LA SVACCATA DI CAMPOTOSTO – by Yoyo

Quando partecipi ad un’uscita articolata su due giorni con soli 7 Scoordinati all’appello in quel di Campotosto, si ha la fortuna di conoscere più nel profondo le persone che vi partecipano. Come quei due mattacchioni di Cap. Uncino e Baffone, due tipi completamente opposti ma uniti da una sana e duratura amicizia!

Durante la cena nel caldo Chalet dell’Agricampeggio Cardito, molti sono stati gli aneddotti e le storie raccontate in anni ed anni di motociclismo vissuto, un motociclismo datato anni 70, un motociclismo semplice a tratti rozzo con fiabesche storie in cui i due nostri eroi ne combinavano di tutti i colori. Altri tempi, altre moto, altre imprese e che imprese. 

E si, è stata una gran bella serata quella di ieri sera, che ha visto 7 di noi raggiungere il Lago di Campotosto con moto stracariche di tutto e di più, percorrendo strade che andavano dallo sporco/umido con un pietrisco che ti faceva gondolare sulla moto, a tratti perfettamente lisci e caldi come la salita che ci ha portato sul Valico delle Capannelle situato a 1.300 mt sul livello del mare. 

Salendo sul passo, malgrado le zavorre legate sulle nostre moto, abbiamo avuto anche il tempo ed il coraggio di intonare la 3° sinfonia del 4 in linea, una musica proveniente dagli scarichi della Suzuki di Grapin, dalla mia Ninja e della Kawasaki di Kyrbis. Tutti e tre avvolti in una magica danza virtuosa, tutti e tre perfettamente uniti tra loro da un’unica e tangibile linea che ci ha portato alla vetta.

Arrivati sulla sommità mi sono domandato: “possibile che strade come queste riescono ad affascinarti ogni volta che le si percorrono?”, 1 km più avanti la stessa frase mi è stata pronunciata da Grapin… Della serie, stesse identiche e forti emozioni. Bello, entusiasmante e divertente! Adrenalinico!

Degna di nota la nostra unica ragazza motorizzata (Toga), giunta sul Passo con soli 47 secondi di ritardo. Cap. Uncino e Baffone possono testimoniarlo, andava su che era una bellezza, sembrava quasi Lauretta!

Tornati sul pianeta Terra e scattate le rituali fotografie sul cartello del Valico (ed attaccato l’adesivo Scoordinati sullo stesso!) abbiamo raggiunto un accogliente Agricampeggio! Mentre mi avvicinavo alla meta pensavo a quell’adesivo attaccato su quel cartello, un cartello come un altro ma che significa molto per noi motociclisti, un adesivo che rimarrà lì notte e giorno, col sole e con la neve in un posto a noi molto caro e significativo!

Montate le tende a tempo di record ed espletata una sacrosanta quanto rigenerante doccia, ha cominciato a piovere… giusto in tempo. Una pioggerellina del cazzo lenta, lenta ma che ha d’improvviso fatto scendere la temperatura fino ad uno sbalorditivo 12 C°. Noi al caldo dello Chalet ci domandavamo se e quanto avremmo sentito e patito il freddo della notte, ognuno chiuso nel guscio della sua personalissima tenda!

Ho deciso cosi di seguire il consiglio di Grapin e di darci giù con vino e grappa, io che sono quasi astemio, così per scaldarmi come si deve e sdordimi alla grande per poter piombare poi in un sonno profondo. Cosa che purtroppo non ha fatto la nostra Toga… andando a letto presto e dormendo poco o niente…. Il giorno dopo era uno Zombi, già in piedi alle 5 e mezza del mattino!

Ps: Da evidenziare uno strano quanto misterioso aneddoto: Kawadenti a bordo della sua Jeep ci ha raggiunto all’Agricampeggio partendo da Roma alle 20:30 ed arrivando alle 23:00, della serie: “a casa mi stavo rompendo le palle!”

