LA DIFFERENZA STA NEL RIUSCIRE A FARE CIO’ CHE LE PERSONE NORMALI CREDONO IMPOSSIBILI – By Fighetta, Gigass, Paolo 848 e Lallo

FRANCIACORTA – 16 Ottobre 2019

Che giornata!!! Preso da euforia ed ansia..
tutto è cominciato quando ho visto i primi ragazzi salire in auto..
situazioni uniche, ragazzi unici, alcuni impauriti alcuni euforici. Impressionate vederli attraverso il vetro anteriore dell’auto, mentre sfrecciano sul rettilineo, che urlavano di gioia. E’ stato in quel momento che ho realizzato l’importanza di dare a quei ragazzi questa giornata, queste ore, questo evento.
Contrastato da emozioni l’ora dedicata alle auto vola ed è già ora di mettersi il casco….da qui in poi esistono solo i Marco, Vanessa, Sebastiano, Enrica, Alberto e tutti gli altri.
Inutile raccontare le emozioni che ho sentito.. bisogna viverle.. guardare nei loro occhi la gioia di quel momento.. sarei stato con ognuno di loro tutto il giorno a farli girare… alcuni mi hanno abbracciato e ringraziato.. come Vanessa… la quale non voleva scendere e alla mia domanda…altro giro?…
le sue urla da dentro al suo casco sono uscite fuori ed entrate nel mio cuore… è stato il momento più bello ed emozionante da quando guido una moto.. metri unici passati con una persona unica.. capisci l’importanza di come questi ragazzi si MERITANO queste giornate, questi eventi e queste emozioni. Vederli ballare con la musica di Gigi D’Agostino, guardare lo spettacolo di freestyle e tanto altro ancora…ogni momento è stato speciale. A fine giornata sono stato ringraziato per essere andato…ma sono stato io a ringraziare loro che mi hanno dato questa possibilità e di avermi dato l’opportunità di poter regalare a questi ragazzi meravigliosi qualche ora della mia vita.

