by Scricciolo

È durante il rientro a casa, dopo un bellissimo weekend trascorso in compagnia di 3 donne bionde Ducatiste sotto il segno dell’acquario, che inizio a scrivere il mio resoconto, ostinata a farlo nonostante la stanchezza.

Riavvolgo il nastro di qualche settimana a quando ricevo l’invito di Betta a partecipare alla sua particolare uscita che organizza ogni anno rigorosamente di sole donne ed ovviamente in moto. 

Quindi se da una parte ero estremamente felice per aver ricevuto il suo invito ad essere la sua zavorrina dall’altra ero preoccupata perché non mi sentivo in grado di convivere, seppur per poco, con 3 bionde anche se mie amiche e molto affezionata a loro.

Ci pensavo e ripensavo e comunque le difficoltà non erano poche, avevo valide giustificazioni personali, ovviamente reali non scuse, ma tanto quella risposta poteva essere solo si perché né Betta né Zulema avrebbero accettato una risposta diversa ed ora mi dico “per fortuna”!

E anche se quasi certa della mia partecipazione non confermavo ancora la mia presenza perché ne volevo essere veramente sicura, mi chiedevo se fossi stata in grado di stare dietro a Betta e si perché il dubbio lo avevo su me stessa ma mai su di Lei perché sono anni che la vedo guidare e già dalla prima volta che l’ho vista ho notato che è un tutt’uno con la sua moto che sia Momó o Viper, ha uno stile di guida che non si impara ma credo ci si nasca perché è proprio come se la benzina le scorresse nelle vene.

Seppur titubante non avevo nessuna intenzione di deluderle quindi mi sono convita che avrei superato qualsiasi cosa ma mi do tempo ancora qualche giorno per confermare.

Betta apre una chat whatzapp per darci informazioni sull’uscita e leggo che è nominata Isola d’Elba 18/19 Giugno quindi mare…che bello (esclamazione ironica)!!!

Però tempo 4 giorni e la chat cambia nome in trabocchi 18/19 Giugno e 14 minuti dopo con un messaggio Betta ci spiega il motivo del cambiamento, poco dopo però leggo anche il messaggio di Zulema che con annessa foto di noi insieme in macchina conferma la mia presenza, anche se l’espressione del mio volto su quella foto esprimeva altro.

Vabbè ormai sono incastrata e mentre se ne parla tutte insieme ci diciamo testuali parole “dai il posto è pure più vicino ed economico rispetto all’isola d’Elba”!

Ecco! Credo che nella scrittura non si faccia quello che sto per fare perché un filo di suspance e di mistero affascina sempre però non posso non spoilerare che in quel momento abbiamo detto una grandissima cazzata…ci mancava poco che pure per fare un respiro occorreva un supplemento.

Il motivo per cui ho smesso di scrivere resoconti è anche questo, non riesco proprio ad essere sintetica e credetemi mi piacerebbe scrivervi, appuntamento in officina alle 7:45 partenza 8 belle strade, bei posti tanto divertimento, organizzazione perfetta grazie a tutti è stata proprio una bella uscita.

E invece attacco di quei pipponi colossali che non riesco ad evitare perché quando scrivo mi escono fuori talmente tante emozioni che a volte devo smettere di farlo perché non riesco a contenerle però bando ai sentimentalismi…arriva in chat la lista di Betta, perfetta viaggiatrice, delle cose da portarsi e leggo vestitino e mi dico tra me e me “supererò anche questa!”.

Tutto organizzato minuziosamente, Betta porta me, Lauretta porta il bagaglio di Betta legato sul posto del passeggero e porta il suo zaino sulle  spalle, Zulema porta il morto, cioè il sacco nero con dentro le sue e le mie cose che al mercato mio padre comprò.

Finalmente arriva il venerdì prima della partenza, esco da lavoro alle 17 torno a casa carichiamo la macchina con i bagagli e con Faina partiamo direzione Anguillara.