Mentre Grapin cercava invano di aprire la sua tenda (un pochino ubriaco) e mentre Cap. Uncino intonava la sinfonia del russo pesante, subito seguito da Grapin stesso, il sottoscritto, Kyrbis, Toga ed il nuovissimo Massimo (bravo regazzettto), tentavano inutilmente di prender sonno. Di Baffone ho perso le tracce ieri sera, salvo vederlo immerso nella sua tenda del 1975 solo all’alba!

Al mattino dopo aver ripiegato nel migliore dei modi armi e bagagli, e pagato il soggiorno, ci siamo diretti alla volta di Posta, dove un altro gruppetto di Scoordinati, impegnato nel volantinaggio del nostro 4° Motoraduno Scoordinati, ci avrebbe atteso.

Strada facendo siamo passati per una strada nuova, arrivati ad Amatrice infatti abbiamo ripiegato per una via più interna in direzione Montereale. Peccato perchè mi sarebbe piaciuto molto entrare sulla via Salaria e costeggiare il piccolo Lago di Scandarello, anche se da lontano. Ma allo stesso tempo la nuova via ci ha regalato nuove ed intense sensazioni, alternate qua e là da attimi di paura (controllata) dovuta all’umido ed al sempre presente sporco sulla carreggiata. Il lasciarsi cullare curva dopo curva dietro la Suzuki di Grapin, perfettamente concentrato sulla guida, ci ha entusiasmato non poco. Il tutto senza correre inutili e stupidi rischi dovuti all’alta velocità, perchè per divertirsi, in realtà, basta poco.

Andando via dal Lago di Campotosto mi è saltata alla mente una lettura che sto affrontando in questo periodo, il Trans- Alpi “100 passi” a cura di Vincenzo Leonetta, vissuto e scritto direttamente in prima persona dall’autore stesso. Il racconto narra di un folle viaggio in cui 2 amici in sella alle loro 2 ruote, percorrono la catena montuosa più famosa dell’Europa, attraversandola dalle Alpi Francesi a quelle Slovene il tutto in 15 giorni valicando appunto 100 Passi Montani, attraversando boschi e vallate senza tempo e percorrendo strade che… (cito testualmente); “i muretti di pietra ai lati della strada spostano il pensiero indietro nel tempo, ai primordi dei trasporti su strada”.

E’ incredibile come il cervello umano ti possa ricondurre ad un momento o ad una sensazione di una lettura semplicemente attraversando un tratto di strada Appenninica. Forse in quel momento Monte Gorzano, il monte che avevo dinnanzi mentre scendevamo da Camposto direzione Amatrice, mi ha riportato al racconto in questione.

La passeggiata del ritorno ci ha permesso di risparmiare molto sul carburante, passeggiata del tutto involontaria, perchè quando stai bene con te stesso, con chi ti sta accanto lasciandoti contagiare dal paesaggio che ti si crea attorno curva dopo curva, non serve altro.

E’ proprio vero, mentre il mare rimane sempre uguale e fine a se stesso, la montagna riesce a sorprenderti dietro ogni curva, sopra ogni passo, tra una vallata e l’altra con gnomi e folletti che ti salutano dal bosco che stai attraversando dove “mille aromi di fiori, resina, erba e terra bagnata penetrano attraverso la semiaperta visiera del casco” (cit. 100 passi).

Arrivati a Posta ci siamo uniti al gruppetto di Scoordinati partito al mattino da Roma ed impegnato sulla via Salaria nella distribuzione delle Brochure del nostro imminente 4° Motoraduno Scoordinati. Dopodichè ci siamo diretti verso Vasche per pranzare con degli ottimi (anche se un pò stile mattoncino) panini con porchetta. Alcuni di noi, compreso Zio Ninja64, hanno preferito fermarsi a Posta per pranzare alla Tana del Lupo. Peccato perchè sulla Salaria mi sono ricordato che oggi era il suo compleanno e avrei tanto voluto fargli gli auguri di persona, vabbè poco male Zio, i potenti mezzi di Internet mi permettono di farteli qui, anche a nome di tutti: AUGURI ZIO ANTONIO!

