un po’ di riposo torniamo su in tenda e nell’indecisione rimaniamo in campeggio a cucinare il pesce. Devo dire che quella sera i maschietti hanno pensato proprio a tutto dal pesce alla brace e nonostante la loro bella sudata anche quella è stata una piacevole serata, anche se a noi tutti sotto sotto sentivamo la mancanza di Mimmo e Dorina.
Comunque avevamo deciso che negli ultimi tre giorni ognuno poteva fare ciò che voleva infatti dopo cena io e Marco rimaniamo in campeggio mentre gli altri escono a fare un giro per la città. 
Martedì 28 Agosto
I nostri risvegli erano sempre molto caldi perché il sole picchiava forte e alle 8 eravamo quasi tutti in piedi.
Facciamo tutti colazione e visto l’ennesima giornata di sole io e Marco usciamo per andare a visitare un paesino a 40 km da Cefalù, Santo Stefano di Col mostre, rinomato per le produzioni artigianali di ceramiche.
Max, Betta, Massimo, Claudia, Gianni e Ivana, Simone e Luca rimangono in spiaggia in campeggio del fratello di Massimetto o ragnatela come lo soprannomina Lello, perché Lello c’è anche in Sicilia!!!
Noi andiamo ma decidiamo di non fare l’autostrada ma tutta la costiera e devo dire che anche qui i colori del mare sono sempre spettacolari e alla luce del sole offrono mille sfumature diverse.
Arriviamo a Santo Stefano, Marco già c’era stato e non potete immaginare cos’era ogni venti metri, un negozio di ceramiche pieno di ogni tipo di oggetti, tutti creati e dipinti a mano. Peccato che non abbiamo potuto comprare poi molto, ma spero tanto di poterci tornare.
Mangiamo al volo e riprendiamo le moto, un giro al porto di Cefalù e poi in campeggio, e tutti di nuovo insieme in spiaggia, mentre io mi faccio una bella dormitina sull’amaca di Max.
Questa è l’ultima sera in campeggio, domani siamo di partenza, così decidiamo di andare a visitare la città e rimanere lì per cena.
Mentre passeggiamo tra i tanti negozi di ceramiche, ristoranti, bar ed enoteche, la più bella è stata una in uno dei vecchi palazzi del centro storico che praticamente aveva un balconcino che dava sul mare, in tramonto con dei colori spettacolari sembrava di guardare un quadro.
Intanto Massimo e Claudia rimangono a cena con il fratello e noi scegliamo il ristorantino sul lungomare, dopo cena riprendiamo la nostra passeggiata nei viottoli della città ma siamo tutti un po’ lessi.
Così rimaniamo solo Luca, io, Marco, Betta e Max che ci vuole portare fino al belvedere, molto carino anche se niente si paragona a quello della bella Taormina.

Mercoledì 30 Agosto  
Sveglia, colazione e quasi tutti in spiaggia per l’ultima tintarella sicula, mentre Gianni comincia già a smontare la tenda e sistemare la moto per la partenza. Beh penso che ci avrà impiegato quasi tutta la mattina, era da film.
Io e marco usciamo a comprare le ultime cose e in giro incontriamo anche Luca. Mangiamo qualcosa e compriamo la cena per la sera, in nove avevamo deciso di mangiare insieme ma non in mensa come all’andata. Nel frattempo anche gli altri si organizzavano per il pranzo e la cena e ci ritroviamo tutti in campeggio, sono arrivati anche Mimmo e Dorina, il gruppo è di nuovo al completo.
Finiamo di preparare i bagagli e smontare le tende, una doccia e siamo pronti anche se a malincuore per la partenza. Ultimo tratto dell’autostrada prima di arrivare al porto di Palermo.
Prima di imbarcarci incontriamo il Presidente del Motoclub DUCATI  Palermo, un bel aperitivo e via.
Sistemiamo le moto, i bagagli e poi tutti sul pontile per la partenza e per goderci il tramonto tra foto di gruppo e qualche battuta. Siamo partiti e la nottata sarà un po’ così molto arrangiata, ceniamo tutti insieme e continuiamo a vedere e rivedere le foto di quei 15 giorni insieme. Pian piano cominciamo ad organizzarci per la notte, ma c’è poco da fare il letto di casa è ancora tanto lontano.
Il mare era un po’ mosso quella notte infatti Betta non si sentiva bene e io ci mancava poco.
Chi sulle poltrone, chi sui cuscini per terra ci riposiamo un po’. Sono le 6:30 – 7:00 e ci ritroviamo per fare colazione. Siamo quasi arrivati, la nostra vacanza è finita ma è stata un’esperienza almeno per me indimenticabile e piena di emozioni nuove, sia per tutto ciò che abbiamo conosciuto di nuovo e soprattutto per tutto quello che abbiamo condiviso insieme, un po’ come una grande famiglia.