Arriviamo a casa di Zulema alle 21 metto le mie cose nel morto e con Furetto e Faina leghiamo il bagaglio cercando di capire la tecnica migliore per farlo.

Appena finito Zulema sale sulla moto e in sella alla sua Queen si emoziona e vedo esploderle la gioia da ogni parte del suo corpo.

E’ il suo primo viaggio con a bordo il bagaglio e non  siamo nemmeno ancora partite che già ne immagina molti altri.

Raggiungiamo gli altri in club house, ceniamo, ridiamo, scherziamo ma siamo tutte emozionate per il giorno dopo così tanto che nessuno di noi dormirà più di 3 ore. 

Ore 6:46 del 18 Giugno suona la mia sveglia e dopo aver dormito poco più di due ore mi alzo, Zulema ovviamente è già sveglia e pure vestita, io lo sarò in poco tempo ma Furetto non ne vuole sapere di alzarsi quindi con i miei modi gentili mi butto sul suo letto e gli sussurro all’orecchio di alzarsi. 

Andiamo tutti in officina e li ci raggiungono ovviamente Lauretta che parte con noi accompagnata da Meletta.

L’emozione quasi si tocca con le mani e si vede con gli occhi, i nostri compagni ci danno gli ultimi bacetti, foto di rito, piccolo briefing e pronti via. Mentre partiamo Max e Furetto ci fanno delle foto e video e la sensazione è come se ci stessero salutando per un lungo viaggio ma che invece durerà non appena 36 ore.

I primi 10 minuti in sella a Viper li ho passati cercando di capire dove tenermi e dopo 2/3 cascate a TB#21 ho fatto mente locale e resettato l’andatura da 4 cilindri e mi sono messa in assetto desmodromico e cioè ogni cambio marcia tira gli addominali, ogni tolta di gas tira gli addominali ogni ripresa tira gli addominali, una cosa semplice insomma. 

Il navigatore impostato sul telefono di Betta non riuscivo a vederlo a causa del sole ma capisco che qualcosa non va e infatti all’uscita della autostrada a Vicovaro ci fermiamo per aspettare Lauretta e Giada che fanno la fila al casello e cerchiamo di farlo ripartire correttamente però non ci riusciamo. Non è un grave problema perché Betta la strada per arrivare a Tagliacozzo la sa bene quindi di nuovo pronti via.

La temperatura è perfetta iniziamo a fare belle curvette, passiamo Arsoli, Carsoli e giù per la variante veloce dove inizio a sorridere nel casco e a muovermi seguendo Betta. Ogni tanto mi giro con cautela per vedere se ci sono Giada e Lauretta anche se vedo Betta che tiene sempre sotto controllo la situazione, ad ogni svincolo, sorpasso o semaforo guarda sempre nello specchietto per vedere se siamo tutte.

Arriviamo a Tagliacozzo entriamo nel bar a fare colazione e chiediamo di Barbara per portarle i saluti di 1/2 litro ma ci dicono che li non c’è nessuna Barbara se non una signora sulla cinquantina non molto affascinante che sicuramente non è l’amica di 1/2 litro. Vabbè ci guardiamo con Betta e ci diciamo che sicuramente quel rincoglionito di 1/2 litro ha sbagliato nome, e cerchiamo di capire con Barbara quella vera come si chiama la tettona emmm cioè volevo dire la ragazza che cerchiamo. 

Ci fa vedere una foto su Instagram di una ragazza e Betta le dice “no non è lei”, vabbè ci rassegniamo e andiamo a mettere benzina. Dopo 5 minuti dal bar esce la nostra Barbara cioè Elisa che tra l’altro è pure quella di Instagram e subito dopo la figuraccia per non averla riconosciuta scatta il Selfie da mandare a 1/2 Litro.

Cerchiamo di sistemare il navigatore ma non c’è verso quindi Max ci ha manda un nuovo link con un nuovo percorso che parte da Tagliacozzo e così sembra essersi risolto il problema quindi casco in testa direzione Forca Caruso. 

