VILLETTA BARREA – By Astolf

DOMENICA 9 Luglio 2017

Tappa molto lunga questa domenica, con appuntamento al distributore sul Raccordo, tra l’uscita Bufalotta e la Nomentana.

Stranamente siamo tutti puntuali, con incrocio sul raccordo tra me e Manuela (che venivamo da Anguillara) e Scricciolo e Faina, che non so da che parte venivano 😀

Siamo un po tutti assonnati e gioco forza abbiamo tutti bisogno di un caffè prima di partire.

Entriamo in Autogrill e troviamo una fila di vecchi che stanno disperatamente cercando di prendere la via della cassa. Da bravi approfittatori, sfruttiamo Mezzolitro che si è fatto la coda, per farci pagarci i caffè a tutti e risparmiare una buona decina di minuti di fila.

E dopo aver preso il caffè, fatto tutti benzina, litigato con uno che mi stava venendo addosso al parcheggio (cominciamo bene) e cominciando a sentire un po il caldo, finalmente SI PARTE con destinazione VILLETTA BARREA in Abruzzo.

Presenti: Io, Manuela, Topomoto e Claudia, Mezzo Litro (indiscusso protagonista), Faina e Scricciolo (che c’ha tenuto a precisare che ha squirtato subito) e Zi Antonio.

Il primo tratto di strada è molto tranquillo. Passiamo per un pezzo di Autostrada per evitare il primo tratto di Tiburtina e poi proseguiamo per strade alternative.

Il percorso è bello già dall’inizio. Curve larghe, bei paesaggi, belle strade e tante moto.

Facciamo una prima tappa a Tagliacozzo per prendere un caffè. Li mi danno la bella notizia che sarò io a dover scrivere il resoconto del viaggio. Vabbè, è giusto. Le gavette servono a questo 😀

Ripartiamo dopo circa 10 minuti. Il caldo comincia a farsi sentire, ma stiamo tutti pregustando il fresco del Parco Nazionale d’Abruzzo e quindi ci rimettiamo subito in marcia.

Arriviamo ad Avezzano e inizia un qualcosa di surreale.

Ci infiliamo in una stradina secondaria dove l’unico cartello è quello dell’OSPEDALE.

Nessuno fa domande e seguiamo il nostro capofila. Finiamo in un luogo fuorimano, in un quartiere in costruzione con strade ancora non finite. Dentro di me pensavo che qualcuno volesse vedere il posto perché stava comprando casa 😀

Proseguiamo girando a destra e a sinistra per finire… all’Ospedale 😀

No tranquilli, non si è fatto male nessuno, ma non girando prima, siamo finiti davanti al cancello dell’Ospedale di Avezzano. Prendiamo la strada corretta e ci fermiamo ad un distributore di benzina, perché la moto di Topo beve come un cammello (eh lo so, ma i cavalli so cavalli).

Mette 20 euro e la pompa di benzina gliene da solo 7 per poi andare in errore. In pratica ha beccato l’unica pompa difettosa (le altre funzionavano tranquillamente).

25 minuti a cercare un numero da chiamare o per tentare, invano, di rifilare lo scontrino a qualche passante (molto pochi visto che non c’era anima viva in giro) proprio perché chissà quando ci sarebbe tornato li.

Nota colorita, due ragazzi con un motorino che si sono fermati a fare benzina. Nel spiegar loro cosa era successo e se potevano aiutarci, se ne sono usciti con: “eh lo so, ma i proprietari di questa pompa so NAPOLETANI”. Guardando Manuela ho pensato: “eccolo la, i ragazzi sono morti”. Per fortuna ha lasciato perdere, altrimenti ci toccava visitare l’ospedale veramente 😀

Dopo che Topo ha lasciato un Bestemmione che ancora riecheggia per le vie di Avezzano, il gruppo finalmente riparte.

Ormai siamo tutti convinti che le disavventure siano finite ma, senza che ce ne accorgiamo, finiamo in mezzo ai campi coltivati.

Non mi capacito come ci siamo finiti li, ma di quel momento ricordo solo i gesti di Mezzolitro che erano talmente eloquenti e caratteristici nonostante fossero fatti in movimento.

Comunque dopo un lungo in contemporanea sia di MezzoLitro che mio, con il rischio di finire in mezzo a qualche pannocchia, arriviamo ad un altro paesino e… ci perdiamo di nuovo 😀

Il ritmo è basso e le temperature purtroppo salgono. Il CBR di MezzoLitro comincia a buttare fuori acqua e prima di fare altri danni ci fermiamo ad un bar per calmare i bollenti spiriti.

Il barista e qualche passante ci danno le indicazioni per poter riprendere il nostro percorso e rincuorati, dopo aver fatto benzina (stavolta nessuno ha perso soldi) ripartiamo. La strada comincia a salire e le temperature cominciano a scendere.

Finalmente si respira e i sensi possono godere sia della splendida vista e sia delle belle strade e delle belle curve.

Il gruppo si allunga ma poi si ricongiunge. Cominciamo a pregustare il fresco e la vista sul lago. Dopo alcuni km finalmente arriviamo alla metà e ci mettiamo alla ricerca del ristorante che… troviamo per caso frenando tutti di botto. Non è successo niente e questo è quello che conta… quindi tutti a mangiare.

Ci sediamo e ci facciamo riconoscere subito (da bravi scoordinati). Il posto è abbastanza pieno, nonostante siamo arrivati alle 14 e alla fine, praticamente, siamo rimasti solo noi.

I discorsi sono tanti, i brindisi pure, le storie di Mezzolitro hanno catturato l’attenzione di tutti, forse anche dei tavoli vicino. Alla fine del pranzo, lui ci dice che si è vergognato di noi 😀

Qui le strade, almeno con me, si dividono. Io parto prima mentre gli altri rimangono li ancora un po, facendo una tappa al lago per poi avviarsi per casa.

Seguo il consiglio di Nunzio e faccio Forca D’acero, una strada bellissima con arrivo a Sora. Avendo il cellulare scarico e non trovando indicazioni, sbaglio strada e invece di proseguire dritto per l’autostrada (che era li vicino) vado ad Avezzano allungando almeno di 80 km. Le genialate ogni tanto sono anche queste.

Alla prossima puntata.

Gianluca