UN WEEKEND AL FEMMINILE – By Silvia

Certo è che programmare una gita di due giorni in moto in un week end in cui pare che la colonnina del mercurio sfiorerà i 40 gradi è un po’ da folli…ma noi un po’ lo siamo, quindi, eccoci qui!

Sabato 29 giugno ore 8,40, appuntamento area di servizio Eni Settebagni , presenti: Betta, Toga, Catia ed io.

Si parte di gran lena, sperando di poter arrivare in quota prima che il caldo ci attanagli, così con la precisione di un orologio svizzero (in barba a chi sostiene che le donne sono ritardatarie croniche) la nostra apripista Betta, in sella al suo potente Scrambler, attraverso un fantastico percorso, da lei studiato minuziosamente, ci conduce fino alla prima tappa del nostro percorso in quel di Jenne, attraversando la suggestiva strada dei i monasteri benedettini di Subiaco. Qui prima “tappa pipi”, ma essendo in piena campagna vi lascio immaginare il nostro spirito di adattamento.

Riprendiamo la strada dopo aver scattato un centinaio di selfie  (siamo donne del resto) e ci dirigiamo verso Sora, poichè da lì andremo a salire verso Forca d’Acero,  ambita meta dei centauri, non senza qualche piccolo incidente di percorso…Catia viene punta da un insetto su una coscia e costretta ad un’inchiodata non esita ad abbassarsi i pantaloni in piena strada per eliminare il pungiglione…vi lascio immaginare il maxi tamponamento causato dalla vista di quel ben di Dio (scherzo naturalmente, non passava un’anima).

Seconda “sosta pipì” a Sora, questa volta in un bel bar fornito di aria condizionata, dove ci rifocilliamo e ci prepariamo per la scalata di Forca d’Acero. 

Uscendo da Sora, per timore di sbagliare strada decidiamo di chiedere informazioni ad un centauro bardato di tutto punto con tanto di tuta in pelle il quale si offre di guidarci poiché anche lui è diretto da quelle parti.

La strada per Forca d’Acero è una meraviglia, curve da fare invidia ad un circuito, gruppi di centauri che sfrecciano, ed è proprio qui che Toga decide di dare il meglio di se. Con quel suo culetto spostato di qua e di là affronta le curve con la maestria di una veterana finchè sparisce dalla mia vista, surclassando persino il ragazzetto che si era offerto di accompagnarci e che secondo me sta ancora pensando “ma da dove è uscita questa?” (sò soddisfazioni). Non contente costringiamo il malcapitato a scattarci delle foto nelle pose più strane.

Una volta in cima pausa pranzo nel locale più frequentato dai motociclisti, inutile negare la loro attenzione alla vista di 4 donne in moto (neanche fossimo extraterrestri) tanto che un gruppo seduto alle nostre spalle, con spavalda cavalleria si propone per offrirci il pranzo. Noi naturalmente ringraziamo e provvediamo da noi.

Dopo un’altra serie di selfie ci rimettiamo in marcia, ci aspetta a Pescasseroli la piscina di un albergo a quattro stelle e noi non vediamo l’ora di tuffarci…. detto fatto, dopo aver sistemato moto e bagagli eccoci in ammollo, stanche ma felici di aver raggiunto la meta.

La serata continua con un aperitivo in piazzetta e una fantastica cena al locale “Il Picchio” dove abbiamo mangiato “come se non ci fosse un domani” (qui ci sta tutta) allietate da un gruppo di suonatori di cornamuse che manco in Scozia.  Proprio qui mi sono accorta di quanto sia bella ed appagante la complicità tra donne, noi quattro, diversi caratteri, diverse abitudini ma cosi affiatate da avere l’impressione di conoscersi da sempre…qui però scatta la censura poiché mai saprete quello che ci siamo dette quella sera. Vi dico solo che alle undici eravamo già a letto ronfanti.

Etciuuuu….etciuuu!!! che succede ? chi è? “sono io, ho un attacco allergico” dice Toga. Ma che ore sono? Le sei…vabbè scendiamo a fare colazione ed organizziamo la partenza per Scanno.

Verso le 8 ci rimettiamo in marcia ma arrivate nei pressi di Opi ci bloccano per una manifestazione ciclistica, pazienti aspettiamo che passi il gruppo e ci riavviamo buttando sempre lo sguardo tra i campi nella speranza di avvistare qualche orso o camoscio, ma neanche l’ombra…di orsi ci sono solo io.

Raggiungiamo Passo Godi e solita scena “aho sò arrivate quattro donne in moto”, solito servizio fotografico e via si riparte con destinazione Scanno, ma ahimè siamo perseguitate dai ciclisti (neanche fosse il giro d’Italia), quindi costrette ad una deviazione in attesa che aripassi il gruppo, questa volta per la ridente (ma neanche troppo) località di Frattura (il nome non depone proprio bene) dove godiamo della vista del lago di Scanno dall’alto e la sua forma a cuore (cosa che ignoravo). Qui, sul cucuzzolo, tra un selfie e l’altro, facciamo amicizia con l’unica anima incontrata nel paese, che poi scopriamo essere l’antennista radio del giro bici, il quale collegato via radio ci dice che il giro è passato e che possiamo rimetterci in marcia…pare vero…

Vabbè… tra un ciclista e l’altro arriviamo sulle sponde del lago dove ci sdraiamo sul verde praticello a spizzicare un pasto frugale cercando di incamerare più fresco possibile per il viaggio che ci riporterà a casa attraverso le Gole del Sagittario. Qui sosta all’Eremo di San Domenico, immerso nelle verdi acque del fiume Sagittario.

In definitiva di curve ne abbiamo fatte, quindi decidiamo un tratto di autostrada come più rapida via del ritorno .

Non saprei dire i chilometri percorsi, sicuramente pochi perchè avrei voluto non finissero mai, per questo devo ringraziare Betta e Toga per aver voluto ed organizzato questo fantastico weekend al femminile, grazie anche a Catia per la sua simpatia e la sua schiettezza.

Silvia