Ancora curvette, arriviamo a Collarmele che avevo un sorriso nel casco a 46 denti fino a quando avverto che il vento è talmente forte da spostarci e mentre faccio questo pensiero Betta si alza la visiera del casco e mi dice che c’è  così tanto vento da spostare noi con tutta la moto. 

Dopotutto le Pale li non ce le hanno mese a caso! 

Vedo il cartello “Valico Forca Caruso” ci fermiamo assicurandoci che il vento non ci butti a terra le moto e una volta trovata la stabilità, visto che il vento quasi ci spostava, ci facciamo delle foto. 

Zulema applica un filtro che credo si chiami “cancellazione dei connotati” perché dentro al mio casco poteva esserci chiunque comunque pensavo peggio…le ragazze sono state bravissime, siamo state ferme poco più di 5 minuti per fare le foto. 

Risaliamo in moto, vogliamo scappare dal vento, e dopo neanche 1 minuto ricevo la telefonata di Max che avendo la mia posizione condivisa in tempo reale non ci vede ferme al valico, perché evidentemente la posizione non è precisa, ma da un’altra parte e quindi si preoccupa. Gli spiego che ci siano fermate a fare le foto e lo saluto velocemente perché mi voglio godere tutte le curve che stiamo percorrendo. Raggiungiamo Castel Vecchio Subequo e verso Raiano ci fermiamo perché Betta nota che il navigatore ci sta facendo tornare indietro. Ormai ferme Betta e Zulema approfittano per fare la pipì, la pipì del caffè ironizzo visto che l’avevano fatta a Tagliacozzo dove la vescica l’avevano riempita solo con il caffè.

 Approfittiamo della sosta per fare delle telefonate e mandare  qualche messaggio e ripartiamo. Mancano circa 70 km alla destinazione, Eolo sembra aver smesso si darsi delle aree e inizia a farsi sentire l’afa. Sotto il sole di mezzogiorno continuiamo per la nostra strada e dopo quasi un’oretta iniziamo a vedere il mare e chi con un gesto chi con un altro esultiamo perché siamo arrivate a destinazione. Ci aspetta un tavolo prenotato per il pranzo ma subito ci preoccupiamo di sistemare le moto in garage e poi velocemente fronte mare ci sediamo e ordiniamo da mangiare. Ci sono dei panini fantastici, tutti colorati quasi quanto noi e delle insalatone anzi delle Poke (adesso si chiamano così) che dentro ci puoi mettere qualsiasi cosa. Entusiaste anche del cibo ordiniamo e in poco tempo siamo servite. Qualche secondo dopo le portate arriva la titolare che ci chiede chi siamo e se ci può fare una foto da postare sui social, evidentemente siamo troppo belle, le rispondiamo che siamo motocicliste e che veniamo da Roma e che certamente può postare la foto sui social e io volevo aggiungere “se vuole le facciamo anche un tik tok” ma mi trattengo, siamo appena arrivate e non voglio assolutamente far fare delle figuracce alle mie compagne di avventura ma il weekend è lungo e nonostante i buoni propositi non ci riuscirò.

Torniamo alla reception facciamo il check-in con il Bambacione d’Abruzzo, (Bambacione perché era addormentato, non ha niente a che fare con il nostro Bambacione) ci dà le chiavi della stanza numero 613 e cosa importantissima Betta chiede informazioni sul Taxi che dovrà venire a prenderci la sera per andare a cenare sul Trabocco Mucchiola Gli Ostinati. Ci fornisce un numero di telefono e ci dice che questa persona lavora abitualmente per i loro clienti e che avremmo potuto chiamarla, quindi raccogliamo tutte le nostre cose che ci avevano fatto appoggiare sui divanetti e ci accorgiamo  che per portare tutto ci servirebbero un paio di mani in più ciascuna ma con ostinazione e prendendo tutto evitando di fare due viaggi ci avviciniamo all’ascensore, entra Betta, entra Lauretta, entra Zulema entro io e inizio a ridere. Eravamo compresse e incastrate e non so bene il motivo per cui sono scoppiata a ridere, forse la situazione forse avevo già spento il cervello, forse la voglia di stare insieme, forse l’emozione ma rido talmente tanto che mi scendono le lacrime e Betta nota che una lacrima forse scendendo a forte velocità fa un salto tipo quando una moto da cross salta un panettone! Non c’è verso non riesco a smettere e contagio anche le altre tanto che mentre usciamo dall’ascensore come i gamberi, perché ovviamente non ci potevamo girare, Lauretta mi dice “Scri la tua risata è contagiosa”. 

