PASSO DEL MURAGLIONE – by Yoyo

Se mi domandassero di rifarlo, la mia risposta sarebbe subito “Si!” e credo che questa mia affermazione possa essere tranquillamente condivisa da qualsiasi altro Scoordinato! Il Passo del Muraglione se lo vedi con gli occhi di chi lo affronta per la prima volta è un qualcosa di adrenalinico difficilmente descrivibile, come la nostra Pesciomancino che non ha fatto altro che fare su e giù per quella strada incantata che attraversa le fate e gli gnomi della montagna! Oggi scriviamo un resoconto leggermente differente rispetto agli altri, nel senso che non importa a che ora siamo partiti, da dove, quale strade abbiamo percorso, in quali bivi abbiamo svoltato, dico solo che siamo partiti da Anguillara Sabazia e abbiamo raggiunto il Passo del Muraglione 7 ore dopo (sosta compresa), macinando chilometri di curve tra le colline Toscane. 
Il paesaggio qui come al solito ti può soggiogare a tal punto da farti perdere la concentrazione alla guida, colline che si muovono come un’onda in pieno oceano, casali con tanto di viale ben alberato, per non parlare del laghetto azzurrissimo posto ai piedi di due colline che sembravano dune per quanto erano lisce. Per nostra scelta abbiamo preferito fare soste ogni 80 Chilometri, per un totale di 3 soste, quindi fatevi un po’ due conti di quanta strada abbiamo percorso. A Radda in Chianti abbiamo fatto la sosta pranzo, un paesino sperduto in mezzo al nulla, ma perfettamente autosufficiente, con tanto di parco rinfrescato da alti alberi e una fontana dove i nostri corpi accaldati hanno trovato un po’ di refrigerio. Qui la nostra Tolla cotta dal sole, cotta dalla stanchezza, cotta dalla moto, manifesta tutti i suoi dolori possibili immaginabili ma comunque sia contenta dentro lo spirito, manifestata da una sua citazione del giorno dopo: “Mi sembra inverosimile ma oggi devo proprio scrivere per rivolgermi a tutti coloro che vivono il mondo delle moto non per scelta libera ma semplicemente per amore del proprio pilotone: sono stata benissimo, nonostante il caldo, nonostante le interminabili curve e nonostante l’inaspettata deviazione della E45!!!! Sono contentissima: per fortuna che alla fine sono venuta anche se fino al giorno prima avrei voluto non esserci! Sinceramente non so come sia potuto accadere, ma stare con tutti voi è stato talmente bello che oggi posso sopportare la stanchezza e il mal di curve con il sorriso!!! Così che io, che di certo motociclista non sono, ho assaporato la mia liberta ridendo delle mie paure! 

Grazie per tutto questo e grazie per aver regalato Al Compare quegli occhi pieni di orgoglio che aveva ieri sera!” Dopo 327 Km arriviamo a destinazione, il nostro albergo si trova proprio sul tratto iniziale del Passo del Muraglione, avvolti dal verde e dal silenzio. La stanchezza era tanta e noi tutti non vedevamo l’ora tuffarci sotto una bella doccia rinfrescante per poi ridiscendere nella Hall dell’albergo per gustare la cena prevista per le ore 21. Almeno così doveva essere, perché improvvisamente Max (The President) viene assalito da un’idea sensazionale, cioè quella di percorrere il Passo al crepuscolo. E così spinto dall’entusiasmo mi rimetto il giubbetto, casco e guanti e dopo aver rabboccato il serbatoio mi unisco ai magici 8, le persone che hanno reso possibile la magia di quella sera; Bamba, Grapin, Max214, Skleroide (soprannominato da Grapin, Skeleton), Il Lardo, Er Compare, la mitica Pesciomancino ed il sottoscritto. Quello che è accaduto dopo vorrei descriverlo con una citazione di Grapin che tramite un sms del giorno dopo ha manifestato l’evento che si è venuto a creare: “Ho un film in testa, un cult movie, senza alcun dubbio la più delirante e coinvolgente scalata verso il Paradiso dove in 8 non facevamo altro che tenerci in elegante equilibrio tra la partenza e l’arrivo, spostando l’orizzonte sempre un po’ più in là…” Cosa altro aggiungere a questa citazione, vorrei esprimere anche la mia sensazione ma non farei altro che ingigantire ciò che è già di per sé enorme. Arrivati al Muraglione, un vero è proprio Muraglione che segna il confine fisico-virtuale tra l’Emilia Romagna e la Toscana, veniamo assaliti da una sorta di pace interiore che ha del magnifico. A quota 907 mt. si respirava un’aria fresca densa di mistero e fascino, il silenzio che ci avvolgeva era un qualcosa di misto tra l’apocalittico e l’infinito, le nostre moto parcheggiate vicino al Muraglione ci guardavano sorridenti ed i nostri fisici che un momento prima erano esausti, sembravano già pronti per una nuova avventura, trovando altra linfa vitale nascosta nella parte più remota del corpo e del cervello. Dopo aver preso l’aperitivo ed immortalato il momento con qualche scatto siamo ridiscesi, con la promessa di farlo lentamente.  

