7° Tappa TTS – MURAGLIONE – By Stix

Il MURAGLIONE con gli occhi della matricola

Visto con gli occhi di Riccardo Stella (Stix)

900km. Partiamo dalla fine, perchè l’inizio non è stato dei migliori. Questo è il bilancio della “due giorni” passata tra le splendide montagne del Casentino. 

Pronti, via; appuntamento consueto in Piazza del Molo ad Anguillara alle ore 8:00. Eh, lo so, l’occhio è chiuso, la mente è ancora avvolta dalle dolci e morbide lenzuola del letto, ma l’entuasiasmo è alto in attesa delle fantastiche strade che ci aspettano. Strade che per me sono tutte da scoprire, non solo perchè non sono mai stato sul Muraglione, ma perchè dei miei primi 4000km su due ruote la maggior parte sono stati di apprendistato tra le colline della Tuscia. Sapevo sarebbe stata un’uscita impegnativa, tra le più dure del calendario 2017, ma solo alzando l’asticella si migliora. 

Una volta partiti l’entusiasmo cala subito. La batteria mi abbandona subito al casello di Orte. Non ne vuole sapere di ripartire, quindi si parte a spinta. Viva la non elettronica. Il breve tratto per raggiungere il gruppo non basta per ricaricarla. Male. Molto male, sarà la batteria? L’aternatore? Crisi. Ma si prosegue, nonostante tutto. 

La mia fortuna più grande è far parte di un gruppo sempre pronto ad aiutarti, nel trovare una soluzione ad ogni tipo di problema. Il bello di far parte del MC Scoordinati non riguarda solo piegare in compagnia, è il far parte di una comunità composta da persone eccezionali che si supportano a vicenda in ogni tipo di situazione possa capitare. E’ un’alchimia difficile da spiegare a chi non ne fa parte; se ne comprende il significato solo vivendo certe situazioni. 

Te ne rendi conto quando sulla E45 una serie di circostanze causano la caduta di Z1000, in un tratto di strada tranquillo, poco traffico, andatura sui 90-110 km/h, dove pericoli apparentemente non ce ne sono; ed è proprio in queste situazioni che si abbassa la guardia e il fato ti punisce. Basta una pattuglia della municipale con l’autovelox nascosto per racimolare quattro spicci nelle casse del comune e qualche premio sulla busta paga per mettere a rischio la vita delle persone. Così alla vista improvvisa dell’autovelox, un’auto frena bruscamente, le moto che seguono frenano di conseguenza e Z1000 finisce steso sull’asfalto con la caviglia dolorante, per poi ritrovarsi in ospedale con entrambe le gambe ingessate. Si chiamano prontamente soccorsi e polizia stradale tra la rabbia di molti che giustamente se la prendono con la municipale che aveva l’autovelox nascosto, il lampeggiante spento e il cofano alzato. Bel trappolone. Gli insulti più fantasiosi li lascio a voi. 

L’evento ovviamente ha scosso tutti, la preoccupazione per le condizioni di Z1000 sale e il morale è inevitabilmente sceso. Zeta viene portato in ospedale, con lui rimangono Faina e Mirko dei Desmotuscia, ai quali va fatto un ringraziamento sincero particolare. Dopo aver atteso la stradale per rilasciare alcune testimonianze il gruppo riparte con un paio di ore di ritarto sulla tabella di marcia. The show must go on cantava qualcuno, nonostante tutto. 

La mente è da un’altra parte, così come il percorso previsto. Sbagliamo direzione e viriamo verso Perugia. Ce ne accorgiamo solo quando i cartelli a sfondo verde si fanno più frequenti. Facciamo un bel giro del lago Trasimeno e ci ritroviamo nei pressi di Bettolle vicino l’autostrada. Pieve S.Stefano non vedrà mai il passaggio degli Scoordinati. “Vai, vai…” gridava Furetto rassicurando Fuso che chiedeva indicazioni. Bene ma non benissimo ;). Allunghiamo leggermente ma alla fine riusciamo ad arrivare a destinazione, nonostante tutto. 

Pòppi, nella valle del Casentino, in provincia di Arezzo è inserito nella lista dei più bei borghi d’Italia. Peccato averlo scoperto solo ora, magari il prossimo anno tra una curva e l’altra si proverà a fare anche una visita al castello. Al nostro arrivo ci aspettano gli amici toscani del MC del Casentino per guidarci tra le curve del tanto atteso Muraglione. Finalmente. 

Ovviamente il tutto dopo aver mangiato qualcosa alla Scarpaccia, dato che il pranzo non ha mai avuto luogo. Ci si consola con una bella focaccia con finocchiona e formaggio. Finalmente. 

