RESPIRA QUESTA LIBERTÀ’ – by TROTTOLINA

“…Ma non ricordo se chi c’era aveva queste facce qui, non mi dire che è proprio così, non mi dire che son quelli lì…”.
Così canta il buon Vasco ironico e forse dubbioso, ma io dubbi non ne ho: sono proprio loro, gli stessi sui quali veglio da tre anni indossando una divisa rosso Croce Rossa anzichè rosso Ducati.
Ad Anguillara a settembre si riuniscono, si fanno chiamare “gli Scoordinati”, sono motociclisti, sono tutti uguali direbbe qualcuno, in realtà ognuno è diverso ognuno ha la sua passione, ogni moto è un’emozione unica.  Io li osservo, non ne perdo uno di vista, voglio che l’ambulanza gli sia alle costole ma al contempo che sia nascosta, loro sanno che ci sono ma non devono vedermi, devono solo divertirsi… all’improvviso i motori si accendono e sovrastano qualsiasi altro rumore, fanno vibrare l’aria, l’asfalto è bollente, partono e io ogni volta inizio a sognare, perché vorrei esserci anche io lì, vorrei mischiarmi tra loro, salire in sella e dimenticarmi del mondo e poi un giorno tutto questo accade!

L’appuntamento è alla piazza del molo di Anguillara alle 10.30 e io non vedo l’ora, sono ancora stanca dal turno di notte ma quando come zavorrina salgo sulla moto e partiamo non sento più nulla perché è come se improvvisamente avessi bevuto l’antidoto contro il terribile veleno della quotidianità!

La meta prevista è il reatino, ma purtroppo il meteo non è dalla nostra parte, quindi si cambia programma (perchè non si rinuncia mai, o quasi) e si va al mare! Ma non è un mare qualunque, è quello della Toscana, di Orbetello e Ansedonia… uno dei miei posti preferiti.
Indosso il casco, chiudo la giacca e salgo in sella, abbraccio Mustang e partiamo. Il desiderio si è avverato e stento a crederci, sono in moto e dimentico tutto; sento il sole caldo sulle gambe e il vento che mi accarezza il corpo, se è freddo o caldo non lo so, non me ne accorgo.

La strada scappa veloce sotto le ruote ma vedo ogni singolo granello di asfalto, la linea di mezzeria indica l’infinito e noi gli stiamo andando incontro, la strada è lunga e la velocità aumenta, salgono le marce e io mi stringo a lui ancora di più, il senso di libertà che provo è indescrivibile, infatti non mi accorgo neanche di aver raggiunto Tuscania.

Sono felice e lo sono anche tutti gli altri, perché la felicità la vedi negli occhi delle persone che fanno ciò che amano. Facciamo una piccola sosta per rifornimento e incontriamo Kate. Non sarà dei nostri oggi perché sta già percorrendo altre strade, ma è sempre bello rivedersi anche per qualche minuto! Poco dopo ripartiamo e al gruppo si aggiunge una nuova compagna di avventura: la pioggia!
Le visiere si appannano, le gocce cadono sul casco come proiettili, aumentano e non si fermano tanto che dobbiamo farlo noi e lasciare che il temporale si sfoghi e che presto lasci il cielo limpido e la strada asciutta! Mettiamo l’antipioggia e con una buona dose di ottimismo decidiamo di proseguire. Da dietro una curva spunta il sole e il cielo torna azzurro ed è come guardare un film che sai già diverrà il tuo preferito: le sue spalle che mi sovrastano, le marce scalate su ogni curva stretta, la moto che piega così tanto che la linea bianca sembra un filo srotolato dal vento che ti lasci dietro per sempre.
E la cosa bella è che non sei sola mai perché c’è sempre qualcuno dietro di te che ti guarda le spalle e qualcun’altro davanti che ti protegge. I motociclisti hanno un codice che trasforma tante piccole unità in un corpo unico, fluido e compatto che si muove agile su una strada che non finirà mai di riservarti sorprese. Persa in quella sensazione profonda che non può essere spiegata e neanche capìta dai più arriviamo alla Feniglia di Ansedonia. È il momento godereccio: si mangia e si scherza, perché non ve l’ho ancora scritto ma la sera prima in club house mi hanno soprannominata “Trottolina” e più ci penso e più mi piace!

Si sta bene con questi Scoordinati, ti fanno sentire parte di un grande gruppo, sono uniti, affiatati e mi fanno divertire … mi sento accolta in un abbraccio stretto e un po’ mi fa strano perché la timidezza mi ha sempre un po’ frenata e allora mi soffermo a riflettere che bisognerebbe stare con chi, quando soffia un po’ di vento, si toglie la giacca per cedertela. E loro sono proprio così. Sono una grande famiglia con le sue regole e la sua umanità, con la complicità di chi condivide una passione per il piacere puro di farlo, sono accoglienti come una coperta calda d’inverno e spensierati come un amico che ti dà il tormento quando ti vede triste.  E sono sempre più convinta che nei sogni bisogna crederci, perchè sono fatti per le persone coraggiose. Per tutti gli altri esistono i cassetti. 

Ad maiora

Valentina “Trottolina” Procesi