18° TAPPA TTS 2018 – ANSIA DA MURAGLIONE – by Toga

L’organizzazione di questa uscita inizia svariati giorni prima.Il momento più emozionante è quando si apre la chat “org. muraglione” è un po’ come se sentissi dentro “ok, ci siamo quasi, è arrivato il momento di una delle uscite più attesa dell’anno”.La responsabilità non è poca, perché si hanno sempre grandi aspettative dal momento che le persone cominciano a prendersi i sabati di ferie appena stabilita la data ad inizio anno.Per giorni ci si confronta su percorsi, meteo, strutture, pranzi e cene con Mirko, Max e tutti gli amici del Casentino, avvisati precedentemente di tenersi liberi già da svariato tempo.Si inizia a tirar giù la lista dei partecipanti, alcuni si prenotano subito, alcuni devono rinunciare a malincuore successivamente e intanto si inizia a pregare che il meteo ci assista.Arriva il lunedì precedente all’uscita, e dentro sento lo stesso entusiasmo della settimana prima delle ferie. Si fa il conto alla rovescia e si inizia a far mente locale sulle cose da metter nello zaino. Serve sempre tutto, ma poi non si usa mai niente, per cui è sempre troppo e infatti… appena posso, inizio a mollare tutta la mia roba nei bauletti degli altri.
La mattina la sveglia suona presto, l’appuntamento è alle 8:00 al Gabbiano, con partenza tassativa alle 8:15, quindi con il mio solito terrorismo psicologico avviso tutti che chi non è puntuale ci raggiunge per strada.
Ci salutiamo e ci presentiamo tutti all’arrivo, dando il benvenuto alle nuove leve. Caffè, sigaretta e ci mettiamo in moto. L’inizio è pessimo, dal momento che stavo lasciando Ale Multi, Luisa, Scricciolo, Faina e Astolf partendo alle 8:10 (L’orologio di Lallo, che sollecita la partenza, va 5 minuti avanti – sapevatelo per le prossime volte!)
Comunque, arrivati tutti, puntualissimi, ci mettiamo in marcia per raggiungere Fuso, I Desmotuscia e gli Amici in moto ad Orte. 
Ve lo dico, ero agitatissima, mi cade tutto dalle mani, la sigaretta mi si rompe, apro e richiudo lo zaino almeno 10 volte finche non cade… Vi dico solo che ho fatto i successivi 100 km con la preoccupazione che mi fosse caduto il bottino delle prenotazioni dallo zaino!!!

Sull’E45 marciamo ordinati, con le giuste distanze di sicurezza, ognuno custode dell’altro, perché quest’anno non doveva accadere assolutamente niente!
Luca chiude il gruppo e Mirko lo apre, e riesce, quasi, a farci uscire a Pieve Santo Stefano, ma la strada è bloccata, quindi deviamo prima e facciamo qualche curvetta per metterci a regime prima di arrivare al paese, dove incontriamo gli amici del Casentino, ci abbracciamo, ci baciamo, ci prendiamo in giro e ci rimettiamo dopo nemmeno 5 minuti in moto.
Si parte subito con Il passo dello Spino, tanto atteso dalla scorso anno, che a salire è una goduria, ma a riscendere è una vera e propria “spina” nel fianco. 
Ci fermiamo in fondo alla discesa ad aspettare Astolf che ha avuto problemi con l’accensione, ma appena arrivato si riparte con destinazione agriturismo per lasciare i bagagli. 
Si riparte dopo una “breve” sosta per rigenerarci, in direzione Bar Scarpaccia, dove immancabile, come ogni anno, mi magio la mia solita schiacciata con finocchiona e formaggio (inutile raccontare la sete che di li a poco mi avrebbe messo quella pizzetta). Dopo una mezzoretta, si riparte per percorrere tutti i passi come da programma, fino ad arrivare a San Godenzo. Ora cerco di fare mente locale, ma proprio non riesco a far mente locale su dove fosse l’autovelox, per questo decido saggiamente di far passare avanti Fabio e casualmente, rimane davanti a me per tutti il passo.Su ogni curva, ogni tornante, ogni cambio di direzione i miei occhi sono fermi sulla sua moto che fa strada. Ogni volta che inizio a percorrere questa strada, ho sempre la sensazione che stia per finire, come se la giostra durasse troppo poco, eppure è infinita come infinito è il piacere di percorrerla, sapendo che l’asfalto ti tiene incollato!Arrivati in cima al passo, si legge negli occhi di tutti la soddisfazione di quella mangiata di curve, la voglia di rifarlo almeno 3 volte. Purtroppo di passi se ne devono fare tanti e il tempo che abbiamo è sempre troppo poco.