Percorriamo un pezzetto di corridoio, sempre ridendo in cerca della stanza e incontriamo una signora che sta rassettando e le chiediamo indicazioni per la stanza 613 e lei cortesemente ci fa un segno indicandocela perché praticamente ci stavamo davanti ma non so per quale motivo noi continuiamo a percorrere il corridoio e la signora ci guarda allibita però con un sorriso. Quando capiamo che ci siamo passate avanti senza accorgercene torniamo indietro ridendo ancora di più. E’ doveroso specificare che a pranzo abbiamo bevuto solo acqua. 

Finalmente la nostra stanzetta, 4 letti singoli, Lauretta e Giada si sistemano da un lato e io e Betta dall’altro.

Ci diamo una  rinfrescata veloce e la prima ad andare in bagno è Betta che trova 4 paia di infradito come omaggio dell’hotel ma purtroppo tutte di numero grande tanto che la rimprovero per non aver comunicato  all’albergo i nostri numeri di scarpe cosa che è alle base di una buona organizzazione dell’uscita. Vabbè sorvolo su questa terribile mancanza, ci mettiamo il costume e scendiamo in spiaggia dove inizia l’incubo dei supplementi. 

Ovviamente Betta che ha organizzato tutto alla perfezione ha prenotato un ombrellone ma ci occorrono 4 lettini che non possono essere disposti tutti e 4 accanto allo stesso ombrellone in quarta fila perché non c’è sufficiente spazio quindi ci propongono un ombrellone più grande in prima fila ma con un supplemento di 25 euro. Facciamo dei calcoli veloci e accettiamo perché il prezzo finale è poco superiore di qualche euro rispetto alla prenotazione dell’ombrellone con l’aggiunta di 3 lettini ma almeno così siamo tutte insieme ed anche in prima fila.

Finalmente ci sistemiamo io rigorosamente all’ombra, le ragazze rigorosamente al sole e andiamo a sentire l’acqua, per me è fredda ma per Betta, Giada e Lauretta no e si fanno un bagnetto. 

Io approfitto un po’ per riposare viste le sole 2 ore di sonno ma ad un certo punto vengo svegliata dal sole che mi batteva su un alluce quindi chiedo a Betta e Giada che in quel momento erano in piedi sotto l’ombrellone accanto a me di spostarmi all’ombra così non mi alzo e non mi sporco i piedi. Gentilmente mi mettono all’ombra ovviamente ironizzando sulla situazione e realizzo che sto proprio bene. Ottima compagnia, ottima temperatura all’ombra, ottima vista manca solo qualcosa da assaporare tipo uno spritz o un mojto e Betta a tal proposito ci fa notare questa grande pecca che non ci sia nessuno che possa portarci da bere e allora se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto e ci spostiamo in piscina dove ci portano 4 spritz e un po’ di stuzzichini. Le ragazze approfittano della piscina e si immergono, però subito interviene il bagnino dicendo che se vogliono fare il bagno devono indossare la cuffia ma loro rispondono che si immergeranno solamente fino al collo. 

Nel frattempo passa un signore e ci dice “voi siete quelle della foto”, ci riconosce pure in costume e cordialmente gli confermiamo che si siamo noi ma dai non era difficile! Arrivano gli spritz e li porto alle ragazze a bordo piscina ma interviene di nuovo il bagnino che ci informa che in piscina non si può nè bere nè mangiare ma ignare di questa fastidiosa presenza faccio delle foto e penso tra me e me “che pesantezza”!