Il Muraglione inizia dolce, quasi voglia suggerire di scaldare bene le gomme, perchè il tratto che segue è un susseguirsi di tornati e curve strette in successione sempre più rapida. Un passo che pretende molto dal pilota ma che restituisce tutto con gli interessi una volta arrivati in cima. Per una matricola come me arrivare in cima in scioltezza e con un buon ritmo è una grande soddisfazione. Sono queste le strade che ti insegnano come si guida, ti danno serenità e sicurezza per gestire al meglio quelle future. Ti danno consapevolezza dei propri limiti, ti avvisano quando c’è da togliere il gas e staccare con meno violenza, ti incoraggiano quando c’è da aprire tutto e aggrapparsi ai freni. Peccato solo per il caffè preso al bar perchè faceva abbastanza schifo ;P. 

Si riscende dallo stesso versante e si continua il giro tra le belle curve sempre guidati dagli amici toscani a farci strada. Curve, curve e poi curve che danno alla giornata una piega migliore rispetto a quella brutta presa nella mattinata. Si arriva dunque in hotel stremati, provati mentalmente e fisicamente tanto che Fabio stenta quasi a riconoscerci data l’inconsueta tranquillità della cena. Sinceramente c’era poca voglia di brindare e far festa. 

La notte non restituisce totalmente le forze spese il giorno precedente, ma un sole già bollente nelle prime ore del mattino e il dolce fracasso di una ventina di marmitte risveglia l’intera vallata e soprattutto i nostri spiriti. Si riparte direzione Mugello. 

Ecco, questo è un circuito che ho sempre amato, considerato tra i più belli e tecnici del motomondiale, con caratteristiche uniche che tutto il mondo ci invidia, tra la staccata della San Donato che la motoGp fa a 350km/h e le due dell’arrabbiata, destra-destra in salita con uscita cieca… Ho percorso tutto il vialetto che gira intorno al circuito con gli occhi a cuoricino. 

Finito il tour del circuito, inizia la salita per arrivare al passo del Giogo. La strada è stretta e tortuosa, tutto molto bello se non fosse per il male di tutti i mali. L’uomo a pedale: il ciclista. O meglio, i ciclisti, c’erano ciclisti ovunque. E non solo, finite le orde di ciclisti dopo un tornante compare anche un autobus che dopo tanta fatica ci concede il sorpasso con estrema cavalleria

Riscendiamo per una bella deviazione per affrontare il Flipper, una serie rapida di tornanti con pendenze sul 10%. La strada non è il massimo, è un po’ sporca, una bella cagata (chiedo ai più esperti di decifrarne la natura) ci attende appena usciti da uno dei cento gomiti appena affrontati. Però sicuramente è stato stimolante. Altro puntino da aggiungere sul mio personale taccuino alla voce “stradedimontagnaimprobabili”.

La Raticosa è il prossimo obiettivo. Al contrario della precedente, la strada che porta al passo offre tratti molto guidati con bei saliscendi. Purtroppo si arriva in cima in fretta, chissà se per la velocità media o per lo scarso chilometraggio tra la valle e il parcheggio che ci attende in cima dello “Chalet Raticosa” che ogni weekend si riempie ospitando centinaia di motociclisti di tutte le razze. Sosta pranzo, si ricaricano per quanto possibile le batterie per fare ritorno in hotel. Dopo pranzo la guida si fa più pesante, la stanchezza accumulata si comincia a sentire. L’ultimo passo, il passo della Consuma, lo affronto inchiodato con i tendini del polso che richiamano dal calendario tanti personaggi che in passato raccontano di aver fatto miracoli. Anche la Hornet sembra si sia stancata, in frenata di un semplice tornante, percorso per di più abbastanza lentamente, perdo il controllo di un posteriore saltellante rischiando più del dovuto. Altro puntino da aggiungere sul mio personale taccuino alla voce “jollygiocatisenzamotivoapparente”.

Dopo aver salutato gli amici toscani del MC del Casentino, 

ps. Grazie veramente di cuore per la disponibilità, l’ospitalità, la simpatia e la batteria. 

per tornare a casa rimane da affrontare il secondo male di tutti i mali per un motociclista: l’autostrada. Un lungo, monotono, straziante susseguirsi di righe tratteggiate su un ruvido asfalto mangiagomma che si ripetono all’infinito. 

Infinito come l’in bocca al lupo a Z1000 con l’augurio di tornare in sella il prima possibile; pensa solo a guarire sapendo che ci sono tantissimi amici in maglia arancione pronti a darti eterno supporto.   

RESOCONTO By Stix