QUATTRO AMICI, AMANTI DEL MOTOTURISMO, NELLA SPAGNA DEL NORD LUNGO IL FAMOSO “CAMINO DE SANTIAGO” – by Bombardino

Ebbene, eccomi qui a commentare il viaggio di metà anno che ormai è una tradizione per me e il mio amico Diego. Dopo esserci ben documentate io e Diego, inseparabile amici di tanti viaggi, abbiamo colto l’occasione di aggregare a noi altri due amici Daniele il fighetto e Daniele Desmogatti e abbiamo voluto percorrere (non certo a piedi!) ma con le nostre tre Triumph ed il GS di Diego, uno dei tanti “Cammini per Santiago”, attraversando tutte le belle provincie ricche di arte e di storia del nord della Spagna.… 

Il nostro percorso è iniziato, nella regione aragonese e precisamente a Saragozza, l’antica Caesar Augusta dei Romani, anche se di quell’antica civiltà non abbiamo visto che qualche stralcio di mura.. in compenso abbiamo subito avvertito l’atmosfera di grandezza e di austerità della città. Per ogni spagnolo che ama la sua storia e la sua fede, Saragozza, essendo innanzitutto una città religiosa, è sempre stata molto importante. Quando abbiamo attraversato il bel ponte sul fiume Ebro dalle acque rossastre, ponte che collegava la periferia al centro, oltre al suggestivo panorama che sembrava dipinto dal Velázquez, sulla riva destra, ci è apparsa subito maestosa ed imponente, la Basilica di Nuestra Senora del Pilar con il suo cupolone centrale, quattro campanili e dieci cupole minori. Poco lontano dalla Basilica abbiamo visitato la Seo (la cattedrale) costruita con un miscuglio incredibile di stili che andavano dal romanico, al rinascimentale, lo stile moresco visibile nelle bifore ricche di decorazioni e maioliche policrome! Ci siamo spinti curiosando per le strette vie della città vecchia ed anche qui abbiamo respirato un’aria di profondo legame con la sua fede “cattolicissima”. negozietti di souvenir religiosi, piccoli tabernacoli, madonnine in ogni angolo e appena si alzava lo sguardo si vedevano le guglie delle varie chiese! Da Saragazza ci siamo spostati nel Deserto del Navarra. È un parco naturale dalla bellezza selvaggia, dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO. Un paesaggio semidesertico di 42.500 ettari che colpisce e sorprende ogni volta che lo si visita. Uno spettacolo insolito nella zona sudorientale della Navarra, vicino a Tudela, che nonostante l’aspetto spoglio e inospitale, nasconde grandi ricchezze naturali. 

A Bardenas Reales, l’erosione del terreno a base di argilla, gesso e arenaria ha scolpito forme capricciose creando un mondo dall’aspetto quasi lunare popolato da dirupi, altopiani e colli solitari. Fonte d’ispirazione di pittori e di scrittori e location di spot televisivi, videoclip musicali e film che abbiamo percorso tutto di un fiato tra sterrati e strade deserte. Ci dirigiamo così verso Pamplona, una città incassata tra le montagne scoscese, circondata da verdi prati e ripidi pendii. Di origine romana, si dice che sia stata fondata addirittura da Pompeo che poi le ha dato il proprio nome. Avevo già sentito parlare di questa città spagnola soprattutto per la festa di San Firmino, la cosiddetta “Sanfermines”, quando nel mese di Luglio la città e la vita dei suoi abitanti vengono rivoluzionate.. tra canti, balli, vino rosso a volontà e corride nelle arene, avviene anche, per le vie, la corsa sfrenata e libera dei tori destinati al combattimento e allora.. in quella gran confusione di fuggi fuggi generale, che infiamma gli animi di alcuni giovani, improvvisati toreri per l’occasione, non mancano feriti e spesso anche morti! Noi abbiamo percorso a piedi le strette viuzze medioevali quelle stesse che durante la “Feria” erano gremite all’inverosimile di folla e siamo arrivati fino alla Plaza Consistorial, dove, sullo sfondo, spiccava la casa municipale, “L’Ayuntamiento” del XVII secolo, ricostruito poi nel 1953. Mi è piaciuta molto l’originale facciata barocca a due piani con statue, balaustre e frontoni elaborati. Sulla sommità ci hanno anche indicato la bella statua della Fama che sembrava controllare e vigilare su tutta la città. Anche a Pamplona le chiese abbondavano e nel nostro “pellegrinaggio di arte e cultura” non potevamo proprio tralasciare la visita solo esterna vista l’ora, alla gotica chiesa di San Saturnino. Siamo così arrivate a Bilbao una tappa quasi obbligata del percorso dei pellegrini diretti a Compostela.. e abbiamo avvistato il suo porto ricco e formicolante di navi.. ma non eravamo tanto interessate all’attività frenetica del porto, infatti in questa città abbiamo fatto un’eccezione alla regola: niente chiese, solo arte e cultura moderna passeggiate per il lungomare e ricca mangiata per tutti noi. Dopodiché andiamo alla volta di Gijon che affacciata sul mar Cantabrico, è una città moderna ubicata in una posizione ottimale, che garantisce ai suoi visitatori di conoscere il meglio dell’offerta turistica asturiana.