Piano piano la gente, che già non era molta, inizia ad andarsene e Billo il bagnino inizia a sistemare per chiudere la piscina ma noi imperterrite facciamo finta di niente fino ad un minuto prima della chiusura quando Betta ci dice “vabbè ma gli vogliamo dare la soddisfazione dì cacciarci” e all’unisono rispondiamo “assolutamente no” e ritorniamo in camera. 

Ovviamente e ancora ora non ne comprendo il motivo ma nell’ascensore si ripete ancora la tarantella delle risate a crepapelle, forse perché molto semplicemente eravamo spensierate e felici. 

Una volta entrate in camera Betta va in bagno e approfitta per farsi la doccia, poi va Zulema e poi Lauretta mi chiede se voglio andare io ma le dico che mi laverò per ultima perché ho pensato che a differenza loro non mi devo nè truccare nè mettere le crema nè pettinare quindi farò prima ed infatti saremo pronte quasi tutte insieme. 

È il mio turno entro in bagno per far pipì e poi la doccia ma lascio appositamente la porta aperta così che se hanno bisogno del bagno possono entrare ed infatti Betta e Zulema approfittano subito ed entrano a fare qualcosa allo specchio e il mio pensiero torna indietro a tanto tempo prima quando uscivo con le mie cugine e ci ritrovavamo a prepararci in 3 nello stesso bagno. In quel bagno ho sentito aria di casa e di sorellanza ed una sensazione bellissima di voglia di uscire e divertirsi senza pensare a niente.

Non è passata neanche un’ora e siamo quasi pronte, quindi Betta chiama il numero che ci ha lasciato Bambacione per farci venire a prendere ma il tipo ci risponde che in quel giorno non lavora. Non ci scoraggiamo Betta scende in reception e va a chiedere informazioni. Purtroppo non è così semplice, ma per chi viene da Roma è surreale che non ci sia un servizio taxi Smart e soprattutto che non costi una fortuna. 

Dopo aver chiamato molti numeri troviamo il taxi alla modica cifra di 60 euro per percorrere 11 km perché la macchina arriva da Chieti che dista da noi 25 km che ovviamente sono a nostro carico. Vabbè andiamo poi per il ritorno vediamo anche perché proprio non se ne parla di annullare la cena dopo tutta l’ostinazione che ci ha messo Betta per trovare questo tavolo. 

Vorrei essere concisa ma l’avventura della settimana prima per trovare posto per cenare sul trabocco va raccontata perché spiega anche il motivo del titolo del resoconto “le ostinate”. 

Dopo aver deciso la destinazione quindi i trabocchi Betta inizia a vedere dove cenare e cerca un posto dove anche lei che è ciliaca possa mangiare senza poi correre in bagno e il top sarebbe proprio cenare sul trabocco. È surreale perché anche se con largo anticipo è già tutto prenotato ma una ristoratrice, tra l’altro pure lei celiaca, le lascia una speranza dicendole di contattarla a metà settimana, Betta lo fa ma ancora la risposta è che è tutto pieno. Ci fa un vocale su whatsapp con una vocina triste e ci comunica che non abbiamo il posto sul trabocco. Io lo ascolto ma in realtà non gli dó molto peso perché conosco Betta e la sua ostinazione, tanto che non mi allarmo e continuo a lavorare per sbrigarmi ad uscire dall’ufficio da lì a poco. Alle 16:52 di venerdì 17 Giugno arriva testuale messaggio “ho vinto io ovviamente” e tutte le abbiamo risposto che non avevamo dubbi! Quindi dopo tanti sforzi nonostante ci costa caro arrivarci non abbiamo intenzione di rinunciare alla cena sul trabucco.

Scendiamo nella hall dopo esserci fatte un po’ di foto allo specchio del corridoio dell’albergo e aspettiamo il taxi che arriverà da lì a poco. 