Fatta la foto davanti al Muraglione, decidiamo di rimontare in sella e riscendiamo per la strada appena percorsa.Tra un passo e l’altro, un tornante e l’altro, il nostro Marcello scivola, ma fortunatamente nulla di grave, tuttavia, complice anche un po’ di stanchezza, decidiamo di accorciare il percorso scegliendo la strada più breve per l’agriturismo, che però prevede il Passo della Calla, di cui avevo un pessimo ricordo, quindi parto un po’ incerta, ma quando Mirko e Luchetto mi raggiungono, mi agganciano e iniziamo a salire insieme. Quello che mi è rimasto più impresso di questo passo è il silenzio, il silenzio della concentrazione, percorrendo quella salita alberata, quasi al buio, con la visiera scura, fidandomi solo dei fari che avevo davanti. Arriviamo in cima al passo e dopo qualche foto di rito iniziamo a riscendere, sognano una doccia e un po’ di meritato riposo.Si rientra in agriturismo e dopo un po’ di relax, ci mettiamo con le gambe sotto al tavolo per assaggiare, tra una risata e l’altra, tra un brindisino e l’altro, le tipicità dell’agriturismo.Ci raggiungono anche le mogli delle nostre guide turistiche e il piccolo Emanuele che diventa sempre più grande e divertente.La serata ovviamente finisce tra grappe, amari e tante risate mentre aspettiamo il taxibus, che dovrebbe riportarci alle nostre camere e che ovviamente non arriverà mai.Decidiamo quindi di avviarci a piedi per smaltire qualche bicchierino di troppo e forse un po’ di acido lattico. Arrivati alle stanze ci si ferma per un’ultima sigaretta, o forse due o anche qualcuna in più, aspettando di mangiare gli spaghetti aglio olio e peperoncini, che neanche questi arriveranno mai, in quanto nessuno aveva gli spaghetti, e nemmeno l’aglio e il peperoncino

A ‘na certa ci decidiamo ad andare a letto considerando che anche la sveglia del giorno dopo sarà molto presto.
La mattina dopo, qualcuno un po’ più stanco decide di rientrare per la strada di casa, quindi un gruppo sempre meno numeroso (seppur acciaccato e dolorante) si avventura per il passo della Futa e della Raticosa e dopo qualche km di traffico finalmente iniziano le curve con capofila Claudio.Arriviamo allo Chalet Raticosa per le 12:00 e decidiamo di fermarci per pranzo e per il caffè.Il weekend sta per finire, e penso che, come me, anche gli altri in quel momento avessero dentro un conflitto tra il desiderio di casa e il desiderio che la “giostra” continuasse a girare.Rimontiamo in sella alle nostre moto, in direzione Mugello. Iniziamo quindi a salire per il passo del Giogo, forse tra i passi, quello con l’asfalto migliore, dal momento che è stato rifatto qualche mese fa. Arriviamo al Mugello per le ultime foto, sotto il sole di luglio, ah no non è luglio, ma così è sembrato tutto il weekend, perché ormai è appurato… noi portiamo il sole!!!

I pochi reduci finalmente rientrano in agriturismo, un po’ disidratati forse, ma soddisfatti… baci e abbracci e ci rimettiamo in marcia per riprendere l’autostrada con in testa Mirko, che credo ormai conosca la strada a memoria… il weekend è praticamente agli sgoccioli, il resto, soprattutto l’acqua a secchiate presa in autostrada è già storia ormai…
– Km percorsi: 930- Passi preferiti: Passo del Muraglione (sua maestà, imbattibile) – Passo della Calla – Passo del Giogo- Antidolorifici: 2- Redbull: 2- Risate: tante- Partecipanti: PERFETTI
Grazie a:- tutti i partecipanti per l’entusiasmo e la compagnia che hanno portato- Mirko, perché è un grande presidente, intelligente, premuroso e autoritario quando serve- Gli amici del Casentino, che ormai da anni ci portano in giro per questi passi, patrimonio nazionale di noi motociclisti

Bella pe tutti…La vostra Franca Maria Toga Graziosi AnsiaMaria