Gijon è circondata da un paesaggio spettacolare e costituisce il centro urbano più popolato delle AsturiaUno degli esempi di architettura più degni di nota a Gijón è il palazzo dell’Ayuntamiento (Comune) risalente agli inizi del XIX secolo. Nelle strade cittadine si possono inoltre ammirare una quantità notevole di edifici in stile Art Nouveau. In virtù di tale patrimonio, c’è chi sostiene che Gijón competa a largo diritto con l’architettura modernista di Barcellona.La vita cittadina si fa particolarmente animata di giorno. I luoghi più frequentati che abbiamo notato sono la spiaggia di San Lorenzo e la lunga passeggiata marittima che costeggia la città inoltrandosi fino al rinomato porto di El Musel.Uno dei fiori all’occhiello di Gijón è senza dubbio l’Acquario che, oltre a conservare specie marine della costa asturiana e dei principali ecosistemi mondiali, presenta un’area interamente dedicata ai pesci del sistema fluviale asturiano, ma non siamo riusciti a visitarlo ci vorrebbe qualche giorno in più.Un ultimo ma non meno significativo dettaglio rende la città di Gijón una vera perla del Mar Cantabrico è l’estrema cordialità dei suoi abitanti che si svela, nell’allegro sciamare per le strade, negli spassosi momenti trascorsi in una delle tante trattorie cittadine.

Anche noi, pellegrini un po’ sui generis, siamo finalmente approdati a Compostela.. e siamo entrate in quell’antico capoluogo della Galizia, (non senza aver preso una bella rinfrescata sotto l’acqua torrenziale tipica di questa parte della Spagna), città religiosa, un luogo di fede, di emozione, di curiosità.. ho respirato subito un’atmosfera particolare, una voglia di incontro, di orizzonti nuovi, geografici e anche soprattutto spirituali. Dopo esserci riposati e organizzati ci siamo subito diretti in piazza della cattedrale, perché essa dominava la città, la si poteva scorgere dappertutto… una giusta concezione urbanistica mette in luce proprio la magnificenza di quell’arte ispirata dalla fede! Arrivati in piazza ci siamo guardati intorno, non sapevamo dove posare lo sguardo, tutto era ricco e magnifico, monumentale e sontuoso. il palazzo neoclassico Roxoy, sede del comune e luogo importante, il Monastero di San Martin Pinario, ma per una magia che nasceva dal cuore i nostri occhi si sono indirizzati verso le guglie della Cattedrale di Santiago de Compostela, guglie sottili ed elaborate che si protendevano alte nel cielo. La cattedrale, capolavoro architettonico di Fernando Casas y Novoa, venne costruita appunto sulla presunta tomba di San Giacomo, ma la ricchezza delle sue facciate che dà sulle varie piazze, è incredibile. ci sarebbero volute ore ed ore per distinguere i particolari, i gruppi di apostoli e profeti, gli angeli della luce e quelli delle tenebre, le virtù ed i vizi, i trionfi e le dannazioni! 

Da bravi pellegrini, ormai investiti dal clima religioso, abbiamo salito le scale di uno dei tanti ingressi, la Puerta de las Platerias e siamo entrati nella cattedrale. La maestosità era anche all’interno, un po’ buio a dire il vero, gremito di gente proveniente da ogni parte del mondo. Le tre navate ampie ed armoniose raccoglievano però tutti… l’immagine di San Giacomo illuminato dalle candele si trovava ovunque, a cavallo, vestito da guerriero, in atteggiamento da penitente pensoso e gioviale, statue di pietra sui bellissimi pilastri che si ergevano simili e tronchi di alberi, statue di legno dipinto. una di queste luccicava tenendo in mano una borraccia d’oro e poi quella sotto uno dei tanti porticati, chiamato della “Gloria”, dove i fedeli andavano a pregare, battendo il capo sulla pietra per ottenere “intelligenza, memoria e volontà!” Ma Santiago non è solo la cattedrale, non è solo un luogo di pellegrinaggio, è una continua scoperta di piazze, palazzi che sovrappongono la razionalità e l’armonia rinascimentale, alla teatralità barocca.. su un impianto medioevale! 

Come la Casa del Cabilbo di fronte alla “Fontana dei Cavalli”. Il centro storico è un intreccio di viuzze che sfociano a sorpresa in raccolte piazzette, rese importanti da costruzioni antiche, facciate nude di conventi, ricami di pietra delle dimore nobiliari che mostrano orgogliosamente i vari stemmi. Ecco allora la Puerta del Vino, unico resto delle antiche mura e la vicina chiesa di San Francesco. Percorrendo quelle strade lastricate, vecchie di secoli, troviamo palazzi antichi e chiese ovunque, insieme alle botteghe dei ceraioli, dei librai, delle ricamatrici. impossibile ricordare tutto! Santiago è un monumento santificato da mille anni di preghiera, di culto, è reale e nello stesso tempo fuori da qualsiasi dimensione, turistico, ma pervaso anche di spiritualità, fede e cultura. 