Betta si mette avanti e Lauretta Giada ed io dietro separate da un vetro di plexiglas, per fortuna perché un po’ di cavolate le abbiamo sparare li dietro, e ci godiamo questo bel viaggetto a 53 km/h. E si perché il limite è 50 e lui il conducente i limiti li rispetta e ci tiene pure a sottolinearlo! Sbagliamo imbocco quindi torniamo indietro e giriamo nello svincolo giusto ma la macchina tocca sotto e non sarà neanche l’ultima volta perché la strada che andremo a percorrere è a dir poco angusta. Pensavo che l’autista si arrendesse invece anche lui si ostina a portarci fino alla fine della strada. Paghiamo, scendiamo e dopo aver fatto 3 passi che ci portano su una pista ciclabile si spalanca davanti ai nostri occhi uno spettacolo indimenticabile.

In lontananza vediamo il trabocco e subito capiamo perché si chiama “Gli Ostinati”.

Mi affascina così tanto che faccio un video a Faina e glielo mando. 

Io i trabocchi li avevo già visti ma non così, non questo e non in questo posto dimenticato da Dio ma spettacolare!

È tutto molto curato, ci sono amache, una porta finta oggetto di tante foto e un ponticello incantevole che attraversiamo per accedere al trabocco. 

Ci accolgono, e ci fanno accomodare sul primo tavolo all’ingresso del trabocco che per me e Lauretta si rivelerà una tragedia. La prima cosa che ci chiedono è chi è la celiaca e capiamo che chi lo sta chiedendo è il cuoco nonché il compagno della signora con cui ha parlato Betta. Poco dopo arriva un ragazzo al tavolo e ci chiede che vino preferiamo ma non avendo una carta dei vini ci porge il suo telefonino, siamo indecise anche perché nessuno di noi è una grande intenditrice di vino perché noi lo beviamo solamente quindi butto là “Malvasia” che so che mi piace parecchio. Facciamo un giretto nel trabocco, è piccolino non c’è molto da vedere se non un altro ponticello dove più tardi proporrò a Betta di rifare la scena del Titanic di Jack e Rose ma scapperà perché impaurita dall’altezza e dal fatto che sotto non si vede solo il mare ma anche tante rocce. 

Arriva il vino lo prova Lauretta che è astemia, dice che va bene e il ragazzo lo versa a tutte.

Facciamo un bel brindisi a noi ma ci domandiamo cosa avremmo mangiato visto che non ci hanno fatto ancora ordinare nulla. Vabbè non è una grossa preoccupazione, ne abbiano un’altra più grave che è quella di ritornare in albergo ma proprio di regalare 60 euro al taxi ci scoccia così chiediamo al cuoco se conosce qualcuno del posto che quindi non venga da Chieti che possa accompagnarci a prezzi modici. Lo vediamo che fa qualche telefonata che cammina avanti e indietro e intanto arriva la prima portata che è un trionfo di bellezza e anche di delizia dopo averla assaggiata. Ed è solo l’inizio perché tutte le portate saranno all’altezza e addirittura meglio della prima. Siamo in mezzo al mare e l’aria friccicarella si fa sentire e chiediamo al ragazzo se può chiudere la porta, ci risponde garbatamente chiudendola e aggiungendo che possiamo usufruire anche delle coperte che specifica sono igienizzate dopo ogni uso.

La nostra serata continua tranquilla e serena ridiamo e scherziamo ma tocchiamo anche argomenti delicati come l’amicizia tra uomo e donna e la gelosia. Mi sento a mio agio, sto benissimo se non fosse per l’aria che continua a tirare quindi mi gioco il jolly e chiedo 4 coperte e da qui con le coperte addosso succede il delirio. Inizio a ridere e dopo che Lauretta esordisce con “sai adesso de fori co sto vento i vestitini” aggiungo facciamo come Marylin Monroe ma lo sbiascico dal troppo ridere e di nuovo mi scendono le lacrime.

