UNA FREDDA SERA D’INVERNO… – by Faina

Arrivammo una fredda sera d’inverno a casa nostra, zuppi dalla pioggia, con le spalle curve dal freddo, stanchi dal viaggio di ritorno estenuante, che sembrava non terminare mai, sporchi di fango e puzzolenti di fumo; parcheggiammo la moto davanti al garage Scricciolo scende ed entra a casa, subito dopo la serranda del garage si alza e con molta attenzione, voglio evitare la caduta da fermo davanti al garage per la stanchezza, piano piano accompagno la moto al suo posto in garage. Nel frattempo spunta la mia dolce metà, la guardo intenta a riorganizzare le forze per sistemare velocemente e svuotare i bauletti, ricerco il suo sguardo e ottenuta la sua attenzione con un sorriso a 64 denti esclamiamo: “Il prossimo anno andiamo all’Elefante!”

Ed eccoci qui un anno dopo, un anno di preparazione dal quel gennaio pinguiñero, incoraggiati dai racconti e dai consigli di chi già c’è stato, con un pezzo in meno (la nostra Godzilla) e la nuova arrivata Attila, ma con la rinnovata volontà di essere presente a uno dei più freddi ma affascinante motoraduno che si tiene annualmente in Baviera da oltre 60 anni.

E negli ultimi due mesi il nostro unico pensiero, misto a sana preoccupazione, è riuscire ad approvvigionare lo stretto indispensabile da portarci su, senza farci mancare nulla, in quanto sappiamo bene che lo spazio di carico offerto dalle nuove ed ergonomiche valige di Attila è inferiore rispetto alle brutte ma capienti valige di Godzilla, ma del resto Scricciolo è bravissima! 😊 Riesce a sistemare ogni tipo di genere nello spazio ristretto dei bauletti di Attila, addirittura ci sono spazi inutilizzati che occuperemo con qualche delizia da condividere con i compagni di viaggio che sicuramente incontreremo nel tragitto e con cui condivideremo questa esperienza.

Esperienza di cui ormai, grazie alla tecnologia e prima di esserci stati, sappiamo già tutto, che quasi dici ma che parto a fare, tra qualche anno saremo virtualmente presenti in un luogo e comunicheremo con altre persone comodamente seduti da casa, ah ecco è già così! Sappiamo a che ora albeggia e tramonta, sappiamo che la neve per strada la incontreremo solo la domenica, quando già dovremmo essere di ritorno in Italia, sappiamo che sono previste 5000 persone e che c’è la neve, sappiamo che è meglio non tentare di scendere con la moto in buca e che ci dobbiamo portare da mangiare se vogliamo mangiare … in realtà non sappiamo nulla, la tecnologia ci permette di cercare informazioni e di condividerle, di prevedere la bassa e l’alta pressione, ma è solo una rappresentazione binaria di un modello matematico fatto da uomini ma non è umano. Ah giusto, devo scrivere un resoconto, non un trattato!

Giovedì 31 gennaio, l’ultimo giorno “della merla”, uno dei giorni più freddi dell’anno per tradizione, è l’inizio della nostra avventura, quel che è pronto è pronto, la moto già da diversi giorni, come da tradizione, l’adrenalina prende il sopravvento e mi sveglio alle 4, un’ora e mezza prima della sveglia e inizio a vagare con la mente in silenzio cercando di non svegliare Scricciolo, ma dopo un’ora mi alzo e inizio piano piano a preparare la colazione e vestirmi. Dopo pochi minuti arriva Scricciolo che mi chiede se fossi emozionato e/o preoccupato. Sì sono emozionato, lo siamo entrambi, non preoccupati, il tempo è bello e non fa freddo e alle 6.30 montiamo in moto, e ci avviamo verso l’autostrada. Il viaggio inizia, anzi no, “continua”, il viaggio è quello della nostra vita che scriviamo da quasi 40 anni ogni giorno. Alla velocità di crociera di 110Km/h, e con la neve ai bordi dell’autostrada, raggiungiamo Bologna, ci rilassiamo, caffè e scopriamo che Max ha creato il gruppo Whatsapp “Elefantentreffen”, con il Vice, per starci vicino in quest’avventura. Come per il Pinguiños sappiamo che molti Scoordinati ci seguono, ma avere un canale diretto con il Presidente e il Vice è una sicurezza in più! Decidiamo quindi la strada da intraprendere che ci porterà al Brennero o a Tarvisio, alla fine concordiamo per Brennero, quindi proseguiamo per Modena. Presa l’A22 ci fermiamo al primo autogrill dell’A22, dove ci attende Andrea che arriva da Roma e che si è già fatto un’ora di strada con la neve che cadeva a fiocchi all’altezza di Firenze! Qui incontriamo e scambiamo due battute anche con due centauri Pistoiesi, che capiamo subito diretti alla stessa meta dall’originalità delle moto!