Il giorno dopo siamo pronti per partire verso la tappa più lunga e faticosa del nostro viaggio, Madrid capitale indiscussa della Spagna. Viaggio a dir poco da stress con repentini cambiamenti di temperatura che variava da 09° delle montagne ai 28° della pianura. Arriviamo stanchi ma contenti di aver avuto una visione di paesaggi diversificati su tutti i fronti. Madrid è una capitale moderna, a misura d’uomo che unisce musei di valore inestimabile ad uno stupendo Palazzo Reale. A Madrid puoi sentire il ritmo della movida. E’ la città in cui alle 5 del mattino puoi vedere lunghe file di taxi incolonnati e pronti a portare da una parte all’altra della Ciudad tutti i suoi avventori. Come rinunciare poi al suo jamon, alle sue tapas. Una metropoli nel cuore della vecchia Europa ancora non del tutto globalizzata. 

Si respira aria di popoli vivaci, di sole, di aria fresca anche se ci sono più di 20 gradi in questo periodo. Si può girare piacevolmente a piedi, percorrendo le strade principali che in un attimo ti catapultano nei quartieri popolari della città, che però hanno un non so che di bellezza, d’inventiva di antico. I palazzi ricostruti sono belli, pieni di dettagli architettonici rotondeggianti e colorati. Attenzione alle cene degli Spagnoli… sembra che non mangino nulla all’apparenza… è una proposta continua di bocadillos, tortillas e cose varie, ma come sempre bisognerebbe avere la fortuna di cenare con i locali, per avere un’idea più precisa. Insomma ora ditemi perchè non dovevamo vedere Madrid? 

In tarda mattinata si parte alla volta di Valencia, dove sosteremo per due notti. Tappa molto facile ma sempre incantevole. In uno spazio relativamente raccolto è possibile osservare le bellezze del centro cittadino, passeggiando piacevolmente lungo i viali e le isole pedonali… Avvolti da un’atmosfera tranquilla ma calda al tempo stesso… E proprio questa l’essenza che abbiamo colto di questa città… Rilassante e vivibile ma al tempo stesso dinamica e divertente.

Nel quartiere del Mercat abbiamo fatto una visita al grande mercato central, coperto, nel quale è possibile trovare i prodotti caratteristici di questa terra e soffermarsi ad osservare colori e gesti di autentica vita spagnola. Appena al di fuori del mercato si trova la Lonja, bellissimo edificio, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Plaza de la Virgen è il vero cuore della città, contornata da palazzi delle pregevoli finiture e dalla Torre del Miguelete, simbolo cittadino.Possono sembrare molte scritte così le attrazioni ma vi assicuro che passeggiando in questo stupendo clima, fermandosi di tanto in tanto a gustare una “cerveza fria” in uno dei tanti bar sulla strada è un’esperienza bellissima, credetemi. La gente poi è sempre cordiale e nessuno ci ha negato mai un sorriso, forse qua più che in altri luoghi di questo stato ho colto il vero temperamento spagnolo. Per Mangiare, d’obbligo almeno una volta è la Paella che qui affonda le proprie origini, preparata in diversi modi, accompagnata da una fresca sangria.La sera El Carmen e Canovas sono i due quartieri che fanno da pardoni alla “movida”, che, anche se non sarà proprio come quella di Barcellona ma vi assicuro che è di tutto rispetto…Decine di bar, discopub, discoteche di tutti i tipi saranno pronti a soddisfare le vostre esigenze, in un clima allegro e frizzante che rapidamente riuscirà a coinvolgervi.E’ possibile entrare in un locale, bere qualcosa, entrare in un altro, ballare, spostarsi da un posto all’altro in totale libertà. Son tanti i presupposti per un viaggio qui… Dal relax in uno dei tanti parchi, alla vita da spiaggia, allo shopping ed al passeggiare nelle vie del centro in assoluta tranquillità. Quel che è certo è che siamo stati conquistati dalla magia di questa città, semplice ma vera… 

Lasciamo Valencia alla volta di Barcellona, dove ci aspetta la Grimaldi, rintracciata grazie alla solerte scorta della Polizia Spagnola che visto la nostra difficoltà, ci scorta per un tratto con l’auto di servizio ed un tratto con la moto di un collega della polizia locale. Lasciamo comunque Valenzia con un pizzico di nostalgia visto che sta per terminare il nostro viaggio fatto di tanta fatica ma certi di aver fatto un’esperienza unica perché un viaggio non è mai uguale ad un’altro e devo ringraziare tutti i miei compagni di viaggio, Diego, Daniele G., Danile P. perché sono stati dei bikers all’altezza del grande viaggio. Grazie a tutti e al prox anno
Bombardino