Ridiamo tutte come cretine manco a dire gli effetti dell’alcol visto che abbiamo bevuto un bicchiere scarso di vino a testa. Il fatto è che quando ci siamo messe il casco in testa abbiamo lasciato a casa i pensieri e le preoccupazioni e nel borsone con il costume e il vestitino abbiamo messo tanta voglia di divertirci. Facciamo la foto sul trabocco con la bandiera del club e ovviamente con addosso le coperte, fantastico!

È ora delle note dolenti, il conto della cena, arriva il ragazzo che ce lo porge e che ce lo spiega ma qualcosa non ci è molto chiaro, abbiamo capito solo che bisogna andare alla cassa a pagare 75 euro ciascuna. È mezzanotte e vorremmo andare a ballare ma di dare 60 euro al taxi per fare 10 km proprio non ci va giù quindi decidiamo di ritornare in albergo quindi chiamiamo il numero che ci ha dato il cuoco e gli diciamo di venirci a prendere.

Ringraziamo salutiamo e usciamo dal trabocco pronte ad affrontare il freddo che ci aveva accompagnato per tutta la serata ed invece appena toccata terra ferma il vento cessa e la temperatura si fa mite tipica di una notte d’estate!

Sollevate dal clima ci avviamo verso il taxi che ci metterà un po’ a trovarci e che chissà cosa gli avrà detto il cuoco, forse che volevamo andare a ballare ma che il taxi costava troppo, ma so solo che ci farà fare un giro panoramico di San Vito e dintorni oltre che lo sconto di 10 euro. 

Entriamo in camera d’albergo ancora inebriate dalle tante risate e mentre ci prepariamo per la notte continuiamo a ridere tanto che ad un certo punto sentiamo bussare sul muro e qualcuno urla “vogliamo dormire”! 

E niente come gli adolescenti in gita che vengono sgridati e che ci mettono 3 minuti netti a ricominciare a far casino, noi che è come se stessimo vedendo il più esilarante degli spettacoli!

In realtà uno spettacolo c’era, eravamo noi, 4 donne, 3 e mezzo, senza filtri! 

Siamo stanche ed è anche tardi, è già domenica quindi ci mettiamo a dormire per la gioia dei vicini di stanza. 

La notte passa veloce, alle 8:30 suona la sveglia e coordinate come il giorno prima in poco tempo siamo pronte e scendiamo a far colazione a bordo piscina, la colazione è ricca, ci sono molte cose buone, l’atmosfera accogliente, tutto molto bello, la giornata è iniziata bene. Piano piano ci riattiviamo e dovendo lasciare la stanza alle 10 ci apprestiamo a preparare i bagagli e scendiamo in spiaggia. Potevamo anche scegliere di lasciare la camera alle 14 ma ovviamente pagando un supplemento quindi scegliamo di no visto che tutto il budget è finito per i taxi!Ci sistemiamo io all’ombra e le altre al sole e ci riposiamo ancora un po’ fino a quando non arrivano i carretti con i costumi e i vestiti e allora ci attiviamo subito e con gli occhi a cuoricino Shoppinggggggg!

È risaputo che quando si sta bene il tempo passa velocemente così velocemente che è ora di mangiare l’ultima poke e rimetterci in viaggio. 

Legare i borsoni sulle moto ci metteva un po’ di preoccupazione, vana perché in nemmeno 10 minuti siamo riuscite a sistemare i bagagli senza neanche troppo sforzo!

Ormai come dice Zulema siamo pronte per partire anche tutti in weekend,…se si potesse! 

Ma quel week-end si è potuto ed ora è tempo di ritornare a casa. 

Foto alla ripartenza e via tra pezzi di autostrada abbandonata per il troppo caldo e pezzi di strada provinciale passando per Pratola Peligna, arriviamo in officina quasi alle 20, stanche, accaldate ma soddisfatte!

Non è stato necessario inventarsi chissà cosa per divertirsi, ci siamo lanciate a capofitto in qualcosa di semplice e lo abbiamo reso un’esperienza formidabile!

                                                                                                                                                                        Scricciolo