Così ci rimettiamo in sella, per ridiscendere a quota 200 mt. dove ci aspettava la doccia e la cena. In quel momento mi trovavo dietro Al Compare, Akira con un filo di voce mi sussurra: “Scendiamo più spediti, ma non mi tirare il collo, voglio scivolare qua e là come se fosse una danza.” E così è stato, dopo aver sorpassato il Compare, Skeleton e Bamba mi metto alla testa dei magnifici 8 per iniziare quello che poi Grapin definirà, “la danza perfetta”. Tutti con il gas chiuso o quasi, ci facevamo trasportare dalla pendenza della discesa, i motori quasi ammutoliti scendevano silenziosi ma spediti, non stavamo correndo, bensì ballando. Dove andava uno entrava l’altro, come un serpente che mette la testa in un punto subito seguito dal dorso e dalla coda. Qui la magia si è trasformata in fiaba, dove tra una moto e l’altra si interponeva lo gnomo personale che ci accompagnava per la discesa. La cena è stata di nostro gradimento ed il dopocena si è trasformato in una rilassante chiacchierata fuori al fresco. Peccato che il vocione di Grapin abbia scatenato l’ira di un anziano che occupava le camere in alto, ma che ci volete fare, Grapin è Grapin. Il giorno dopo ci prepariamo per ripercorrere il Passo, e da lì verso casa. Arrivati in cima, vedo gente come Eliducati, Kimera, Piggiamino e la nostra insuperabile Pesciomancino fare su e giù di nuovo per il Passo. Anche Il Lardo e Patty non facevano altro che salire e scendere su quella giostra! Personalmente ero così carico e ancora colmo di adrenalina del crepuscolo della sera precedente che mi sono limitato a percorrerla dietro a Turan a 40 km/h per rivivere gli attimi che mi hanno contagiato il giorno prima! Da qui destinazione ritorno, decidendo di comune accordo di non fare l’altro Passo in programma ovvero il Passo della Calla, ma di andare a prendere la E-45. Ma gli Scoordinati, sono Scoordinati, nel senso che abbiamo preferito non fare il Passo della Calla per ovvi motivi di sicurezza, in quanto alcuni di noi erano molto stanchi, zavorrine comprese, e noi cosa facciamo? 

Involontariamente per andare a prendere la E-45 percorriamo una strada sensazionale, larga, con curve da raccordare sia in discesa che in salita, senza tirare, ma perfettamente scorrevoli, quella che poi sarebbe stata a nostra insaputa il Passo del Carnaio. Da qui in poi, tra una sosta e l’altra per rabboccare i serbatoi, ci siamo diretti verso la Base percorrendo la E-45. All’ultima sosta in un Autogrill, saluto i miei amici con anticipo, causa cena programmata fuori, e percorro gli ultimi 100 Km in solitaria. Arrivato a casa mi sincero che tutto sia andato a posto con l’invio di alcuni sms. Ok tutto perfetto, gli altri sono alla Base, tutto è filato liscio. Unica osservazione: Partendo prima degli altri all’ultima sosta sarei dovuto arrivare in quel di Civitacastellana prima di tutti…. ma allora come faceva Cesco & Kawavalerio a starmi davanti? Mistero degli Scoordinati! Siamo bellissimi, siamo uniti, siamo orgogliosi di questo logo che assomiglia ad un segnale di pericolo ma che è tutto tranne che un rischio, ci vogliamo bene e si vede e questo non fa altro che gonfiare i nostri petti di gioia e letizia! La prossima sarà Campo Imperatore dove sicuramente scriveremo altri getti d’inchiostro come questo per immortalare il momento. Semplicemente grandi! Vorrei concludere con una citazione del nostro Presidente che racchiude un po’ tutto ciò che abbiamo vissuto, in particolare modo dalle nostre Bikerine e Zavorrine: “Come si fa a non essere orgoglioso di un gruppo cosi? Come si fa a non essere orgoglioso di ragazze che se ne fregano della paura e si avventurano in gite faticose anche al più Bikers dei Biker? Sono orgoglioso di questo meraviglioso e splendido gruppo…”.