16° TTS – FICULLE – by Turan

Anche per questa uscita appuntamento al solito bar in piazza del Molo. 
Mi sveglio già con un dubbio: il Presidente si sveglierà o si presenterà dopo un’ora con gli occhi abbottonati?? Apro FB e trovo il suo buongiorno, subito il mio primo sospiro di sollievo! 
Alle 9.10 tutti presenti, compresa la delegazione Roma Sudde, ormai siamo International.
Alle 9.30 pronti e vestiti con direzione Amelia, dove è in programma la prima sosta.
Il tratto iniziale di strada va via bene anche perché, almeno fino a Narni, è conosciuto.
Il percorso è un po’ accidentato, un po’ bagnato, un po’ asciutto, e l’andatura rimane tranquilla, neanche Zero e Benelli si avventurano troppo, anzi sonnecchiano sotto il casco.
Arrivati ad Amelia la gentile vigilessa ci informa che abbiamo 3 minuti prima che si blocchino tutte le strade, è prevista infatti una gara di biciclette, quindi via, verso l’infinito, in realtà verso il ridente paesino di Giove, dove ci fermiamo per circa un’ora, il tempo che la commessa dell’alimentari faccia 6 panini (si sa che fuori Roma la vita se la prendono con calma!)
Menzione speciale meritano i suddetti panini: affettato fresco e il pane della precedente settimana fanno sì che i nostri rispettivi dentisti abbiano già un appuntamento fissato per la settimana entrante, quel poco che si riesce ad ingurgitare rimane nel gargarozzo, forse un giorno arriverà allo stomaco, ai posteri l’ardua sentenza.
Insomma alle 11 si riparte e, dopo avere percorso una miriade di curve, all’una in punto arriviamo a Ficulle, davanti al bar La Sosta del Motociclista. Prima Penabranca e poi Fuffi ci abbandonano quasi subito mentre noi ci regaliamo un paio di ore di relax e chiacchiere.
Per il ritorno si decide di variare il percorso, in modo da saltare la trafficatissima Cassia.
E poi si sa, tutte le strade portano alla Cimina e quindi è lì che finiamo.
Ma la “tragedia” è dietro l’angolo…
Scena: io e Did chiudiamo, ad un certo punto, lungo la strada, vediamo Zero fermo, con lui anche Kirbis, Infermierina e Andrea. Non facciamo in tempo a frenare, quindi andiamo avanti per poi tornare indietro. “Cos’è successo?” e lui, con la pacatezza che lo accompagna, che gli dà quell’aria sempre un po’ fattona alla volemose bene e peace and love, fa “e niente, non parte più” tutto rilassato con la sigaretta in mano, un mito! 
Prova a spingerla in discesa ma niente, is dead! Arriviamo ad uno slargo dove, unico posto del mondo dopo il Burundi, nessun cellulare prende! No Tim, no Vodafone, no Wind e no Tre, forse solo Radio Maria sarebbe riuscita nell’intento!
Dopo mezz’ora a camminare su e giù in cerca di una misera tacchetta per poter contattare qualcuno, decidiamo di rimetterci in moto e, in discesa, arriviamo di fronte la Caserma dell’Esercito.
Lì arriva Gianluca di Quinzi Moto con il suo furgone, contattato dal Presidente che c’ha sempre l’asso nella manica, e si carica la motoretta di Zero, mentre lui è tutto felice e fiero perché finalmente salirà su una Ducati, quella di Max per giunta!

Quindi vorrei terminare questo resoconto con la frase “fatte la Jappo che è una garanzia! Sì, la garanzia che te se rompe!!” Grazie a tutti e W le Ducati sempre!! By Turan