Ripartiamo alle 11.30 circa, breve sosta dopo due ore all’altezza di Bolzano per un panino veloce e arriviamo sul passo del Brennero alle 15.30, in un ambiente completamente invaso dalla neve (ma non per strada fortunatamente. Qui altra breve sosta per comprare la vignetta austriaca e le foto di rito per immortalare Attila al primo contatto con la neve.

E comunque siamo giunti al confine con l’Austria, la strada è ancora tanta, siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, ma ripartiamo, per ora il tempo è stato clemente e non troppo freddo, la parte austriaca del Brennero è tanto pendente ma non c’è traffico, passiamo Innsbruck e in men che non si dica siamo in Germania, più precisamente nei pressi di Rosenheim, dove la strada si divide in due direzioni, Monaco di Baviera o Salisburgo. Altra sosta, ore 18 circa, ci rendiamo conto di essere per strada da quasi 12 ore e abbiamo percorso circa 800km. Ma la stanchezza ancora non si fa sentire, quindi decidiamo di fissarci una meta il più vicino possibile alla nostra destinazione per fare gli ultimi km domani in tranquillità, proseguendo per la strada più veloce, cioè verso Monaco e prenotiamo un hotel a Dingolfing. Pieno fatto e via verso gli ultimi 160 km di autostrada tedesca, dove le auto ci sfrecciano accanto a 200 km/h, piena di fabbriche del fiore all’occhiello dell’industria bavarese, BMW, e di qualche reattore nucleare, proseguiamo con i nostri instancabili muli fino all’hotel Maximilian, quale miglior posto per rifocillarci e lasciarci avvolgere dalla stanchezza dei 930km percorsi. Ma prima, sistemata Attila in garage, ci incamminiamo a piedi nel centro di questo tipico borghetto bavarese, per assaporare una bella cena con Cordon Bleu e birra tedesca che allieta la nostra permanenza.

Venerdì 1° Febbraio, dopo una bella colazione e preparati gli spuntini per il viaggio, verso le 10, riprendiamo il nostro viaggio per gli ultimi 80 km; passato Deggendorf, un cartello ci indica che siamo entrati nel parco nazionale della Bayerischer Wald (foresta bavarese) e inizio a sorridere perché già pregusto i paesaggi e le montagne innevate che sempre più si avvicinano, e che diventano realtà una volta usciti dall’autostrada ad altezza Iggensbach. Ci fermiamo a un’area di servizio di un minuscolo paesello, e, montata la videocamera, ci incamminiamo sicuri sulla statale che, seppur fredde e contornate da mezzo metro abbondante di neve, sono talmente pulite e precise che è un divertimento affrontarne le curve. In men che non si dica iniziamo a vedere i primi elefanti sulla strada, che ci indicano la direzione del raduno, e a ogni nuova insegna, sorrido sempre di più fino ad arrivare alla strada che da Loh ci porta all’ingresso dell’Elefantentreffen, piena di moto parcheggiate. Ed è un’emozione indescrivibile, quando, al termine di 100 metri di discesa di neve e fango, spunta l’ingresso del motoraduno, Scricciolo scende dalla moto e mi chiede che voglio fare, io, che in cuor mio so di fare la caxxata, dico: “scendo con la moto, poi a risalire ci pensiamo!”. Anche perché di farmi 2 km con i bagagli non ne avevo proprio voglia! Ci avviciniamo al botteghino per comprare i biglietti di ingresso, aiutato da un organizzatore che parlandomi in tedesco mi indica il percorso migliore, e da qui è tutta una lunga discesa di neve semi ghiacciata misto fango, che piano piano affrontiamo con Attila e scendiamo per circa 200 metri fino a trovare un possibile spazietto dove scaricare i bagagli e cercare un posto per la tenda.

