È iniziato tutto con la stessa battuta che facciamo ogni anno a metà luglio: “ce ne andiamo sulle dolomiti in moto?

Questa volta però la proposta non è stata seguita da nessun “ma” o “però”. Quindi abbiamo iniziato a cercare ininterrottamente delle strutture che potessero ospitarci lungo il percorso che stavamo progettando. Nel giro di qualche giorno abbiamo definito partenze, alberghi, strade e punti di interesse da visitare. L’obiettivo era quello di viverci la montagna con le sue mattinate fresche, sentieri, paesaggi che rigenerano l’anima e quant’altro, senza rinunciare al piacere di qualche migliaio di curve.

Viste le temperature decidiamo di partire all’alba approfittando delle prime ore di fresco e prendiamo il percorso più veloce andata/ritorno, così ci buttiamo subito in autostrada.

Autostrada scorrevole, colonna di macchine in corsia opposta, in direzione sud. Soste ogni 150 km per rifornimento e riposo polsi. L’unico rallentamento lo abbiamo incontrato appena presa l’autostrada del Brennero, per questo scegliamo di uscire poco dopo, per andare a pranzo a Riva del Garda

Hola

Finito di pranzare risaliamo in moto in direzione Vezzano, a qualche km dal lago di Molveno. L’albergo è “Hotel Vezzano”, sobrio, sulla strada principale, camere spaziose, personale gentile e un piccolo riparo al coperto per le moto.

Il pomeriggio ripartiamo per fare un giro in moto verso il lago di molveno … li vicino, molto carino, purtroppo il cielo nuvoloso non ci ha fatto apprezzare a pieno i colori del paesaggio, ancora poco aspro e più verdeggiante. In cambio, al ritorno, abbiamo apprezzato il primo temporale della nostra vacanza…

Il giorno successivo, alla stazione di Bolzano, raccogliamo l’ultimo partecipante alla nostra motovacanza… arrivata con il treno da Roma …e, ora che la squadra è al completo, ci spostiamo direzione San Leonardo in Passiria. Questo paese è in posizione strategica, ai piedi di passo Rombo e passo Giovo. Il primo, il Rombo, porta ai confini con l’Austria, in cima si può andare a visitare il “TOP Mountain Motorcycle Museum”, per visitarlo bisogna percorrere l’ultimo pezzo di strada che è soggetta a pedaggio. Noi abbiamo scelto di non andare perché il viaggio era già ricco di tappe, ci siam goduti quindi solo la strada e la vista panoramica ed i 6 gradi su in cima… brrr 

 

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Il secondo, il Giovo, porta a Vipiteno. Cittadina molto carina e colorata, vale la pena una passeggiata per una visita anche veloce. I passi bellissimi, fondo stradale niente male, tornanti stretti……unica pecca di questi passi, e di tutta la vacanza purtroppo, il traffico. Tuttavia, sapevamo a cosa andavamo incontro partendo la settimana di ferragosto. Per gli ultimi 4 giorni scegliamo la Val Gardena.

La strada per la Val Gardena per me è un po’ come il venerdì prima del weekend. Curva dopo curva inizio ad aspettare il Sassolungo che si affaccia e ti saluta. Io non credo che a parole si riesca veramente a descrivere i colori e le emozioni che ti lasciano i paesaggi che si aprono allo sguardo, quindi non mi dilungherò su questo. Iniziamo a scartare uno dopo l’altro i tre paesini (Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena) tra rotatorie, colonne di macchine, e stop rossi accesi. Superato l’ingorgo, il primo passo, ancora carichi di bagagli, è il passo Gardena, che ci porta al rifugio, dove parcheggiare le moto e goderci un pranzo con vista panoramica.

Dopo circa un’ora di relax, e qualche centinaia di foto in tutte le pose possibili davanti al sassolungo scendiamo dall’altro versante per raggiungere Colfosco

 

Hola

Qui abbiamo scelto un appartamento nella struttura “garni La Dorada”. Un appartamento dotato di tutti i confort, ambienti spaziosi, esteticamente molto curato, pulito e personale molto gentile. Ripartiamo dopo aver scaricato i bagagli per il giro dei passi limitrofi. Da qui si può percorrere un anello di curve: passo Gardena, passo Sella, Passo Pordoi, passo Campolongo, fino a tornare a Colfosco.