By Simone D’Adamo – Fighetta


I giorni che hanno preceduto la partenza sono stati caratterizzati da informazioni spesso contrastanti, il presidente ci bombardava con messaggi su un gruppo creato apposta, dove venivano comunicate le disposizioni sull’abbigliamento da usare in pista. In un primo momento si era pensato di portare la tuta di pelle, dopo la rovinosa caduta del 2006 non l’avevo più indossata e dopo 13 anni scoprire che ancora mi entrava è stato motivo di grossa soddisfazione, poi si è pensato che la tuta in pelle potesse essere discriminante verso i ragazzi che sarebbero dovuti venire in pista con noi, con l’abbigliamento di tutti i giorni, alla fine si è optato per un abbigliamento un po’ più casual. Fatta la valigia come da accordi siamo partiti alle 14, in perfetta tabella di marcia, tutti con una macchina, quella di Paolo848. Il viaggio è stato rilassante nonostante un rovescio di pioggia nel valdarno e un trasporto eccezionale di un carro armato Leopard dell’esercito, che abbiamo incontrato sull’Appennino e un altro forte rovescio di pioggia dopo Bologna. Arrivati a Chiari non è proprio chiaro ne il cielo, ne la strada dove si trovava in nostro b&b, una stradina sterrata allagata dalle piogge di qualche ora prima, ad attenderci sul cancello una sagoma inquietante, il gestore della struttura, che scesi dalla macchina ci mostra le due camere riservate per noi, una doppia con letti singoli e una tripla con matrimoniale e singolo. Ci dividiamo in russatori e non, che a conti fatti è in vecchi e più giovani… Usciamo per andare a cena, il percorso è una caccia al tesoro per trovare il ristorante, dopo sequenza si rotatorie, ricordi di amori lontani nel tempo e stradine strette che si inerpicano (ma non era pianura la padania?) arrivati a destinazione, incontriamo i ragazzi Di. Di., scambio di battute trascorriamo una bella serata allietata da una buona cena. Tornati al b&b tutti a letto pronti via, Lallo e il presidente russano da sembrare due trattori in salita smarmittati. Sveglia alle sette, colazione, il gestote a detta di Lallo è sempre più inquietante, salutiamo, raggiungiamo l’Autodromo, diamo una mano a montare un palco, poco più in là c’è Gianluca Nannelli ex pilota del mondiale superbike, che ha portato le sue minimoto da far provare gratuitamente, una persona solare, disponibile, gentilissimo, noi lo aiutiamo a scaldare le piccole moto, ma basta un attimo e si torna bambini saliamo giretto ed è subito gassss! Ci consegnano le moto vere, quelle con quei capoccioni trasversali, briefing, aspettiamo che escano le auto, ci chiamano in pista, gli scoordinati tutti in fila sulla pit-lane siamo tutti molto tesi, Fighetta braccia conserte, sguardo fisso sul display, Paolo848, sembra il piu sereno, Lallo il più professionale, lo vedo come il nonno buono, che ti porta a fare un giro in moto. Il presidente è un pò nervoso ed è normale, poi ci sono io che non entro in pista da 14 anni, allora ero teso fino a poco prima di entrare, oggi mi capita l’esatto contrario, mi caricano il primo, ragazzo, lo saluto, mi presento, si chiama Mauro, mi abbraccia, mi fanno cenno che è tutto OK, metto la prima percorro la pit-lane a 32 km/h esco, mi assale il pensiero che possa cadere e in un attimo le braccia diventano di legno, penso “sono una pippa, non so guidare”, prima curva a dx, il ragazzo si sporge verso l’esterno, col gomito cerco di riportarlo in linea, lo chiamo: “Mauro, segui me che ci divertiamo, sposta il corpo verso l’interno della curva”, le curve successive, col braccio sinistro gli indico dove spostare il peso, andiamo avanti e man mano si rilassa, mi segue e le ultime curve le facciamo in scioltezza, chiedo se posso accelerare, mi urla: “CORRI! CORRI! CORRI! sul rettilineo prima dei box tocchiamo i 105, è contento col suo accento ripete: “è bello, è bello!” rientriamo, cambio, lo saluto sale una ragazza si chiama Valentina, lei si fida ciecamente, il giro scorre fluido, curve rotonde senza strattoni, rientriamo altri cambi, poi una ragazza magra, si presenta si chiama Alexia, ci tiene a precisare:” Alexi
Le chiedo se fosse mai salita in moto, mi dice che il papà è un motociclista, si fida e mi dice di correre, fuori dalla pit-lane accelero, prima curva, Alexia non la sento neanche, la moto scende fluida, finalmente mi sto rilassando, decido di spingere un po’, fuori dalla prima “S” apro e siamo già sul cordolo esterno, decidiamo di fare un altro giro, sul rettilineo allungo, lei peserà neanche 45 kg che quasi me la perdo, tocchiamo i 170, giù in fondo c’è il presidente con un altro ragazzo, li passiamo interni e abbiamo entrambi il tempo di fargli OK col pollice, lui ci sorride col ghigno, rientriamo, il tempo a nostra disposizione è terminato. Nel pomeriggio molti ragazzi sono tornati a casa, quelli rimasti hanno tutti una gran voglia di tornare in moto, un’altra ora a nostra disposizione, rientriamo sale un ragazzo non è proprio a suo agio, vado piano, arriviamo alla prima esse faccio la prima curva e all’esterno il presidente mi infila come una sarciccia, mi guarda e in un attimo capisco cosa voleva dire quel ghigno che avevo visto sul suo volto al mattino… Se l’era segnata, rientro ai box, scendo dalla moto lo vado a cercare, lo abbraccio da dietro e nelle orecchie gli dico”: con quello che hai fatto prima, se alla prossima uscita ti mollo i freni, non ti lamentare!”😈😂😂😂 Scoppiamo a ridere, è contento come una Pasqua, mi confessa che da oggi potrà vantarsi di aver passato Gigasss ESTERNO!👿
Ci chiedono poi di portare due bambini, sono gli ultimi due, io guido il presidente seduto dietro e Davide 5 anni, seduto tra noi. Partiamo, non parla è molto agitato sento le sue mani sulla mia schiena, hanno una forza incredibile, Max gli parla: “Davide apri gli occhi, guarda che bello” si calma per un attimo, sento di nuovo le sue mani che si muovono frenetiche decidiamo di rientrare, scende dalla moto ci stringe la mano e il cuore sale in gola, poi è la volta di Gabriele stessa età, è più a suo agio, sempre con Max partiamo in tre per questo ultimo giro, poi penso che forse avrei potuto tenerlo davanti, tra me e serbatoio, stringerlo tra le gambe e magari avrebbe avuto la sensazione di guidare lui, come quando mi ci portava mio padre e come io ho fatto le prime volte con mia figlia, perché con quella luce in fondo agli occhi ci nasci e non te la può togliere nessuno, ne incidenti, ne cadute, ne un destino crudele, ne una natura matrigna e nonostante quei ragazzi e ragazze siano “Speciali” e non disabili, in molti di loro, io quella luce l’ho vista e l’ho immaginata come una tigre che ruggisce nella gabbia di un corpo speciale! Salutiamo, ripartiamo con due bagagli, la leggerezza di aver contribuito a dare un minuto di spensieratezza a quei ragazzi e col macigno nel cuore di non poter fare di più.
Ringrazio chi mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza, ridando luce a molte ombre del mio animo, perché quando ci si incazza e la vena si chiude, dopo un’esperienza simile, ti rendi conto che sono tutte cazzate.