Qui il primo dilemma, dove ci posizioniamo? Ai margini della stradina tutto occupato da moto e tende dei primi arrivati, la vallata si estende a perdita d’occhio ma è tutto un accampamento, questo in teoria è il primo giorno di raduno, ma secondo me la gente è arrivata giovedì mattina se non mercoledì! Andiamo in esplorazione e troviamo uno spazietto poco sotto Attila, che ci guarda con il suo occhio indagatore e preoccupato perché l’abbiamo lasciata sola e carica, e con il bloccasterzo disinserito. E infatti, dopo aver organizzato e segnato il nostro spazio, risaliamo e non vediamo più Attila… dove caxxo è andata? ci guardava dall’altro lato della stradina, forse preoccupata di essere troppo vicina al burrone, forse, perché ha un gran cuore, per fare spazio al sidecar polacco che nel frattempo aveva preso il suo posto, insomma mistero, ci sbrighiamo a scaricarla e iniziamo a preparare il terreno per piantare la tenda. 

Scricciolo ritorna all’ingresso per acquistare al modico prezzo di 10 euro due balle di fieno, io inizio a spalare la neve con una pala prestata dal vicino, nel frattempo i confinanti iniziano ad avvicinarsi e scambiando due parole in simil inglese ottengo una pala più grande e una graditissima birra belga, una vera manna dal cielo! In men che non si dica, dopo quasi tre ore dall’arrivo, montiamo la tenda e scopriamo che siamo circondati da persone speciali e amichevoli, il belga che mi ha offerto la birra arrivato con il suo V-Strom, che ci invita al suo fuoco, ragazzi del MC Winter Bikers di Faenza conosciuti poche settimane prima al loro evento, che ci offrono cibarie di ogni genere, un tedesco di Monaco arrivato con il suo Triumph (italiani conoscono solo BMW!!) che ci informa che in cinque anni di Elefante non ha mai visto così tanta neve, un gruppo foltissimo di polacchi che salutano, offrono da bere e carambolano verso la loro tenda… insomma, l’Elefantentreffen, per la sua posizione geografica, è un ricettacolo di motociclisti da ogni parte d’Europa, e si sa i motociclisti sono gente rude e scontrosa, ma dal cuore grande e sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà!

Infine, appendiamo alla tenda il lenzuolo degli Scoordinati, che ne ha passate tante, ma dal lontano 2009 è sempre presente in ogni motoraduno invernale, e quale modo migliore di onorare il 10° anno di onorata carriera se non essere presente nell’accampamento dell’Elefantentreffen!

Arriva l’imbrunire e Scricciolo, soddisfatta del lavoro concluso in buona parte, ci rammenta che abbiamo un altro compito importante da aggiungere prima che faccia buio, perché non c’è campeggio invernale che si rispetti senza un sano e caloroso fuoco! E quindi, subito dopo aver protetto Attila dal freddo con un buon telo, ci apprestiamo a comprare la legna e continuiamo a scavare la neve per far posto al fuoco.                    In questo caso, ci affidiamo alle mani esperte del nostro mastro focaio Andrea che in men che non si dica, anche con l’aiuto del tizzone prestato dagli amici del Winter Bikers, accende un fuoco degno di tale nome. Nel frattempo, Scricciolo, che ferma non ci sa stare e complice diversi rischi di scivoloni, armata di paletta per scavare, inizia a improntare una serie di gradini sulla discesa davanti la tenda. Devo dire un’ottima idea gradita dai passanti che subito ci etichettano come italiani! 😀

Scaldati dal fuoco e in preda al rilassamento post giornata, iniziamo a preparare la cena, un riso pronto alla milanese che ci da la forza per continuare la serata e incuriositi dalla vastità della buca, ci incamminiamo verso la parte del campo che non abbiamo ancora visitato. Scopriamo così i bagni biologici, l’area ristoro che prepara panini e specialità del luogo contornato da fiumi di birra, e un numero considerevole di mezzi a due e tre ruote di ogni genere ed età: dalla vespa al ciao, dai cinquantini enduro alle maxi enduro, dalle naked alle super sportive, da sidecar di cinquant’anni fa all’ultimo modello, che semplicemente lascia a bocca aperta! Decidiamo infine di tornare alla tenda e sulla via del ritorno a pochi metri i fuochi d’artificio fanno brillare il cielo sopra la buca, spettacolo a dir poco emozionante. Un sorso di punch bollente portato da casa e via sotto la tenda, e ci facciamo cullare dalle braccia di Morfeo.