Il giorno successivo scegliamo una passeggiata sul lago di Braies. Un po’ difficoltoso da raggiungere in quanto chiudono molto presto le strade per esaurimento di posti al parcheggio adiacente. Le interruzioni avvengono a circa 7 km di distanza dal lago. Quindi per evitare di fare percorsi troppo lunghi a piedi, si può prenotare un posto per mangiare vicino al lago e farsi fare i permessi dai ristoranti per oltrepassare i blocchi. In alternativa la zona è battuta da navette che portano al lago, ma bisogna prenotare il biglietto online in base alla disponibilità. La passeggiata è immersa nella natura, l’acqua del lago riflette il cielo, i monti e la vegetazione, facendo dei giochi di colore tra il verde e il turchese. Ovviamente è una tappa obbligatoria da fare se si decide di venire da queste parti. Foto braies 

 

Finita la passeggiata rientriamo dopo aver sbirciato il negozio di souvenir.

Il giorno dopo decidiamo di andare a vedere il lago Sorapis, ma facciamo un buco nell’acqua: arrivati all’inizio del sentiero, ci sconsigliano di partire in quanto troppe persone avevano già intrapreso il percorso e sarebbe stato troppo trafficato. Quindi risaliamo sulle moto, dopo un giro veloce verso lago di Misurina e le tre cime, ci dirigiamo verso il Passo Giau per qualche curvetta.

Arrivati in cima al rifugio, ci mangiamo i panini che avevamo preparato e ci godiamo i 19 gradi e qualche ora di relax sdraiati sul prato.

La vista è stupenda… una ciclista arriva in cima e grida la sua felicità per l’impresa appena fatta e scatta l’applauso ….

 

Durante il rientro un po’ di stanchezza si fa sentire, quindi, dopo i molteplici tornanti della discesa dal Giau, scegliamo di saltare la visita al ghiacciaio della Marmolada e tornare alla base….

Per evitare di far due volte lo stesso errore, il giorno successivo partiamo con le moto alle 6:00 del mattino, direzione lago Sorapis, in questo modo finalmente riusciamo a farci i passi senza incontrare macchine sulle curve e riusciamo a vedere il sole sorgere tra le pareti rocciose di questi monti.

Una volta arrivati al sentiero… cambio abbigliamento… indossiamo la tenuta da escursionisti e iniziamo il percorso per il lago Sorapis, sono le 7:30 del mattino. Vedremo le acque turchesi del lago dopo 2 ore di camminata, tra salite, discese, radici pericolose, percorsi esposti sotto al sole, senza riparo dallo strapiombo sulla nostra sinistra, scalette sospese e traballanti, impovvisate da chi è passato negli anni prima di noi.

Un percorso difficile, che ancora mi chiedo come abbiano fatto i genitori con i figli in braccio a farlo, ma la ricompensa di quei colori, quel perdersi nell’incredulità, nel fascino della natura, fa passare ogni stanchezza. Questo lago è ormai meta di molti, ma fortunatamente la difficoltà del percorso ne limita il turismo di massa.

Oggi decidiamo di rientrare presto in appartamento per riposare i muscoli e iniziare a preparare i bagagli per il rientro a Roma.

L’indomani le temperature si alzano anche in val gardena, si arriva presto ai 28 gradi, per questo decidiamo di tardare la partenza e viaggiare di notte.

Quindi facciamo un’ultima tappa al Lago di Carezza per godere della vacanza fino all’ultimo minuto. Qui le acque sono diverse, verdi, estremamente cristalline, tanto che si riesce a vedere bene il fondo del lago.

È ormai giunto il momento di rassegnarsi e prepararci per il rientro, quindi si va in stazione a Bolzano, lasciamo un passeggero al treno, e ci rilassiamo in un parchetto sotto gli alberi della città.

Partiamo per Roma alle 18:30, la scelta migliore che potessimo fare. I primi 100 km sono al crepuscolo tra le montagne. Nei successivi 500 circa si continua a guidare aspettando che le temperature si abbassino. Si arriva a casa alle 3:15 di notte, ringraziando di aver accettato i consigli del mio compagno di viaggio e felice di aver avuto il coraggio di viaggiare di notte.

Considerazioni personali: Se vi dicono che con la Panigale non si può fare mototurismo, è ‘na cazzata.

È vero, un po’ scomoda, ma la determinazione va oltre questi limiti. Se viaggiate con una sportiva ricordatevi di farvi accompagnare da chi ha una, moto con bauletto e borse laterali 😛

Sulle Dolomiti, non andate la settimana di ferragosto. Le strade sono troppo trafficate. Se potete andare solo in quella settimana, non andate in macchina, altrimenti sarà più il tempo che passerete alla guida.

In cima al Giau c’è un velox ben visibile, quindi qualche metro prima di arrivare al rifugio chiudete il gas.

Scegliete bene il compagno di viaggio: avere un rapporto equilibrato e collaborativo semplifica la vita in quella che potrebbe essere una vacanza un pizzico faticosa.

Almeno una volta nella vita, sulle Dolomiti andateci.

Vi rimarranno nel cuore.

IL MIO PERCORSO