Dopo pranzo incombenti nubi nere e piccole gocce d’acqua hanno invitato l’organizzatore dell’uscita (Grapin), coadiuvato da Cap. Uncino, a prendere una saggia quanto indovinata decisione e cioè quella di far ritorno alla Base, annullando la Tappa successiva che ci avrebbe portato a Leonessa e da li verso casa. Decisione calorosamente accolta da Toga che nel frattempo si era accoccolata nella Jeep di Kawadenti…

Benchè stanco, con 2 ore di sono all’attivo, e 471 km sulle spalle in 2 giorni con moto bella ma scomoda e sopratutto stracarica, le uniche cose che riesco a ricordare con una certa gioia interiore sono: il cielo incredibilmente stellato di Campotosto, l’aria frizzante che ti entrava sottopelle, i fiabeschi racconti d’altri tempi narrati da Baffone e Cap. Uncino, il sorriso contagioso di Massimo, il vocione interminabile di Diego, e per finire l’alba rosseggiante del giorno dopo nascere dietro un lontano Gran Sasso e tuffarsi nello specchio d’acqua del lago dinnanzi e la tua motocicletta che ancora una volta ti ha portato in posti dove il contagio è tale da non voler più far ritorno a casa…

Mi domando con una certa insistenza se un solo giorno in un Paradiso del genere possa bastare, la risposta che subito aleggia nella mente e No! Non credo possa bastare. Certo un TTS che si rispetti deve prendere in considerazione i bisogni di tutti i Soci e non solo di alcuni, fissando gite ed eventi in più posti ed in più periodi. Ma personalmente, quando arrivi in posti del genere, e già sai che l’indomani devi lasciar quell’angolo di terra magico che hai educatamente conquistato, un nodo ti si stringe in gola e non vorresti più andare.

Quando sei in quei posti, quando attraversi quelle strade ti vengono in mente anche i molti sacrifici di persone che hanno dato la propria vita per costruire quel ponte, quella strada, o quella diga, come quella del Lago del Salto che nella mattinata di ieri ha riempito gaiamente i nostri occhi! Per non parlare della SP67, una strada fantasma che dal Lago del Salto ci ha portato a Tornimparte passando per paesi remoti come Santa Lucia, Aringo e Castiglione.

Strada presa attraverso un ponte le cui opere murarie potrebbero risalire benissimo al 1° dopoguerra, e strada in cui abbiamo sostato per godere dall’alto del Panorama di Tornimparte con la lingua autostradale in lontananza che portava alla vicina L’Aquila! Strada nella quale è passata 1 macchina ed 1 trattore in 15 minuti la cui storia era trascritta sulla facciata di un’antica casa diroccata (probabilmente una sorta di casa cantoniera), che dall’alto dominava la valle.

Un Resoconto di una 2 giorni meritava un pò più di righe e di sensazioni e mi scuserete se mi sono dilungato, ma la nostra terra, la nostra bella Italia, è un luogo che andrebbe visitato e scoperto ogni giorno, ed ogni regione ha il suo attimo ed angolo di contagio, altro che Caraibi, Maldive o Madacascar.

Vai dove ti porta la tua moto e non fermarti dinnanzi a nulla, vai e assapora ogni chilometro che percorri, perchè quel chilometro lo hai macinato insieme a persone che sono come te, che hanno la tua stessa passione, e che non ti lascerebbero indietro mai e poi mai.

Questi siamo noi, questa è la nostra storia, raccontati con gli occhi emozionati di un ragazzo che, in questo momento, vorrebbe trovarsi in tutt’altro posto!

Grazie Grapin, Grazie Cap. Uncino, Grazie Massimo, Grazie Kyrbis, Grazie Toga, Grazie Baffone, Grazie Yoyo. Grazie ragazzi!

ORGANIZZAZIONE: 8

CLIMA: 7

STRADE: 6

LUOGHI ED ITINERARI: 8

COSTI: 8

PARTECIPANTI: 7

CHILOMETRAGGIO: 471

a cura di: Giovanni Yoyo Iodice