Sabato 2 febbraio inizia alle 4 di mattina a tutto volume con la canzone “Guten Morgen Sonnenschein”, che ci terrà compagnia a intervalli regolari per tutto il resto della nostra permanenza, ma nel frattempo mi rimetto a dormire. Ci svegliamo dopo poche ore, inizio a preparare la colazione, composta da uova sode preparate da casa, pan bauletto integrale con prosciutto e formaggio e un ottimo caffè granulare, aspetto che anche Scricciolo trovi la forza di uscire dalla camera da letto della tenda e facciamo colazione con la vista stupenda della buca innevata. Pronti a un’altra giornata in buca, usciamo dalla tenda e veniamo raggiunti da due ragazzi dei Winter Bikers che ci offrono un buon caffè fatto con la moka. Nel frattempo vediamo numerosi campeggiatori che iniziano a smontare la tenda tra cui alcuni ragazzi dei Winters, e vediamo un lungo serpentone di moto e sidecar che tentano la risalita verso l’uscita, resa ardua dal ghiaccio formatosi durante la notte, e arrivano i primi messaggi anche dall’Italia che hanno chiuso il Brennero per la bufera di neve notturna e sembra che la situazione non migliorerà. Breve briefing per decidere cosa fare, e optiamo alla fine, nostro malgrado, per tentare il ritorno da Tarvisio, consci che comunque l’ora è ormai tardi. Decidiamo però anche di goderci il fondo della Buca, dove sappiamo esserci il merchandising del motoraduno, dove compriamo le toppe, un fazzoletto da regalare alla Club House, una sciarpa e l’ultima felpa dell’evento in misura ragazzo che entra alla perfezione su Scricciolo!

Torniamo alla tenda e prepariamo il tutto, ma prima decidiamo di far risalire Attila sulla strada pulita, e tra una spinta e l’altra, grazie anche alle tacchettate, l’impresa non è così ardua. C’è anche il tempo di dare un saluto ai ragazzi Toscani incontrati ad altezza Modena all’andata, che ci offrono il maialino che cucinava in maniera impeccabile da diverse ore.

Foto di rito e alle 14 siamo pronti per intraprendere la strada del ritorno, ritorniamo sull’autostrada tedesca verso Passau, statale austriaca fino a Salisburgo, breve fermata per rifornimento e poi riprendiamo l’autostrada A10 direzione Villach. La strada è buona ma fa freddo ed è umido, piove, e dopo un po’, complice la stanchezza, iniziamo a sentire il freddo che ci attanaglia, ma siamo quasi al confine e optiamo per continuare… meglio così perché appena attraversiamo il passo, inizia a nevicare, l’effetto visivo è bellissimo, la stabilità della moto però ne risente sul fondo stradale dove inizia ad attecchire la neve; superiamo alcuni spazzaneve che si preparano alla nottata di lavoro, e il casello autostradale è quasi un miraggio quanto un’oasi nel deserto… Siamo in Italia e dovremmo aver passato il peggio, infatti dopo alcuni chilometri ci fermiamo all’autogrill prenotiamo una camera d’hotel a 10 km di distanza. Alle 23 siamo nella nostra cameretta, Attila sotto la pioggia ma coperta con il telo, ci mettiamo a letto senza nemmeno mangiare e prima di addormentarci ripenso a quanto siamo stati fortunati ad aver vissuto questa stupenda seppur breve esperienza!

Arrivammo una fredda sera d’inverno a casa nostra, zuppi dalla pioggia, con le spalle curve dal freddo, stanchi dal viaggio di ritorno estenuante, che sembrava non terminare mai, sporchi di fango e puzzolenti di fumo; parcheggiammo la moto davanti al garage Scricciolo scende ed entra a casa, subito dopo la serranda del garage si alza e con molta attenzione, voglio evitare la caduta da fermo davanti al garage per la stanchezza, piano piano accompagno la moto al suo posto in garage. Nel frattempo spunta la mia dolce metà, la guardo intenta a riorganizzare le forze per sistemare velocemente e svuotare i bauletti, ricerco il suo sguardo e ottenuta la sua attenzione con un sorriso a 64 denti esclamiamo: “Il prossimo anno andiamo …”

Spero di aver trasmesso a chi è arrivato a leggere fin qui almeno un quarto delle emozioni e sensazioni che mi hanno avvolto in questa esperienza; e adesso velocemente i ringraziamenti a tutti coloro che ci sono stati vicini, che ci hanno parlato e condiviso la loro esperienza, che ci hanno mandato un messaggio prima durante e dopo, perché all’Elefante senza di voi ci saremmo andati comunque, ma poter condividere la nostra felicità, e anche i nostri scazzi a volte, con voi, con i nostri familiari e con le persone conosciute durante il viaggio o alla meta, arricchisce e dà un senso a un’esperienza che per molti un senso non ha.

By Faina