20° TAPPA TTS – LE MILLECURVE ORVIETO/TODI – by Pena Branca

Ma se farà ‘st’uscita o nun se farà? S’è fatta! Arrivo al Gabbiano che già sono tutti lì, o quasi…
Si parte abbastanza in orario e belli compatti si raggiunge la tanto amata Cimina, che di solito appaga il motociclista medio, ma per noi sarà soltanto l’antipasto di una mega mangiata di curve. Infatti, tutti consapevoli che il bello deve ancora venire, la usiamo solo come riscaldamento. Passati Viterbo e Montefiascone avverto il gruppo che non ci saranno più svolte né incroci, si va dritti a Orvieto. E infatti il grande Fuffy, che ha fatto peraltro egregiamente da scopa, all’altezza della traversa per Bolsena raggiunge Laura che lo precedeva dicendole che avevamo girato proprio là… risultato che la prima sosta noi l’abbiamo fatta sotto Orvieto e loro al lago! Poco male, li aspettiamo. Nell’attesa però, dato che l’orologio segna solo le 10:45, mi viene un’idea che solo a un drogato della piega potrebbe venire… farsi anche la salita fino a Ficulle e riscendere prima della Millecurve. E dato che sono circondato da tossici come me tutti me l’appoggiano, fortunatamente senza che nessuno spinga.
Quindi tutti in sella e con appena un mini intervallo di 10 minuti alla Sosta del Motociclista (in cui Zeta inghiotte un Magnum Algida praticamente intero con tutto lo stecco perché acquistato mentre tutti si risaliva in moto) ci facciamo Ciconia-Ficulle-Ciconia e tutta una tirata fino a Todi! Dopo qualche curva della Mille Zeta si stacca un po’ e ci precede per dare i primi colpi all’asfalto, io e Flash ci alterniamo davanti a dettare il ritmo per tutti gli altri. Si sale e si scende che è una bellezza, tra una grattatina di pedana e una scodatina in uscita di curva. Alla fine si ha tutti un sorrisone stampato in faccia!
Che dire, per me questa rimane la strada più bella da percorrere in moto. Pausa pranzo alle porte di Todi, con pennica immortalata di Toga, che non si accorge di rimanere sola al tavolino mentre tutti, da gran simpaticoni, spostiamo le moto e ce ne andiamo.
Si riparte con voglia zero di autostrada ma con un certo timore nel riaffrontare la “Mille”, soprattutto per il caldo, quindi consultandomi con Flash optiamo per le dolci e “burrose” curve del lago di Corbara, tutte da pennellare. Da Orvieto gli ultimi tornanti aggrediti col coltello tra i denti sono quelli di Tamburino, la Cimina viene affrontata stavolta con una certa scioltezza, per un felice ritorno a casa.
Avrò pure organizzato solo due uscite in quattro anni, ma state pur certi che alla fine della giornata se pianifico io il percorso avrete la labirintite! Aho, a me i rettilinei nun me piacciono…
By Pena Branca