By Luigi Pascucci – GIGASS


Nella vita ci sono momenti in cui ci devi essere e basta. Certe volte invece ci fermiamo davanti a scuse comode o lavori importanti o altro, quando invece dovremmo passare sopra e capire quali sono le priorità. Altre volte bisogna dire sticazzi e andare avanti. Naturalmente tutti abbiamo esigenze e priorità diverse e tutti siamo giustificati ma qualche volta ci si nasconde dietro a un dito. E si sa che spesso le cose più belle succedono senza organizzare e prendere troppo tempo a decidere o scegliere. Si fa per il solo motivo che ci va di fare o non fare una cosa. È successo con l’evento della mototerapia, ben organizzato tanti sorrisi, gioia di vivere nell’aria e compagni di avventura con cui trascorrere del tempo solo per il piacere di farlo, senza stare a guardare l’orologio. Ci siamo messi i guanti, il casco, gli stivali e il giubbotto, qualcuno si è montato un braccio o una gamba, ed abbiamo regalato pochi minuti di gioia a tanti ragazzi Non era importante la moto, il ginocchio a terra, la velocità o impennare…era importante esserci con il cuore e con la mente. E noi ci siamo stati senza dover essere protagonisti ma a disposizione di ragazzi come noi che per sfiga, destino, ingiustizia o chiamatela come vi pare, non possono sentire sulla faccia cosi spesso come noi, l’aria della libertà di vivere indipendente mente da tutto e tutti e volare con la mente in un viaggio infinito che le nostre moto ci regalano ogni volta che le accendiamo e gli diamo di gas.
Questa foto fatta quasi per caso mi ricorda che il braccio è per loro come il casco…un appendice per andare in moto

By Paolo 848


Un’esperienza meravigliosa, con queste parole avrei detto tutto, ma non è così, viverla è un’altra cosa. Sono partito con 4 amici per il circuito di Francia corta. Insieme a loro sono stato in mezzo a persone meravigliose, compresi gli organizzatori, ma i veri protagonisti di questa avventura sono tutti i diversamente abili, che ci hanno regalato sorrisi e un entusiasmo difficile da dimenticare, persone che senza conoscerci si sono fidate di noi, per poter vivere sensazioni a loro impossibili.
Che dire: oggi pensando a loro io sono più ricco di gratitudine, di gioia, di spensieratezza e di emozioni.
Dico grazie a tutti loro e agli amici che l’hanno vissuta insieme a me.

By Lallo